Gli imprenditori di Confindustria a convegno per imparare come introdurre nelle imprese piani per il benessere dei lavoratori
Pescara, 15 ottobre 2021 – “Le persone sono al centro delle nostre imprese: le aziende crescono se le persone crescono. Aumentare le competenze e puntare al benessere in azienda sono obiettivi vincenti per tutti, costituiscono soluzioni win win. I piani di welfare consentono oggi a imprese e persone di crescere insieme, aumentare la produttività e generare un circuito virtuoso di sviluppo non solo economico ma sociale a trecentosessantagradi”. Così il Presidente della Sezione Meccatronica di Confindustria Chieti Pescara Domenico Melchiorre ha introdotto i lavori del workshop da lui promosso, svoltosi ieri giovedì 14 ottobre presso la sede pescarese dell’Associazione.
"Il welfare che fa la differenza" il titolo dell’incontro phygital, seguito da moltissimi imprenditori e manager delle due province sia in presenza che da remoto.
Oggetto del dibattito tra esperti l’articolato mondo del Welfare aziendale, un sistema di strumenti e politiche ritenuto al giorno d’oggi centrale e qualificante nella gestione aziendale. Tramite il welfare le aziende perseguono infatti obiettivi come il miglioramento del clima aziendale, del senso di appartenenza e del benessere dei lavoratori. Inoltre, i sistemi di welfare si inseriscono a pieno titolo nella politica retributiva aziendale.
Ospite di Confindustria Chieti Pescara anche il Direttore Generale di Federmeccanica Stefano Franchi: “Il welfare è uno dei cardini del Rinnovamento contrattuale e culturale che Federmeccanica sta portando avanti da anni. Si tratta di un fondamentale strumento di gestione delle risorse umane che va ben oltre l’applicazione di norme contrattuali. Le potenzialità del welfare non sono legate solo all’abbattimento del cuneo fiscale per quanto molto importante, ma anche all’impatto che ha (e che può avere) sul benessere dei singoli. C’è un doppio valore, economico e sociale. Ad esempio, grazie alla personalizzazione dei flexible benefits si possono soddisfare i bisogni di ciascun collaboratore, generando così un extra valore, come dimostrano molte ricerche. Dalle nostre indagini realizzate nel corso degli anni, emerge una domanda ampia di servizi personalizzati ed anche l’effetto che questi possono avere sul senso di appartenenza dei lavoratori, sul clima aziendale e sulla produttività delle aziende. Sono quindi soluzioni win win che possono consentire di realizzare un alto livello di soddisfazione del personale, ed allo stesso tempo rendere le aziende più competitive. Occorre andare avanti ampliando da un lato il perimetro della detassazione e decontribuzione dei flexible benefit e dall’altro lato, diffondendo sempre di più le forme personalizzate”.
Grande attenzione è stata riservata dalla platea anche alla testimonianza da remoto di Diana Terenghi, responsabile Welfare, area Compensation and Benefits di STMicroelectronics, che ha dichiarato: “Per un’azienda centrata sull’innovazione, quindi sulla ricerca e produzione high-tech, le persone o meglio i dipendenti sono al primo posto fra tutti gli stakeholder, e da quando è scoppiata la pandemia proteggere la loro salute e sicurezza è a maggior ragione il primo obbiettivo. Oltre a tutte le misure prese in questo senso, sono nate due iniziative nuove destinate a durare oltre il periodo di emergenza: una piattaforma di ascolto e supporto psicologico per offrire un aiuto da parte di professionisti esperti e una piattaforma di fitness at home per raggiungere un livello adeguato di benessere fisico”.
Silvano Pagliuca – Presidente di Confindustria Chieti Pescara ha concluso i lavori: “Il Covid ha cambiato il significato del welfare aziendale: l’impresa è chiamata a mettersi al centro della comunità e sta sviluppando una nuova consapevolezza del proprio ruolo sociale. Con il welfare aziendale anche le PMI oggi sostengono le priorità del PNRR generando un impatto con riverberi positivi su salute, equità di genere e generazionale, famiglie e comunità. Il welfare aziendale continua a crescere, stando anche ai risultati del WELFARE INDEX PMI 2021 presentato lo scorso settembre: nei due anni di emergenza il 43,8% delle aziende ha offerto presìdi di prevenzione e servizi diagnostici, tra i quali tamponi e test sierologici. Molte hanno ampliato i servizi sanitari già disponibili o ne hanno creato di nuovi: 25,7% hanno esteso le coperture assicurative; 21,3% hanno offerto prestazioni sanitarie a distanza, come servizi di consulto medico o psicologico. È stato rilevante il cambiamento affrontato per adeguare l’organizzazione del lavoro aumentando la flessibilità oraria e i permessi (35,8%), così come l’impegno economico a sostegno dei dipendenti. 39% hanno sviluppato in modo innovativo la formazione, introducendo soluzioni digitali. Le imprese, inoltre, hanno offerto contributi alle comunità e alle istituzioni pubbliche, con donazioni (16,4%) e con attività a sostegno del sistema sanitario o della ricerca (9,2%). Questo sforzo ha modificato in modo permanente il welfare aziendale: 42,7% delle imprese che hanno attuato iniziative in risposta all’emergenza intendono mantenerle anche in futuro. E i lavoratori ne hanno riconosciuto il valore: il gradimento per queste iniziative è positivo o eccellente nell’88% dei casi.”
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