lunedì 22 marzo 2021

SIV/ Pilkington: Umberto Marrami ricorda il sindacalista Michele Macchiarola

SIV 19 marzo 1983 pranzo alla mensa aziendale:
Michele Macchiarola e Lina Marchesani
del Consiglio di Fabbrica, a  fianco al Papa.
 

 Da Umberto Marrami riceviamo e pubblichiamo questo ricordo sulla figura di Michele Macchiarola scomparso la scorsa settimana

Vasto, 15 marzo 2021
Arrivai alla SIV all’inizio del secondo decennio della sua storia, nel momento in cui si rendeva inderogabilmente necessario cambiare rotta per ridare vita e nuove prospettive ad un’azienda che non ce la faceva più a causa delle tecnologie obsolete improduttive, degli alti costi gestionali e delle nuove accelerazioni del mercato.
Si dovevano implementare nuovi processi d’impresa
che avrebbero comportato ingenti investimenti, chiusure di linee produttive,installazione di nuovi sistemi e, naturalmente,tanti sacrifici per i lavoratori dipendenti, operai soprattutto ed impiegati.

C’era bisogno che tutte le componenti socio economiche convergessero verso il disegno riformatore, e c’era bisogno che il sindacato dei lavoratori comprendesse la necessità del sacrificio e desse fiducia al management aziendale.

Tutto il sindacato, la Fulc di Roma e i Sindacati territoriali, convenendo sulla gravità del momento, assecondò il nuovo piano industriale, ponendo, però, anchecondizioni irrinunciabili quanto a livelli occupazionali e diritti dei lavoratori.

Poi, però, fu inevitabile che tutte le problematiche si scaricassero all’interno della fabbrica, tanti posti di lavoro in pregiudicato, cassa integrazione alle prime esperienze in Italia, i timori degli abruzzesi, le diffidenze della politica, un contesto che richiedeva nervi saldi, capacità di ragionare, farsi sentire nelle trattative, presidiare costantemente le fasi del processo di ristrutturazione.

Michele Macchiarola era lì.

Non temeva la rottura, ma non era solito eccedere nei toni, ragionava, argomentava, sempre proteso a difendere il lavoro ed i diritti dei lavoratori, pretendeva il mantenimento degli impegni, sempre pronto alla lotta ma conoscendo bene i contorni da non superare.

Erano tempi difficili, bisognava stare al gioco ma senza mai rinunciare alla difesa della sponda operaia.

Scioperi e rivendicazioni non scoraggiavano nessuna delle parti in causa, anzi erano strumenti del confronto.

Michele Macchiarola era questo.

E’ in quel contesto che va rivisto e considerato, ed oggi compianto, Michele Macchiarola.

Un “gigante” nella fabbrica, un leader naturale.

Rappresentante di grande fiducia del Sindacato di appartenenza, coerente e battagliero nel Consiglio di Fabbrica, amato dagli operai del suo gruppo, i meccanici, stimato dai superiori, apprezzato in ogni situazione, ascoltato sempre.

Capace di atteggiamenti riguardosi portava rispetto alla dirigenza che gli stava davanti.

E l’Azienda?L’Azienda lo considerava un interlocutore di valore, serio e credibile.

Tutti i dirigenti di ogni livello delle relazioni industriali del SINVET e della SIV lo riconoscevano e lo rispettavano.

Caro Macchiarola,

dopo tanti anni combattuti da parte opposta ma protesi al comune obiettivo di assicurare il posto di lavoro a tanti abruzzesi del vastese e fare grande la SIV, oggi sono a darLe l’ultimo saluto in questo mondo.

Quante cose mi stanno tornando alla mente, quanti ricordi, quanti aneddoti, e quanta stima ci siamo scambiati!

Quando La vidi la prima volta e ci conoscemmo volle mettermi alla prova sfidandomi a percorrere con Lei il camminamento sotto i “torrini”, quell’ambiente infernale sotto il letto di fusione, a più di cento gradi di temperatura, con un’atmosfera irrespirabile; accettai la sfida e quando sortimmo dalla parte opposta, nel compiacersi per il coraggio mostrato e per la capacità di resistenza, ebbe a dirmi “vede, è in questo ambiente che lavorano i meccanici della manutenzione quasi ogni giorno” anticipando così la vertenza sulle “pause” e sui tempi degli interventi.

Più tardi, in piena ristrutturazione, non dimentico l’occupazione delle aree circostanti e di tutti gli accessi alla palazzina degli uffici, così che nessuno potesse né entrare né uscire per tutta la giornata, da parte degli operai delle officine al coro incessantemente ripetuto “la lotta è dura e non ci fa paura”. Per la verità, nel rispetto dell’avversario, solo io ed il collega Lattanzio, potevamo avvicinarci, per trattare le modalità e la sospensione della manifestazione, e non senza scambiarci qualche battuta scherzosa di alleggerimento e di reciproco rispetto.

E la vicenda della visita del Papa? Quel posto che Le fu riservato insieme alla Signora Marchesani, non fu casuale, voleva avere ed ebbe un grande significato.

Ancora più tardi venne la Spagna, tante cose da ricordare anche lì, come dimostrò, la visita che mi fece alle FS, io già uscito dalla SIV, per presentarmi al Capo del Personale di Sivesa occasionalmente in Italia.

Quanto altro ci sarebbe!

Nel salutarLa in questo Suo destino, desidero lasciarLa dicendoLe semplicemente grazie, grazie per me, grazie per gli Amici della SIV e,soprattutto, grazie per la SIV.

Porterò sempre vivo nella mia memoria quel pensiero affettuoso e gentile che più di una volta mi ha esternato nella visita estiva che quasi ogni anno mi faceva “Lei sa che nella mia vita professionale ho sempre avuto due punti di riferimento, Sergio Cofferati e Lei, Dottor Marrami”.

Grazie ancora Michele.

Là dove ora si trova non si senta solo, Le saranno sempre vicini i nostri ricordi e la considerazione unanime che si è meritato.

UMBERTO MARRAMI

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