giovedì 25 marzo 2021

Crisi Pilkington: Sebastiani (ex SIV), "Bisognerebbe rientrare nel mercato vetri per edilizia e guardare al Mediterraneo, anche per i vetri per auto"

Da Osvaldo Sebastiani, responsabile Assistenza Tecnica SIV/ Pilkington in pensione, riceviamo e pubblichiamo  

Ho letto in questi ultimi giorni sulla stampa locali preoccupazioni dei dipendenti e dei sindacati Pilkington per un possibile ulteriore ridimensionamento delle attività nello stabilimento di San Salvo con l’ipotesi dello spegnimento definitivo di un forno float.

Mi piacerebbe ripercorrere velocemente gli accadimenti degli ultimi trent’anni che hanno portato a questa situazione.

A fine anni ottanta la SIV aveva raggiunto un alto livello di competitività sia nel settore auto che in quello edilizia nei confronti della ristretta concorrenza a livello europeo (Saint Gobain, Pilkington, Glaverbel, PPG).

All’epoca la Pilkington godeva di forti possibilità finanziarie derivanti dalle royalties legate all’applicazione del brevetto float in tutto il mondo ed era molto forte nel settore edilizia mentre era piuttosto modesta nel settore auto. Approfittando della politica nazionale allora decisa a dismettere le aziende a partecipazione statale, ha acquistato la SIV per adeguare i propri impianti europei di produzione di pezzi per auto sui superiori standard qualitativi della SIV; nel contempo ha iniziato un processo di smantellamento delle produzioni legate al settore edilizia di suo scarsissimo interesse.

Con l’acquisizione della società da parte della giapponese NSG le valutazioni industriali sono entrate in un campo internazionale ancora più ampio.

Ora penso che in molti ci si chieda come superare le problematiche occupazionali che inevitabilmente vi sarebbero se si arrivasse ad una ulteriore ridimensionamento del sito di San Salvo.

Mi piacerebbe pertanto dare, dal mio punto di vista, uno spunto di discussione.
Osvaldo Sebastiani

A prescindere dalle eventuali possibilità di ottimizzazione e di ammodernamento tecnico ed organizzativo degli impianti per ridurre i costi e migliore le efficienze, l’essere legati esclusivamente al settore auto rimane un problema costante e preoccupante perchè ogni volta che si assiste ad un calo delle vendite auto si ripresenta una crisi più o meno lunga e/o pesante.

Una seria alternativa, più a lungo termine, a mio modesto parere, rimane una “diversificazione” delle attività.

Si potrebbe pensare di rientrare nel settore edilizia con le produzioni di vetri più performanti (riflettenti, bassi emissivi, ecc) oltre che specchi, vetri di sicurezza e vetri per arredamento, tenendo in considerazione anche i notevoli sovvenzionamenti che sta mettendo in campo lo Stato Italiano per dare nuovo impulso all’edilizia; si potrebbe anche pensare di inserirsi in settori di nicchia del vetrario: produzioni di vetrate per grossi mezzi (bus, camion, treni) e produzioni con vetro cavo (bottiglie, contenitori e simili).

Diversificazione anche per il mercato di riferimento.

E’ risaputo che un’alta percentuale della produzione delle automobili è situata in centro Europa ed i costi di trasporto incidono notevolmente sul prodotto finito per San Salvo, che risulterà sempre lo stabilimento più penalizzato; per cui, per una strategia di marketing, bisognerebbe fare un pensierino sui mercati che ci vedrebbero geograficamente avvantaggiati (Sud–Est Europa, Bacino del Mediterraneo).

E’ ovvio che per attuare un simile progetto occorrerebbe, oltre ad una proprietà che sia fortemente interessata allo sviluppo del polo San Salvo, una visione futura ampia ed ottimistica, notevole convinzione e capacità sia manageriali che politiche.

Infine concludo con un augurio di proficuo lavoro a manager e politici che si devono confrontare con le attuali problematiche.

Osvaldo Sebastiani








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