Ma non è chiaro chi ci mette i soldi per la manutenzione e la valorizzazione della pista ciclabile. Troppo pochi quelli racimolati con i canoni.
riceviamo e pubblichiamoLa Provincia ha aperto una fase di ascolto su regolamento per assegnazione aree residuali
Sullo scottante tema intervento del Presidente Mario Pupillo
Se da un lato ci gratifica l'attenzione che in tanti dedicano alla Via Verde dei Trabocchi, come è giusto che sia per un’opera che darà prestigio e nuove occasioni al turismo abruzzese e italiano, dall’altro sorprendono le dichiarazioni inviate alla Provincia in merito alla bozza di Regolamento per i servizi da predisporre sulle aree del sedime ferroviario della Via Verde dei Trabocchi.
Respingiamo le accuse di scarsa trasparenza giunte dalle varie associazioni che in questi giorni si sono espresse a mezzo stampa: proprio per massima trasparenza e condivisione la Provincia ha consegnato la bozza di regolamento oltre un mese fa ai Sindaci dei Comuni interessati che, consultando i portatori di interesse, dovranno proporre emendamenti, integrazioni, sottrazioni che verranno valutate nella loro consistenza giuridica amministrativa per essere accolti.
Dopo un primo incontro introduttivo, ce n’è stato un secondo interlocutorio con alcune giuste osservazioni dei Sindaci: il terzo si svolgerà il 15 dicembre.
Questa data ha generato le proteste delle associazioni pensando che fosse l’incontro definitivo: il regolamento verrà valutato al termine delle osservazioni scritte, inoltrate alla Provincia dai Sindaci che avranno cura di raccogliere le osservazioni dei portatori di interesse. L'obiettivo è di approvare il regolamento nella sua versione definitiva a fine gennaio.
In questi giorni c’è stata una serie di dichiarazioni che accusano la Provincia di trasformare la Via Verde nella “via delle bancarelle permettendo l’occupazione diffusa e capillare, con strade, chioschi, chioschetti e bancarelle e chi ne ha più ne metta lungo tutto il tracciato”.
E’ veramente sorprendente e fuorviante assistere a tali esternazioni, tanto da far supporre che la bozza di regolamento non sia stata letta bene.
Le aree individuate dal Regolamento sono quelle residuali dell’ex sedime ferroviario di proprietà della Provincia, strettamente adiacenti al tracciato e sono state divise in cinque tipologie:
1. 7 aree disponibili localizzate a fronte e a lato di operatori privati e/o Attività economiche esistenti
2. 10 aree limitrofe ai trabocchi esistenti
3. 8 aree oggetto di accordi fra Amministrazioni pubbliche
4. 28 aree disponibili distinte per tipologie di utilizzo
5. 1 area non disponibile
In tal senso è stata predisposta una documentazione coerente con la Legge Regionale 5/2007, composta da un Regolamento di gestione, un abaco degli elementi, cartografie e schede di riferimento, schemi convenzionali, il tutto a formare un Piano di assetto delle aree provinciali.
Con il Piano di assetto la Provincia intende quindi dotarsi di uno strumento teso al sostegno e al controllo degli interventi di trasformazione e alla risoluzione delle problematiche sulle aree di proprietà, per ampliare l’offerta di strutture di servizio leggere legate al turismo e alla valorizzazione del territorio e dotando la Via Verde di quelle indispensabili risorse capaci di generare ulteriori occasioni di attrattività e strutturazione dell’offerta turistica multistagionale.
Le aree residuali individuate sono complessivamente 54, di cui 28 distinte per tipologie di utilizzo e interessate da servizi di ristoro, di cui 2 possono essere riconvertite ad aree oggetto di accordi fra amministrazioni pubbliche.
Su 42 km di Via Verde a disposizione e facendo una semplice divisione, si tratta di un’area destinata a ristoro ogni 1,5 km: la paura di vedere “un gran bazar o mercatini diffusi” è dunque infondata.
Con il regolamento si intende limitare e disciplinare le dotazioni di servizi, non liberalizzarle per creare sì in quel caso il caos. La Via Verde infatti ha bisogno di servizi per essere in grado di rispondere alle esigenze di coloro che la frequenteranno e avranno bisogno di punto di ristoro, di servizi igienici, di spazi per svolgere attività fisica o ombreggi per ripararsi dal sole, panchine per sedersi, colonnine elettriche per ricaricare velocipedi o fare una doccia dopo un bagno in mare o affittare una bici.
Sullo scottante tema intervento del Presidente Mario Pupillo
Se da un lato ci gratifica l'attenzione che in tanti dedicano alla Via Verde dei Trabocchi, come è giusto che sia per un’opera che darà prestigio e nuove occasioni al turismo abruzzese e italiano, dall’altro sorprendono le dichiarazioni inviate alla Provincia in merito alla bozza di Regolamento per i servizi da predisporre sulle aree del sedime ferroviario della Via Verde dei Trabocchi.
Respingiamo le accuse di scarsa trasparenza giunte dalle varie associazioni che in questi giorni si sono espresse a mezzo stampa: proprio per massima trasparenza e condivisione la Provincia ha consegnato la bozza di regolamento oltre un mese fa ai Sindaci dei Comuni interessati che, consultando i portatori di interesse, dovranno proporre emendamenti, integrazioni, sottrazioni che verranno valutate nella loro consistenza giuridica amministrativa per essere accolti.
Dopo un primo incontro introduttivo, ce n’è stato un secondo interlocutorio con alcune giuste osservazioni dei Sindaci: il terzo si svolgerà il 15 dicembre.
Questa data ha generato le proteste delle associazioni pensando che fosse l’incontro definitivo: il regolamento verrà valutato al termine delle osservazioni scritte, inoltrate alla Provincia dai Sindaci che avranno cura di raccogliere le osservazioni dei portatori di interesse. L'obiettivo è di approvare il regolamento nella sua versione definitiva a fine gennaio.
In questi giorni c’è stata una serie di dichiarazioni che accusano la Provincia di trasformare la Via Verde nella “via delle bancarelle permettendo l’occupazione diffusa e capillare, con strade, chioschi, chioschetti e bancarelle e chi ne ha più ne metta lungo tutto il tracciato”.
E’ veramente sorprendente e fuorviante assistere a tali esternazioni, tanto da far supporre che la bozza di regolamento non sia stata letta bene.
Le aree individuate dal Regolamento sono quelle residuali dell’ex sedime ferroviario di proprietà della Provincia, strettamente adiacenti al tracciato e sono state divise in cinque tipologie:
1. 7 aree disponibili localizzate a fronte e a lato di operatori privati e/o Attività economiche esistenti
2. 10 aree limitrofe ai trabocchi esistenti
3. 8 aree oggetto di accordi fra Amministrazioni pubbliche
4. 28 aree disponibili distinte per tipologie di utilizzo
5. 1 area non disponibile
In tal senso è stata predisposta una documentazione coerente con la Legge Regionale 5/2007, composta da un Regolamento di gestione, un abaco degli elementi, cartografie e schede di riferimento, schemi convenzionali, il tutto a formare un Piano di assetto delle aree provinciali.
Con il Piano di assetto la Provincia intende quindi dotarsi di uno strumento teso al sostegno e al controllo degli interventi di trasformazione e alla risoluzione delle problematiche sulle aree di proprietà, per ampliare l’offerta di strutture di servizio leggere legate al turismo e alla valorizzazione del territorio e dotando la Via Verde di quelle indispensabili risorse capaci di generare ulteriori occasioni di attrattività e strutturazione dell’offerta turistica multistagionale.
Le aree residuali individuate sono complessivamente 54, di cui 28 distinte per tipologie di utilizzo e interessate da servizi di ristoro, di cui 2 possono essere riconvertite ad aree oggetto di accordi fra amministrazioni pubbliche.
Su 42 km di Via Verde a disposizione e facendo una semplice divisione, si tratta di un’area destinata a ristoro ogni 1,5 km: la paura di vedere “un gran bazar o mercatini diffusi” è dunque infondata.
Con il regolamento si intende limitare e disciplinare le dotazioni di servizi, non liberalizzarle per creare sì in quel caso il caos. La Via Verde infatti ha bisogno di servizi per essere in grado di rispondere alle esigenze di coloro che la frequenteranno e avranno bisogno di punto di ristoro, di servizi igienici, di spazi per svolgere attività fisica o ombreggi per ripararsi dal sole, panchine per sedersi, colonnine elettriche per ricaricare velocipedi o fare una doccia dopo un bagno in mare o affittare una bici.
Non secondaria è la necessità di dare opportunità a coloro che lavorano lungo la via Verde con esercizi ristorativi, Trabocchi, attività economiche o operatori turistici, sempre nell’ottica di opere di pubblico interesse che possono prevedere aree di sosta a monte della Via Verde anche a servizio di abitanti cui la realizzazione della via Verde ha precluso l’accesso delle auto.
Inoltre esiste un aspetto importante, ma che spesso viene dimenticato: il costo di gestione della Via Verde. Vincolando le entrate economiche derivanti dalla gestione delle aree in concessione alla manutenzione della stessa, viene strutturata l’unica modalità utile ad evitare di cadere nel meccanismo illegittimo dell’aiuto di stato: condizione di utilizzo dei fondi di finanziamento infatti è il non poter generare introiti di tipo commerciale, che potrebbero incrementare il bilancio dell’Ente.
La partita che ci attende è impegnativa e dobbiamo essere pronti a fornire i servizi di qualità ai turisti di tutta Europa ed oltre e non mercatini che nulla hanno a che fare con la strategia e la volontà della Provincia di Chieti. Siamo ben consapevoli della portata storica di quest'opera per l'Abruzzo intero, oltre che per l'area costiera interessata: ed è per questo che abbiamo voluto invece coinvolgere i Comuni e i portatori di interesse avviando dal 30 settembre la fase di ascolto.
Attendiamo pertanto proposte e osservazioni inoltrate alla Provincia con caratteri puntuali, veicolate attraverso i Sindaci o direttamente alla Provincia e non articoli generici che denotano atteggiamenti precostituiti e sospettosi di interessi particolari. Il nostro unico interesse è quello di fornire la Via Verde dei Trabocchi di tutti i servizi necessari per una proposta di accoglienza di eccellenza integrata e rispettosa dei principi ambientali e naturalistici.
Siamo sicuri che l’approfondimento del percorso porterà chiarezza e serenità.
Il Presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo
Inoltre esiste un aspetto importante, ma che spesso viene dimenticato: il costo di gestione della Via Verde. Vincolando le entrate economiche derivanti dalla gestione delle aree in concessione alla manutenzione della stessa, viene strutturata l’unica modalità utile ad evitare di cadere nel meccanismo illegittimo dell’aiuto di stato: condizione di utilizzo dei fondi di finanziamento infatti è il non poter generare introiti di tipo commerciale, che potrebbero incrementare il bilancio dell’Ente.
La partita che ci attende è impegnativa e dobbiamo essere pronti a fornire i servizi di qualità ai turisti di tutta Europa ed oltre e non mercatini che nulla hanno a che fare con la strategia e la volontà della Provincia di Chieti. Siamo ben consapevoli della portata storica di quest'opera per l'Abruzzo intero, oltre che per l'area costiera interessata: ed è per questo che abbiamo voluto invece coinvolgere i Comuni e i portatori di interesse avviando dal 30 settembre la fase di ascolto.
Attendiamo pertanto proposte e osservazioni inoltrate alla Provincia con caratteri puntuali, veicolate attraverso i Sindaci o direttamente alla Provincia e non articoli generici che denotano atteggiamenti precostituiti e sospettosi di interessi particolari. Il nostro unico interesse è quello di fornire la Via Verde dei Trabocchi di tutti i servizi necessari per una proposta di accoglienza di eccellenza integrata e rispettosa dei principi ambientali e naturalistici.
Siamo sicuri che l’approfondimento del percorso porterà chiarezza e serenità.
Il Presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo
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