SIV 19 marzo 1983 pranzo alla mensa aziendale: Michele Macchiarola e Lina Marchesani del Consiglio di Fabbrica, a fianco al Papa. |
Da Umberto Marrami riceviamo e pubblichiamo questo ricordo sulla figura di Michele Macchiarola scomparso la scorsa settimana
Vasto, 15 marzo 2021Arrivai alla SIV all’inizio del secondo decennio della sua storia, nel momento in cui si rendeva inderogabilmente necessario cambiare rotta per ridare vita e nuove prospettive ad un’azienda che non ce la faceva più a causa delle tecnologie obsolete improduttive, degli alti costi gestionali e delle nuove accelerazioni del mercato.
Si dovevano implementare nuovi processi d’impresa
che avrebbero comportato ingenti investimenti, chiusure di linee produttive,installazione di nuovi sistemi e, naturalmente,tanti sacrifici per i lavoratori dipendenti, operai soprattutto ed impiegati.
C’era bisogno che tutte le componenti socio economiche convergessero verso il disegno riformatore, e c’era bisogno che il sindacato dei lavoratori comprendesse la necessità del sacrificio e desse fiducia al management aziendale.
Tutto il sindacato, la Fulc di Roma e i Sindacati territoriali, convenendo sulla gravità del momento, assecondò il nuovo piano industriale, ponendo, però, anchecondizioni irrinunciabili quanto a livelli occupazionali e diritti dei lavoratori.
Poi, però, fu inevitabile che tutte le problematiche si scaricassero all’interno della fabbrica, tanti posti di lavoro in pregiudicato, cassa integrazione alle prime esperienze in Italia, i timori degli abruzzesi, le diffidenze della politica, un contesto che richiedeva nervi saldi, capacità di ragionare, farsi sentire nelle trattative, presidiare costantemente le fasi del processo di ristrutturazione.
Michele Macchiarola era lì.
Non temeva la rottura, ma non era solito eccedere nei toni, ragionava, argomentava, sempre proteso a difendere il lavoro ed i diritti dei lavoratori, pretendeva il mantenimento degli impegni, sempre pronto alla lotta ma conoscendo bene i contorni da non superare.
Erano tempi difficili, bisognava stare al gioco ma senza mai rinunciare alla difesa della sponda operaia.
Scioperi e rivendicazioni non scoraggiavano nessuna delle parti in causa, anzi erano strumenti del confronto.
Michele Macchiarola era questo.
E’ in quel contesto che va rivisto e considerato, ed oggi compianto, Michele Macchiarola.
Un “gigante” nella fabbrica, un leader naturale.
Rappresentante di grande fiducia del Sindacato di appartenenza, coerente e battagliero nel Consiglio di Fabbrica, amato dagli operai del suo gruppo, i meccanici, stimato dai superiori, apprezzato in ogni situazione, ascoltato sempre.
Capace di atteggiamenti riguardosi portava rispetto alla dirigenza che gli stava davanti.
E l’Azienda?L’Azienda lo considerava un interlocutore di valore, serio e credibile.
Tutti i dirigenti di ogni livello delle relazioni industriali del SINVET e della SIV lo riconoscevano e lo rispettavano.
Caro
Macchiarola,
dopo
tanti anni combattuti da parte opposta ma protesi al comune obiettivo di
assicurare il posto di lavoro a tanti abruzzesi del vastese e fare grande la
SIV, oggi sono a darLe l’ultimo saluto in questo mondo.
Quante
cose mi stanno tornando alla mente, quanti ricordi, quanti aneddoti, e quanta
stima ci siamo scambiati!
Quando
La vidi la prima volta e ci conoscemmo volle mettermi alla prova sfidandomi a
percorrere con Lei il camminamento sotto i “torrini”, quell’ambiente infernale
sotto il letto di fusione, a più di cento gradi di temperatura, con
un’atmosfera irrespirabile; accettai la sfida e quando sortimmo dalla parte
opposta, nel compiacersi per il coraggio mostrato e per la capacità di
resistenza, ebbe a dirmi “vede, è in questo ambiente che lavorano i meccanici
della manutenzione quasi ogni giorno” anticipando così la vertenza sulle
“pause” e sui tempi degli interventi.
Più
tardi, in piena ristrutturazione, non dimentico l’occupazione delle aree
circostanti e di tutti gli accessi alla palazzina degli uffici, così che
nessuno potesse né entrare né uscire per tutta la giornata, da parte degli
operai delle officine al coro incessantemente ripetuto “la lotta è dura e non
ci fa paura”. Per la verità, nel rispetto dell’avversario, solo io ed il
collega Lattanzio, potevamo avvicinarci, per trattare le modalità e la
sospensione della manifestazione, e non senza scambiarci qualche battuta
scherzosa di alleggerimento e di reciproco rispetto.
E
la vicenda della visita del Papa? Quel posto che Le fu riservato insieme alla
Signora Marchesani, non fu casuale, voleva avere ed ebbe un grande significato.
Ancora
più tardi venne la Spagna, tante cose da ricordare anche lì, come dimostrò, la
visita che mi fece alle FS, io già uscito dalla SIV, per presentarmi al Capo
del Personale di Sivesa occasionalmente in Italia.
Quanto
altro ci sarebbe!
Nel
salutarLa in questo Suo destino, desidero lasciarLa dicendoLe semplicemente
grazie, grazie per me, grazie per gli Amici della SIV e,soprattutto, grazie per
la SIV.
Porterò
sempre vivo nella mia memoria quel pensiero affettuoso e gentile che più di una
volta mi ha esternato nella visita estiva che quasi ogni anno mi faceva “Lei sa
che nella mia vita professionale ho sempre avuto due punti di riferimento,
Sergio Cofferati e Lei, Dottor Marrami”.
Grazie
ancora Michele.
Là
dove ora si trova non si senta solo, Le saranno sempre vicini i nostri ricordi
e la considerazione unanime che si è meritato.
UMBERTO MARRAMI
Nessun commento:
Posta un commento