lunedì 14 dicembre 2020

San Salvo: Umberto Di Biase, il poeta del mare. Fece amicizia con un gigantesco grongo

 
Umberto Di Biase, il poeta del mare. Fece amicizia con un gigantesco grongo

di Michele Molino

 Umberto Di Biase sarà ricordato dalla comunità salvanese  per il suo amore immenso per il mare. In quel meraviglioso ambiente si trovava  meglio di un pesce. E’ più il tempo della sua vita che ha trascorso

nell’acqua che fuori. 

A sei anni avvenne il suo primo approccio con il mare; andò  a bordo del carretto dello zio Antonino Fabrizio. Sognava tutte le notti di attraversare i mari sulla groppa di  un delfino. A 12 anni salvò la vita a diverse persone che stavano affogando,  ma dopo qualche anno acquistò  un’attrezzatura per la pesca subacquea. Esplorò le acque  profonde del mare di Corfù, Thainlandia, Tunisia e Brasile. Imparò a tracciare le coordinate marine. 

Quasi ogni giorno prendeva centinaia di pesci. Ad un certo punto si disfece del  fucile subacqueo ed acquistò una telecamera. Durante una immersione in Thailandia scorse dei grossi dentici intrappolati  nella rete, recise i lacci con un coltello, così i pesci tornarono felici in libertà. Portava sempre legata alla cintura una retina, dove depositava i rifiuti che raccoglieva nell’acqua per renderla più pulita. 

Fu lui a scoprire una nave mercantile silurata nel fondale marino di San Salvo. Fece amicizia con un gigantesco grongo di oltre due metri, che, ogni giorno, l’attendeva davanti alla tana,  per  ricevere  le briciole di  pane e biscotti. Umberto strinse amicizia con Luciano Ortolano animato dalla stessa passione per il mare. Se spartèvine pure  lu sonn. 

Ma accadde un tragico evento. Luciano era a bordo di un peschereccio; infuriò una terribile tempesta. Precipitò e finì inghiottito dai gorghi marini. Le ricerche proseguirono per diversi giorni, ma il corpo di Luciano  non si trovò. Umberto, dopo aver setacciato la zona del naufragio per giorni interi, ritrovò  il corpo del suo compagno rimasto incagliato tra gli scogli. Fu lui  stesso a trasportare a riva quel corpo esanime. 

Continuò a vivere la passione per le immersioni. Diceva spesso:“Vorrei vivere sott’acqua. Ho effettuato immersioni nei mari più suggestivi della terra, ma il mare Adriatico ha un fascino tutto particolare”. Prima che le sue condizioni di salute si aggravassero, ha voluto contemplare l’immensa distesa di acqua blu dove aveva trascorso momenti meravigliosi. Nel momento di ripartire, alzò lo sguardo al cielo; poi gli occhi si riempirono di lacrime.

Michele Molino

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