domenica 14 febbraio 2021

Da taccuino di Angelo Del Moro: PARLIAMO MOLTO, MA ASCOLTIAMO POCO

SPARLIAMO FACILMENTE, MA ASCOLTIAMO CON DIFFICOLTA' di Angelo Del Moro

Ci impegniamo a raggiungere quell'equilibrio che dovrebbe essere la mèta di ogni uomo assennato, ma spesso non ci riusciamo.
Vale a dire parliamo molto e ascoltiamo poco.
Non c'è programma o dibattito televisivo in cui gli intervenuti non siano presi dalla smania di aprire bocca per dispensare il proprio sapere ma anche criticare e insultare chi la pensa diversamente.
Non di rado anche chi conduce si infervora, si intromette, interrompe, scavalca, e a volte scavalca e addirittura provoca la rissa.
Spesso anche tra le mura domestiche si fa a gara tra chi urla di più e così succede che le parole rimbombano a vuoto perché le persone non hanno voglia di ascoltarsi e di capirsi.

A questo proposito il filosofo greco Plutarco nel manuale "L'arte di saper ascoltare" ci da una lezione incredibilmente utile e attuale.
Quando una persona parla, bisogna prestare attenzione "con animo pacato e ben disposto come se fossimo invitati ad un banchetto sacro ... Bisogna aspettare pazientemente che l'interlocutore abbia finito il suo pensiero, anche se non lo si condivide."

Chi passa subito al contrattacco non solo interrompe e spezza il logico fluire del discorso ma fa anche una brutta figura e finisce per non ascoltare e non essere ascoltato. Chi invece sa controllarsi e rispettare il parlatore, riesce a trarre da ogni discorso qualche spunto che può tornare utile offrendo di sé un'immagine di una persona amante della verità, riflessiva e aliena dalla polemica.
La natura ci ha dato una lingua e due orecchie proprio perché è è più importante ascoltare che parlare, evidenzia Plutarco.
 
L'arroganza, la presunzione, il protagonismo, sono i difetti da cui occorre guardarsi. Non bisogna poi essere superficiali ma fare propri i concetti ascoltati. Bisogna anche imparare a stare in guardia dalle belle ma vuote parole. Dai discorsi apparentemente affascinanti ma privi di sostanza e verità, usati per abbindolare gli ingenui. Esattamente come accade con le fake news dei nostri giorni. Davvero interessante osservare che anche duemila anni fa, la gente era attratta più da quello che oggi chiamiamo gossip che dai discorsi seri.
 
"Se uno parla di un banchetto, di un corteo, di una lite avuta con un altro se ne stanno lì ad ascoltarlo in silenzio e magari insistono per conoscerne tutti i particolari. Se però uno si permette di dar loro un consiglio utile, dì esortarli a comportarsi come sì deve ... montano in bestia o cambiano argomento."
Consigli preziosi anche per i giovani che allora come oggi "dall'ascoltare possono trarre un grande vantaggio ma anche un grande pericolo" è che devono maturare senza cedere al disordine delle emozioni, cercando in ogni caso pacatezza e riflessione.
"La parola bisogna prima imparare ad accoglierla bene per poterla poi pronunciare, così come il concepimento e la gravidanza sono anteriori al parto".
Chissà, se Plutarco fosse vivo come commenterebbe certi dibattiti, ceri battibecchi dei nostri politici o rappresentanti delle istituzioni, ma anche certi discorsi tra ragazzi.
VASTO, 7 febbraio 2021.

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