Visita lampo al carcere di Vasto per un interrogatorio il 19 luglio 1989. La telefonata anonima del giorno prima. Il ritrovamento in un casolare lì vicino di materiale esplosivo. Ma la notizia, riportata dalla stampa nazionale, fu poi smentita, con l’asserzione che il ritrovamento non era da mettere in relazione alla visita di Falcone a Vasto.
di Lino Spadaccini
23 maggio 1992 ore 17:57: lungo l’Autostrada A29, nei pressi di Capaci, vicino Palermo, una bomba composta da oltre 500 kg di tritolo, uccide il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.Poche settimane dopo, il 19 luglio, nell’attentato di via D’Amelio, perderanno la vita il magistrato Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta.
Sono passati ventinove anni da quei tragici avvenimenti, che segnarono uno dei periodi più bui della repubblica italiana.
Tre
anni prima, nel luglio del 1989, i giornali nazionali diffusero la notizia di
un possibile attentato a Vasto ai danni del giudice Falcone.
Già il 21 giugno precedente, Falcone divenne obiettivo di un attentato
presso la villa al mare, lungo la costa siciliana nella località denominata Addura,affittato per il periodo estivo.I
mafiosi piazzarono una borsa con cinquantotto candelotti di tritolo in mezzo
agli scogli, a pochi metri dalla villa, che stava per ospitare i colleghi svizzeri
Carla Del Ponte e Claudio Lehmann, con cui Falcone doveva discutere sul filone
dell’inchiesta “pizza connection”, che riguardava il riciclaggio di denaro
sporco.
L’attentato fallì a causa del malfunzionamento del detonatore.
Circa
un mese più tardi, la mattina del 19 luglio, in gran segreto, Falcone a bordo
di un elicottero della Polizia di Stato decollato da Pratica di Mare, atterrò nel
campo di calcio adiacente al carcere di Vasto. “Nella casa circondariale”, si legge sul Corriere della Sera, “il
giudice Falcone era rimasto poco più di mezz’ora, il tempo necessario per
interrogare Gaetano Grado, cugino di TotuccioCotorno, arrestato il 26 maggio
scorso a San Nicola L’Arena”. La sera precedente all’interrogatorio, alla
direzione del carcere era giunta una telefonata intimidatoria anonima: “Domani serviremo un caffè con l’esplosivo”.
Le forze dell’ordine erano già in allarme ed avevano messo in campo un grande
spiegamento di mezzi e persone, per effettuare accurate perlustrazioni di
controllo.
Qualche
giorno più tardi, agenti della guardia di finanza, in perlustrazione nella
zona nel carcere di Torre Sinello, notarono verso le sei di sera, un’automobile
transitare in una zona impervia, di solito poco frequentata. Alla vista della
volante, la macchina si dileguò. Durante l’ispezione effettuata nella zona all’alba
del giorno successivo, in una busta di plastica, nascosta
in una nicchia di una parete interna di un casolare a circa 700 metri dal
carcere, gli agenti di pattuglia trovarono 205 cartucce per carabina di
precisione, undici cartucce calibro 12 caricate “a lupara”, cartucce “dum dum”
con proiettile esplosivo, una pistola lanciarazzi tipo “Very” da un pollice con
due razzi segnalatori ed altri quattro razzi appartenenti ad altra pistola non trovata.
Il
27 luglio, il comando della legione della guardia di finanza di Ancona, con un
comunicato stampa chiarì “di non aver
formulato alcuna ipotesi circa origini e possibili utilizzatori del materiale
rinvenuto. In particolare, allo stato, nessuna ipotesi è stata formulata in
relazione alla visita del giudice Falcone al carcere di Vasto”.
Le
indagini proseguirono ancora per qualche giorno, per cercare di capire quando
il materiale venne nascosto nel casolare. Gli investigatori ritennero che
sconosciuti stessero cercando di recuperare le munizioni, ma non esclusero
l’ipotesi dell’organizzazione di un attentato in previsione di una nuova visita
del giudice Falcone al carcere di Vasto.
Falcone
tornò a Vasto nel giugno del 1991, insieme all’amico Paolo Borsellino, in
occasione del XXI Congresso Nazionale dei Magistrati Italiani.
2 commenti:
chissà le conseguenze che avrebbe avuto la città di Vasto se veramente sarebbe avvenuto l'attentato.
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