venerdì 2 luglio 2021

PREMIO IPPOCAMPO, biennale internazionale di caricatura sulle vacanze: cinque edizioni di successo dal 1970 al 1978


80 vignette satiriche delle varie edizioni

di LINO SPADACCINI

Cinquant’anni fa, nell’estate del 1970, per iniziativa dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Vasto, nasceva il Premio Ippocampo, biennale internazionale di caricatura sulle vacanze, definita dall’avv. Roberto Bontempo, a quel tempo alla guida dell’Ente, “la Prima Olimpiade dell’Umorismo, il Campionato Mondiale della Satira”.

Saranno 5 le edizioni che vedranno la luce tra il 1970 ed il 1978, con il merito di aver portato a Vasto elementi di spicco  della caricatura mondiale. Una manifestazione nata anche da

un’esigenza ben precisa, così come spiega l’avv. Bontempo nel volumetto stampato in occasione della prima edizione: “Più che mai oggi, in questa nostra vita ansiosa e affannosa, si sente il bisogno dell’Umorismo, difesa istintiva e naturale contro i malanni, le tristezze, le angosce del mondo contemporaneo. Ridere è una forza, una forza salutare. Ridere è un segno di intelligenza, è un felice superamento della realtà — anche di quella più deprimente e più amara— è una dimostrazione di corpo e spirito sani, di ottimismo e di fegato coi filtri a posto. Con l’arma del buonumore si vincono anche le più insidiose battaglie”.

La prima edizione, in programma dal 27 giugno al 19 luglio 1970, pone all’attenzione del pubblico vastese e dei tanti turisti che hanno scelto come meta la cittadina adriatica, alcuni tra i più importanti caricaturisti contemporanei, quali gli italiani Leonardo Borgese, Giorgio Cavallo e Gigi Vidris, i francesi André Barbe e Philippe Soulas, il cecoslovacco Adolf Born, lo svizzero Skyll, i rumeni Claudiu Nicola e Josif Teodorescu, e tanti altri ancora.

Tra i membri della giuria non possiamo dimenticare di ricordare il grande Giuseppe Novello, Pino Jubatti, recentemente scomparso, Gec, al secolo Enrico Gianeri, uno dei più grandi caricaturisti e grafico-umoristi italiani. “L’Umorismo eccita il pensiero e rilassa i nervi”, afferma Gec, nel breve saggio di presentazione alla manifestazione, “È un farmaco infallibile antinoia antispleen. Elemento di rigetto dell’umornero. Consente all’uomo, prigioniero-schiavo di lavatrici, cambiali, tv, capuffici, rate, minigonne, maxi, ecc. di abbattere le ossessive pareti della cella carceremanicomio in cui è costretto, per andare incontro al sole. Gli fornisce le ali per il sognodesiderio. Per questa sua essenza, l’Umorismo appare scanzonato, irriverente, antiborghese, anticonformista, ribelle e rivoluzionario anticipatore. Si tratta, insomma, di quel prezioso Sesto Senso acutissimo che permette oltre che di veder dentro e dietro gli orpelli e le machere false e retoriche, anche di presagire e proiettarsi al Domani”.

Tra le 62 opere inviate, la giuria, riunita a Torino il 23 maggio, decreta la vittoria ex equo (Ippocampo d’Oro) a Ismet Voljevica (Jugoslavia) e Adolf Born (Cecoslovacchia). Ippocampo d’Argento ex aequo a Turhan Selcuk (Turchia) e Claudiu Nicolae (Romania).

Con l’edizione del 1972, la collettiva diventa quasi un incontro, o meglio un confronto tra due scuole di caricatura, davanti al medesimo soggetto: le vacanze. Per la seconda edizione, dal 17 giugno al 20 luglio, le due scuole a confronto sono quella italiana e quella rumena, con la partecipazione di ottimi caricaturisti, grazie alla collaborazione della Uniunea Artistilor Plastici romena e l’artista Claudiu Nicolae.

Oltre al confronto tra due scuole, l’Ippocampo 1972, si pone anche un altro obiettivo: la realizzazione del PUC. A spiegarlo, nella presentazione del catalogo, è l’avv. Bontempo: “Che cosa sarà il PUC? Il PUC, che significa Parlamento Universale Caricaturisti, intende raccogliere intorno a sé il fiore dei Caricaturisti mondiali, radunarli sotto il bel cielo di Vasto perché discutano i loro problemi e perché, egoisticamente, ci facciano ridere. E quindi incamerare, accumulare salute”.

Accanto due punti fermi, come GEC e Pino Jubatti, la giuria si arricchisce di Livio Apolloni, uno dei grandi della caricatura italiana, e Guasta (al secolo Guglielmo Guastaveglia), storico direttore de Il travaso delle idee, uno dei più popolari giornali umoristici italiani.

La giuria, riunita a Roma il 3 giugno 1972, decreta l’Ippocampo d’Oro all’italiano Giuseppe Novello, per la tavola “Arrivata stamane”, e quello d’argento allo statunitense, di origine svizzera, Hans Moser per “Radioline di spiaggia”.

Tra le opere in mostra, non possiamo non ricordare quello del rumano Ganesco Benedict, con quel gioco di parole che è diventato un vero e proprio slogan per la nostra città «È “vasto” il mondo!».

Ancora un cambio di rotta per la terza edizione dell’Ippocampo, di scena dal 22 giugno al 14 luglio 1974. Questa volta, l’intera manifestazione è dedicata ad una sola nazione: la Svizzera. Ventidue gli umoristi elvetici partecipanti, tra i quali spiccano Skill, Erik, Jusp, Ted Scapa, Jean Leffel, Hans Moser, Martial Leiter, Franco Barberis, Balz Baechi, Urs (Frédérich Studer), vincitore dell’Ippocampo d’Oro con la tavola “Partenza per le vacanze”, e Jürg Furrer, vincitore dell’Ippocampo d’Argento con la tavola “Safari”. Due le mostre personali, dedicate a René Fehr e Fredy Sigg.

Il 14 luglio non pone la parola fine alla mostra. Il grande successo della manifestazione, grazie alla presenza di nomi conosciuti a livello europeo e l’eco suscitato sulla stampa, hanno reso necessario ordinare nuovamente la mostra a Milano, dove il 5 novembre, a cura della Fondazione Pro Helvetia, sotto l’egida del Consolato Generale Svizzero di Milano, viene inaugurata nei locali della Biblioteca Comunale a Palazzo Sormani. Dopo il capoluogo lombardo, altra tappa a Martigny, paese natale di Skill, infaticabile coordinatore della mostra.

Con lieve ritardo rispetto alle precedenti edizioni, dal 25 settembre al 31 ottobre del 1976, va in scena la 4a edizione dell’Ippocampo, interamente dedicato al Sol Levante: il Giappone.

I poli di ispirazione della Caricatura Nipponica”, spiega Gec nella presentazione della mostra, “sono due: l’erotismo e le scenette — o scenate — familiari che, sovente, si tramutano in «ammucchiamenti orgiastici». Ma si tratta soltanto di una questione di etica. Certi rappresentazioni, diremo così, sessuali che possono scioccare, irritare, urtare, indisporre la sensibilità nevrotica di alcuni — per fortuna sempre meno — falsi puritani occidentali, sono moneta spicciola, scivolano come olio, nell’arte giapponese. Pittura, caricatura o fumetto che sia. La differenza è minima. Direi, inesistente. In quanto tutti i pittori nipponici sono caricaturisti o viceversa”.

Tra i ventidue artisti presenti in mostra, la giuria formata da Roberto Bontempo, Gec, Pino Jubatti, Giuseppe Rosato e Piero Zanotto, assegna l’Ippocampo d’Oro a Kunio Ayata, mentre quello d’argento a Noboru Baba.

Dopo tanto girovagare per il mondo, per l’ultimo appuntamento l’Ippocampo, torna in Italia, con una mostra allestita dall’8 al 23 luglio 1978, interamente dedicata ai suoi principali giovani artisti. Tra questi ricordiamo Attalo, Gino Barberis, Luciano Consigli, Sergio Ippoliti, Enzo Maneglia, il lancianese Lucio Trojano, il pescarese Nino Di Fazio e il grande Benito Jacovitti, uno dei più grandi fumettisti italiani, nato a Termoli.

Luciano Consigli vince l’Ippocampo d’Oro, mentre è Attalo ad aggiudicarsi quello d’argento. All’interno del Premio, spicca l’interessante mostra dedicata a Giorgio Ansaldi (1844-1922), meglio noto come Dalsani, uno dei più prolifici caricaturisti italiani dell’Ottocento, protagonista della Belle Èpoque, collaboratore di numerosi periodici del tempo.

Con la quinta edizione dell’Ippocampo, termina questa straordinaria manifestazione, con ottimi riscontri di pubblico e critica, che ha avuto il merito di portare a Vasto artisti di caratura internazionale, all’insegna del buon umore.

Perché il riso… fa buon sangue?”, si domandava Mario Alori, in un articolo apparso su Il Mezzogiorno del 25 giugno 1972, “Perché il riso massaggia gli organi del torace. I polmoni, la laringe e gli organi attigui si riempiono di una quantità maggiore di sangue, il cuore pulsa più vigorosamente. Lo stesso si osserva anche quanto si canta. Ma nel riso vi si aggiunge un elemento nuovo: lo scoppio improvviso dell’ilarità. Il massaggio degli organi ha un inizio violento e vigoroso. Si raccontano volentieri dieci barzellette una dopo l’altra, solo per il gusto di rinnovare dieci volte lo stesso irrefrenabile scoppio dell’ilarità. Una ora allegra passata in buona compagnia può costituire una cura e ciò non solo per i motivi fisiologici a cui si è accennato”.

Tutto questo ha rappresentato l’Ippocampo, grazie alla lungimiranza dell’avv. Bontempo Bontempo ed alla professionalità di Enrico Gianeri e Pino Jubatti.

 Lino Spadaccini

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