venerdì 3 settembre 2021

Entro ottobre l’approvazione della legge regionale che tutela e valorizza i dialetti abruzzesi


 Entro ottobre l’approvazione  della legge regionale che  tutela e valorizza i dialetti abruzzesi 

di MICHELE MOLINO

La globalizzazione culturale ha  prodotto  il declino  dei dialetti e  delle tradizioni  locali.  Nei dialetti c’è una ricchezza di vita che non merita di scomparire. Sentiremo ancora pronunciare le frasi: Fère lu harbène, tinghe nu dulòre de cocce, me so bbuttate, chi  tt’è success, me so fatt’ na magnàte de saggecce,  z’è  piccichète la làute. Scompariranno i soprannomi  dall’uso popolare? L’Unesco  ha lanciato  dal  2012 l'allarme  sul

rischio di  estinzione dei dialetti  italiani; nessuno  finora  si è mosso. Nelle scuole non c’è  spazio per  il dialetto, eppure  gran  parte dei genitori   è favorevole all'introduzione nell’insegnamento.  Papa  Francesco, durante  un’udienza, ha parlato  a favore  della  lingua dialettale.  Neanche a farla apposta, ieri, l’assessore  regionale Manuele Marcovecchio  ha  annunciato sul suo profilo social  che  entro  il mese prossimo   la giunta regionale  approverà definitivamente  la normativa  per la tutela e la   promozione del patrimonio linguistico locale.  Una notizia  sconvolgente per gli amanti  della tradizione dialettale abruzzese, che  attendevano da tanto. Vorremmo dare  un piccolo  suggerimento  all’ assessore   Marcovecchio, cultore di storia locale e amante del dialetto. “Perché la Regione Abruzzo non promuove  “La giornata dei dialetti abruzzesi” da ripetere ogni anno,  per ricordare l’importanza delle lingue  dialettali? Una giornata  piena di  eventi  culturali aventi come filo conduttore  il tema delle lingue  dialettali,  delle tradizioni e delle usanze  tramandate di generazione in generazione?”.  Il dialetto non è inutile nella società di oggi, come alcuni pensano,  ma  é un patrimonio culturale di straordinario valore  da tutelare e tramandare alle nuove generazioni.

Michele  Molino

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