Il 2 febbraio la chiesa cattolica festeggia la Candelora con la benedizione delle candele.
La Candelora è il nome popolare della festa della Purificazione della Beata Vergine, in ricordo di Maria, che in ottemperanza alla legge, si recò al Tempio di Gerusalemme quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, per offrire il suo primogenito e compiere il rito della sua purificazione.
Questa festa chiude le celebrazioni natalizie e con la profezia di Simeone alla Vergine Maria "anche a te una spada trafiggerà l'anima", apre il cammino verso la Pasqua.
La festa della Candelora, chiamata anche delle luci, ebbe origine in Oriente con il nome di "Ipapante", cioè "incontro"; nel VI secolo si estese anche in Occidente e fu introdotta nel calendario nell'anno 542 dall'Imperatore Giustiniano di Costantinopoli.
L’antichissimo uso di recare i ceri nella processione che
precede
La Candelora, per la sua collocazione, all’inizio del mese di febbraio ("Fibbrare, pitichirte, lupegge mese è di titte!"), quando si è nel pieno dell’inverno e le giornate cominciano ad allungarsi, è stata oggetto di detti e proverbi di carattere metereologico, come ad esempio:"Alla candelora dall’inverno siamo fuori; ma se piove o tira vento, nell’inverno siamo dentro", oppure in un’altra versione molto simile"La Candelore, u ce nénghe u ce piove da lu vérne séme fore; ville ville nu sulecélle quaranta dì de vernatèlle", mentre i versi di una canzoncina popolare vastese recitano:
la mmernäte è sciùte féure.
Arespànne la vicchia ‘stìute:
-La mmernäte nen è scìute!
Canda poppe la vecäche
allore è scìute la mmernäte.
Ma se vvu’ resse
cchiùssechìure
cand’arepasse le metetìure!-
Seguendo la tradizione, se il 2 febbraio il tempo è brutto, l’inverno durerà un altro mese. Ma non dovrebbe essere il caso di quest'anno visto il clima mite di questi ultimi giorni e un inverno che, metereologicamente parlando, si è visto solo a sprazzi.
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