La ricostruzione storica è preceduta da questa premessa.
Ogni popolo ha il governo che si sceglie
Ogni popolo ha il governo che si sceglie
di GIUSEPPE CATANIA
L'avvenire di una Città è regolato da leggi che sono prerogative degli uomini dal popolo. Per significare che un popolo ha il governo che sceglie. Di conseguenza, è il popolo arbitro del proprio futuro: sceglie chi ritiene più idoneo a governare e a far rispettare la legge su cui poggiano i diritti ed i doveri del progresso civile ed economico, oltre che morale.
L'avvenire di una Città è regolato da leggi che sono prerogative degli uomini dal popolo. Per significare che un popolo ha il governo che sceglie. Di conseguenza, è il popolo arbitro del proprio futuro: sceglie chi ritiene più idoneo a governare e a far rispettare la legge su cui poggiano i diritti ed i doveri del progresso civile ed economico, oltre che morale.
Accade spesso che le attese del popolo vengano deluse.
La storia è maestra di insegnamenti e testimonia gli sconvolgimenti tali da determinare crisi profonde e mutamenti anche degli ordinamenti prefissati.Riaffiora, quindi la necessità di " cambiare ", di riappropriarsi, da parte del popolo, della prerogativa di nuove scelte, avendone la capacità ed il diritto.
In una delle sue famose arringhe, Marco Tullio Cicerone diceva: II principio dei popoli liberi e specialmente del nostro popolo, primo fra tutti... di potere col voto dare e togliere quello che vuole a ciascuno. In democrazia, che è garante della libertà, è il voto, quindi, a determinare le scelte degli uomini designati a governare. Non sempre questi princìpi si avverano ed è per questo che, quando viene a mancare la " fiducia " del popolo nei " candidati "è giocoforza sceglierne altri che siano più capaci e su cui poter fondare il convincimento del singolo che, nella somma dei suffragi, costituisce quella " volontà popolare ", sovrana su qualsiasi iniziativa che provenga da raggruppamenti o da partiti. Quando essa, però, sia ben riposta negli uomini onesti, capaci, che siano effettivamente al servizio della collettività, non del potere.
Elezioni
Prima della Guerra Sociale (90 d.C.), con la promulgazione della Lex Julia Municipalis (45d.C.), HISTONIUM venne elevato al rango di Municipium cum suffragio. In effetti, la Città poteva godere di autonomia comunale, anche se sottoposta alle Leggi di Roma, cioè indiceva i comizi, aveva un senato e i magistrati (duumviri o quatorviri), come a Roma.
Cioè, gli abitanti di Histonium erano, a tutti gli effetti, "cittadini romani", di cui godevano i diritti, con facoltà di iscriversi ad una tribù romana e di votarvi; di conseguenza, essere eletti magistrati nella capitale, avvalendosi dello “jus suffragi”.
Il cittadino di Histonium, che aspirava ad una candidatura, doveva manifestare pubblicamente tale intenzione, indossando una tunica bianchissima, detta “candida”, e dichiarare la sua “professio”. La “campagna elettorale” attraverso “manifesti”, consistenti in scritte sui muri degli edifici, contribuiva ad esaltare la capacità, la saggezza e l'onestà del candidato: “vir bonus, egregius, probus, dignissimus,integrus”.oppure, attraverso un “nomenclator “ (ossia un esperto), il candidato andava incontro all'elettore per ricordare le proprie benemerenze e sollecitarne il voto giustificato dal suo impegno nella realizzazione di iniziative benefiche: multis fecit benigne.
Le promesse
Alcuni assumevano formalmente e pubblicamente l'impegno che, una volta eletti, avrebbero, a proprie spese (de sua pecunia), costruito un edificio pubblico o una strada. Spesso, poiché le cariche elettive erano gratuite, il che è quanto dire ai giorni nostri, a seguito dell'ottima amministrazione del governo della cosa pubblica, a spese del Municipio, veniva decretato il privilegio di una lapide commemorativa, qualche volta il funerale e l'onore di una statua nel foro. Dopo i comizi elettorali, che si svolgevano in un luogo destinato nel Foro (comitium), il voto (suffragium) veniva espresso per iscritto (per tabellam), cioè su di una tavoletta (cerata) spalmata di cera, con l'indicazione dei nomi dei candidati preferiti.
La “scheda” veniva depositata nell'urna (arca) o in un cesto (cista). Effettuato il controllo da parte di un funzionario addetto alle votazioni (rogator), con l'ausilio dei rappresentanti delle circoscrizioni elettorali (curatores tribunum) e degli scrutatori (diribitores) si procedeva allo spoglio ad alla proclamazione degli eletti (proclamatis).
I manifesti (le scritte sui muri)
Particolare curiosità era la dislocazione dei manifesti elettorali lungo le principali strade, sugli edifici maggiormente frequentati dal pubblico, davanti alle botteghe, consistenti in scritte i cui autori erano veri e propri artisti del pennello (programmatum scriptores) che, di notte, svolgevano il loro lavoro senza essere disturbati. Oltre allo scriptor, c'era anche il dealbator, cioè l'imbianchino incaricato di preparare le parate con un velo di calce, lo scalarius che reggeva la scala e il lanternarius per far luce, coadiuvato da un adstant, cioè un assistente addetto alla vigilanza per evitare disturbi, durante l'operazione di scrittura. Una vera e propria organizzazione, come ai tempi nostri. Spesso, però, chi non disponeva di mezzi, provvedeva personalmente alla mansione: facit et dealbit; scripsit unicus, sine reliquis sodalibus, cioè senza alcun aiuto. I tempi, come si vede, non cambiano molto.
Gli immorali
Nel Municipiodi Histonium numerosi furono gli uomini che assumevano cariche pubbliche amministrative di grande prestigio, nell'ambito della magistratura, come il Praetor (che sostituiva il Console), nella giurisdizione civile, cui era concessa anche la facoltà di comandare gli eserciti; il Censor (in numero di 2 o 4 che veniva eletto ogni 5 anni) addetto al censimento (compilava le tabulae censoriae, (cioè le liste elettorali ed i ruoli delle imposte), alla vigilanza dei costumi (apponeva la “ nota “ di biasimo sulle liste di censi-mento che produceva l'effetto della decadenza dal voto per cinque anni per chi conduceva una vita ritenuta immorale); compilava il bilancio finanziario e regolava l'appalto della riscossione dei tributi e dei Lavori Pubblici.
Gli Aediles (due plebei e due curuli o patrizi) con incarico di sorvegliare i mercati e i giochi pubblici, la polizia municipale, la costruzione e la manutenzione delle strade e degli edifici pubblici, la custodia degli archivi (tabularium). I Quaestores (di regola) custodivano l’erario, riscuotevano le tasse e provvedevano alla paga per l'esercito, per gli impiegati, verificavano i conti pubblici, come oggi fanno i revisori dei conti nella pubblica amministrazione
Paquio
II personaggio più noto, legato alle vicende elettorali in Histonium fu Publio Paquio Scaeva (nel Museo Civico di Vasto è conservato il “sarcofago bisomo”per sé e per la moglie Flavia, con incise le iscrizioni del curriculum personale) che fu designato, per volere del Senato, nel 15 a.C., Pretore; fu poi, per 5anni, “assessore” ai Lavori Pubblici per la sorveglianza delle strade fuori Roma; quindi (22 a.C.) proconsole a Cipro, per due legislature. Numerosi frammenti di mattoni (Museo Civico Vasto) recano incisa l'iscrizione P (ubili) Paqui P(ublii) F(ilii) Scaeva H.F. così tradotta: Publio Paquio figlio di Publio Sceva. Un'altra lapide ci riferisce di Publio Paquio, liberto di Publio Azmeno che fu maestro Ceriale il quale, con il pubblico denaro, fece restaurare il tempio di Cerere. Si accenna anche a M.Paquius Aulanius, procuratore del Municipio di Histonium, nella controversia per la delimitazione di fondi rustici, contro Tillius Sassius che era proprietario del Fondo Vellanus (Lastra con inciso un arbitrato, rinvenuta nel 1845 in località Arcora fra Campomarino e il bosco Ramitello).
È indubbio che la gens Paquia (cui la municipalità vastese dei giorni nostri ha intitolato un vicolo con la torpiata denominazione, di Pachia (alquanto allusiva, di “pacchia!”) ebbe risonanza nelle regioni dell'Italia in epoca imperiale.
Proculo
Di Publius Paquius Proculus (74 d.C.) abbiamo notizia in alcuni “manifesti” elettorali (cioè scritti sui muri), rinvenuti in alcuni edifici a Pompei, a dimostrazione dell'importanza degli esponenti di questa famiglia. Nella “Via dell'Abbondanza” c'è la seguente scritta: Paquium et Caprasium (duo) vir(os) o(ro) f(aciat) Lareius rog(at) così tradotta: Votate Paquio e Caprasio come duovir, lo chiede Loreio.
Publio Paquio Proculo e Aulo Vettio Caprasio Felice, (Publius Paquis Proculus e Aulus Vettius Caprasius Felix), insieme a Quintus Mariu Rufus e Marcus Epidius Sabinus, facevano parte di una cosiddetta "Lista di concentrazione" che possiamo definire "lista civica". E ancora, una scritta: P(ublium) Paquium Proculum (duo)vir(um) i(ure) d(icundo) vicini cupidi faciunt tradotta: Gli abitanti del quartiere sostengono vigorosamente Publio Paquio Proculo nella elezione alla carica di duoviro giusdicente.
Sul muro interno dell'anfiteatro di Pompei, un altro "manifesto "recita: Paquium Proculum (duo) vir(um) i(ure) d(icundo) d(ignum) r(ei) p(ublicae) univer(si) Pompeianis fecerunt e cioè: Tutti i pompeiani all'unanimità hanno eletto Paquio Proculo alla carica di duonviro giusdicente perché degno dell'ammirazione dei cittadini. Certamente si trattava di un candidato popolare che riscuoteva il favore degli elettori che, già in precedenza, quando era stato eletto alla carica di Edile un anno prima, era stata dedicata la seguente scritta graffita: Aedilem Proculum cunctorum turba probavit; hoc pudor ingenuum postulat et pietas (Tutta la folla ha proclamato Proculo come Edile; in suo favore sono la sincera stima e la rettitudine).
Osidio Geta
Ma non va circoscritto al solo Paquio l'interesse elettorale, giacché altri esponenti di famiglie histoniesi sono degni di menzione, come Caio Hosidio Geta al quale il Municipio eresse una piccola statua in bronzo. Fu legato di Claudio e sottomise, alla guida dell'esercito romano, tutta la Britannia (Inghilterra) nel 43 d.C.; combattè in Spagna e nel Caucaso dove fu inviato a comporre le controversie giudiziarie. Gli furono tributati onori e insegne trionfali che allora erano riservati ai Consoli. Fu Ceriale Publio Ahius Candidus che fece pavimentare a “tasselle” il marciapiede antistante il macello ed un “forno” col ricavato delle multe inflitte per frode in commercio. Marco Bebio fu Edile, Questore, Quatorviro e Quatorviro Quinquennale per due legislature. Dopo la sua morte, il Decurianato di Histonium gli decretò a suo carico le spese per il funerale, una insegna argentea, mentre Ia popolazione gli volle dedicare una una statua equestre.
L. V. Pudente e altri
Non minore menzione va dedicata a Lucio Valerio Pudente, Lucius Valerius Pudens, poeta tredicenne che, nel 106 d.C. venne coronato poeta latino, nell'agone Capitolino, per unanime votazione della Giuria.
Per questo la popolazione del Municipio di Histonium, con una pubblica sottoscrizione, gli eresse un monumento con statua marmorea.
Sotto l'imperatore Antonino Pio, Lucio Valerio Pudente ottenne la carica governativa di provveditore della Amministrazioen Finanziaria di Isernia.
C'è da dire anche di Quintus Fuficius Cornutus cui venne dedicata una statua marmorea. Fu Tribuno militare nella guerra dei Parti, ricevendo prestigiose onorificenze; venne eletto Questore, Tribuno della Plebe, Pretore, Legato Pretorio dell'Imperatore e Comandante di Legione nella Mesia inferiore, Governatore della Pannonia nel 145 e, successivamente, sotto Antonino Pio, Governatore della Mesia Inferiore.
Questi alcuni dei maggiori esponenti" politici ", protagonisti delel vicende di Histonium. Di moltissimi altri, putroppo, la storia non ci tramanda notizie, se non attraverso qualche lapide o iscrizione che il tempo ha lasciato affiorare, ma che, certamente, onorarono il Municipium, contribuendo ad accrescerne lo splendore con la loro adamantina attività e con il privilegio di essere ricordati dalla poplazione, quale tributo di testimonianza della loro dedizione in favore della collettività.
Quello che si vuole dai “candidati” di oggi, affinchè possano avere una pagina nel gran libro d'oro della storia dell'umanità.
Giuseppe Catania
Elezioni
Prima della Guerra Sociale (90 d.C.), con la promulgazione della Lex Julia Municipalis (45d.C.), HISTONIUM venne elevato al rango di Municipium cum suffragio. In effetti, la Città poteva godere di autonomia comunale, anche se sottoposta alle Leggi di Roma, cioè indiceva i comizi, aveva un senato e i magistrati (duumviri o quatorviri), come a Roma.
Cioè, gli abitanti di Histonium erano, a tutti gli effetti, "cittadini romani", di cui godevano i diritti, con facoltà di iscriversi ad una tribù romana e di votarvi; di conseguenza, essere eletti magistrati nella capitale, avvalendosi dello “jus suffragi”.
Il cittadino di Histonium, che aspirava ad una candidatura, doveva manifestare pubblicamente tale intenzione, indossando una tunica bianchissima, detta “candida”, e dichiarare la sua “professio”. La “campagna elettorale” attraverso “manifesti”, consistenti in scritte sui muri degli edifici, contribuiva ad esaltare la capacità, la saggezza e l'onestà del candidato: “vir bonus, egregius, probus, dignissimus,integrus”.oppure, attraverso un “nomenclator “ (ossia un esperto), il candidato andava incontro all'elettore per ricordare le proprie benemerenze e sollecitarne il voto giustificato dal suo impegno nella realizzazione di iniziative benefiche: multis fecit benigne.
Le promesse
Alcuni assumevano formalmente e pubblicamente l'impegno che, una volta eletti, avrebbero, a proprie spese (de sua pecunia), costruito un edificio pubblico o una strada. Spesso, poiché le cariche elettive erano gratuite, il che è quanto dire ai giorni nostri, a seguito dell'ottima amministrazione del governo della cosa pubblica, a spese del Municipio, veniva decretato il privilegio di una lapide commemorativa, qualche volta il funerale e l'onore di una statua nel foro. Dopo i comizi elettorali, che si svolgevano in un luogo destinato nel Foro (comitium), il voto (suffragium) veniva espresso per iscritto (per tabellam), cioè su di una tavoletta (cerata) spalmata di cera, con l'indicazione dei nomi dei candidati preferiti.
La “scheda” veniva depositata nell'urna (arca) o in un cesto (cista). Effettuato il controllo da parte di un funzionario addetto alle votazioni (rogator), con l'ausilio dei rappresentanti delle circoscrizioni elettorali (curatores tribunum) e degli scrutatori (diribitores) si procedeva allo spoglio ad alla proclamazione degli eletti (proclamatis).
I manifesti (le scritte sui muri)
Particolare curiosità era la dislocazione dei manifesti elettorali lungo le principali strade, sugli edifici maggiormente frequentati dal pubblico, davanti alle botteghe, consistenti in scritte i cui autori erano veri e propri artisti del pennello (programmatum scriptores) che, di notte, svolgevano il loro lavoro senza essere disturbati. Oltre allo scriptor, c'era anche il dealbator, cioè l'imbianchino incaricato di preparare le parate con un velo di calce, lo scalarius che reggeva la scala e il lanternarius per far luce, coadiuvato da un adstant, cioè un assistente addetto alla vigilanza per evitare disturbi, durante l'operazione di scrittura. Una vera e propria organizzazione, come ai tempi nostri. Spesso, però, chi non disponeva di mezzi, provvedeva personalmente alla mansione: facit et dealbit; scripsit unicus, sine reliquis sodalibus, cioè senza alcun aiuto. I tempi, come si vede, non cambiano molto.
Gli immorali
Nel Municipiodi Histonium numerosi furono gli uomini che assumevano cariche pubbliche amministrative di grande prestigio, nell'ambito della magistratura, come il Praetor (che sostituiva il Console), nella giurisdizione civile, cui era concessa anche la facoltà di comandare gli eserciti; il Censor (in numero di 2 o 4 che veniva eletto ogni 5 anni) addetto al censimento (compilava le tabulae censoriae, (cioè le liste elettorali ed i ruoli delle imposte), alla vigilanza dei costumi (apponeva la “ nota “ di biasimo sulle liste di censi-mento che produceva l'effetto della decadenza dal voto per cinque anni per chi conduceva una vita ritenuta immorale); compilava il bilancio finanziario e regolava l'appalto della riscossione dei tributi e dei Lavori Pubblici.
Gli Aediles (due plebei e due curuli o patrizi) con incarico di sorvegliare i mercati e i giochi pubblici, la polizia municipale, la costruzione e la manutenzione delle strade e degli edifici pubblici, la custodia degli archivi (tabularium). I Quaestores (di regola) custodivano l’erario, riscuotevano le tasse e provvedevano alla paga per l'esercito, per gli impiegati, verificavano i conti pubblici, come oggi fanno i revisori dei conti nella pubblica amministrazione
Paquio
II personaggio più noto, legato alle vicende elettorali in Histonium fu Publio Paquio Scaeva (nel Museo Civico di Vasto è conservato il “sarcofago bisomo”per sé e per la moglie Flavia, con incise le iscrizioni del curriculum personale) che fu designato, per volere del Senato, nel 15 a.C., Pretore; fu poi, per 5anni, “assessore” ai Lavori Pubblici per la sorveglianza delle strade fuori Roma; quindi (22 a.C.) proconsole a Cipro, per due legislature. Numerosi frammenti di mattoni (Museo Civico Vasto) recano incisa l'iscrizione P (ubili) Paqui P(ublii) F(ilii) Scaeva H.F. così tradotta: Publio Paquio figlio di Publio Sceva. Un'altra lapide ci riferisce di Publio Paquio, liberto di Publio Azmeno che fu maestro Ceriale il quale, con il pubblico denaro, fece restaurare il tempio di Cerere. Si accenna anche a M.Paquius Aulanius, procuratore del Municipio di Histonium, nella controversia per la delimitazione di fondi rustici, contro Tillius Sassius che era proprietario del Fondo Vellanus (Lastra con inciso un arbitrato, rinvenuta nel 1845 in località Arcora fra Campomarino e il bosco Ramitello).
È indubbio che la gens Paquia (cui la municipalità vastese dei giorni nostri ha intitolato un vicolo con la torpiata denominazione, di Pachia (alquanto allusiva, di “pacchia!”) ebbe risonanza nelle regioni dell'Italia in epoca imperiale.
Proculo
Di Publius Paquius Proculus (74 d.C.) abbiamo notizia in alcuni “manifesti” elettorali (cioè scritti sui muri), rinvenuti in alcuni edifici a Pompei, a dimostrazione dell'importanza degli esponenti di questa famiglia. Nella “Via dell'Abbondanza” c'è la seguente scritta: Paquium et Caprasium (duo) vir(os) o(ro) f(aciat) Lareius rog(at) così tradotta: Votate Paquio e Caprasio come duovir, lo chiede Loreio.
Publio Paquio Proculo e Aulo Vettio Caprasio Felice, (Publius Paquis Proculus e Aulus Vettius Caprasius Felix), insieme a Quintus Mariu Rufus e Marcus Epidius Sabinus, facevano parte di una cosiddetta "Lista di concentrazione" che possiamo definire "lista civica". E ancora, una scritta: P(ublium) Paquium Proculum (duo)vir(um) i(ure) d(icundo) vicini cupidi faciunt tradotta: Gli abitanti del quartiere sostengono vigorosamente Publio Paquio Proculo nella elezione alla carica di duoviro giusdicente.
Sul muro interno dell'anfiteatro di Pompei, un altro "manifesto "recita: Paquium Proculum (duo) vir(um) i(ure) d(icundo) d(ignum) r(ei) p(ublicae) univer(si) Pompeianis fecerunt e cioè: Tutti i pompeiani all'unanimità hanno eletto Paquio Proculo alla carica di duonviro giusdicente perché degno dell'ammirazione dei cittadini. Certamente si trattava di un candidato popolare che riscuoteva il favore degli elettori che, già in precedenza, quando era stato eletto alla carica di Edile un anno prima, era stata dedicata la seguente scritta graffita: Aedilem Proculum cunctorum turba probavit; hoc pudor ingenuum postulat et pietas (Tutta la folla ha proclamato Proculo come Edile; in suo favore sono la sincera stima e la rettitudine).
Osidio Geta
Ma non va circoscritto al solo Paquio l'interesse elettorale, giacché altri esponenti di famiglie histoniesi sono degni di menzione, come Caio Hosidio Geta al quale il Municipio eresse una piccola statua in bronzo. Fu legato di Claudio e sottomise, alla guida dell'esercito romano, tutta la Britannia (Inghilterra) nel 43 d.C.; combattè in Spagna e nel Caucaso dove fu inviato a comporre le controversie giudiziarie. Gli furono tributati onori e insegne trionfali che allora erano riservati ai Consoli. Fu Ceriale Publio Ahius Candidus che fece pavimentare a “tasselle” il marciapiede antistante il macello ed un “forno” col ricavato delle multe inflitte per frode in commercio. Marco Bebio fu Edile, Questore, Quatorviro e Quatorviro Quinquennale per due legislature. Dopo la sua morte, il Decurianato di Histonium gli decretò a suo carico le spese per il funerale, una insegna argentea, mentre Ia popolazione gli volle dedicare una una statua equestre.
L. V. Pudente e altri
Non minore menzione va dedicata a Lucio Valerio Pudente, Lucius Valerius Pudens, poeta tredicenne che, nel 106 d.C. venne coronato poeta latino, nell'agone Capitolino, per unanime votazione della Giuria.
Per questo la popolazione del Municipio di Histonium, con una pubblica sottoscrizione, gli eresse un monumento con statua marmorea.
Sotto l'imperatore Antonino Pio, Lucio Valerio Pudente ottenne la carica governativa di provveditore della Amministrazioen Finanziaria di Isernia.
C'è da dire anche di Quintus Fuficius Cornutus cui venne dedicata una statua marmorea. Fu Tribuno militare nella guerra dei Parti, ricevendo prestigiose onorificenze; venne eletto Questore, Tribuno della Plebe, Pretore, Legato Pretorio dell'Imperatore e Comandante di Legione nella Mesia inferiore, Governatore della Pannonia nel 145 e, successivamente, sotto Antonino Pio, Governatore della Mesia Inferiore.
Questi alcuni dei maggiori esponenti" politici ", protagonisti delel vicende di Histonium. Di moltissimi altri, putroppo, la storia non ci tramanda notizie, se non attraverso qualche lapide o iscrizione che il tempo ha lasciato affiorare, ma che, certamente, onorarono il Municipium, contribuendo ad accrescerne lo splendore con la loro adamantina attività e con il privilegio di essere ricordati dalla poplazione, quale tributo di testimonianza della loro dedizione in favore della collettività.
Quello che si vuole dai “candidati” di oggi, affinchè possano avere una pagina nel gran libro d'oro della storia dell'umanità.
Giuseppe Catania
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