di LINO SPADACCINI
Straordinario successo per la visita al campanile della chiesa di S. Maria Maggiore, promosso dal parroco don Domenico Spagnoli, in collaborazione con il FAI ed il Comune di Vasto.
Straordinario successo per la visita al campanile della chiesa di S. Maria Maggiore, promosso dal parroco don Domenico Spagnoli, in collaborazione con il FAI ed il Comune di Vasto.
È
stato un primo tentativo di apertura al pubblico quello promosso da don
Domenico Spagnoli, svolto in assoluta sicurezza, a causa delle restrizioni
dovute al Covid 19 ed alle delicate scale in ferro, con un grande lavoro preliminare,
che ha visto l’impegno di tutta la comunità di S. Maria Maggiore, che ha
supportato il parroco nei lavori di pulizia, soprattutto dal guano dei
piccioni, nella generale messa in sicurezza, nella sistemazione
dell’illuminazione e nella ristrutturazione della scala di accesso alla
terrazza e della sua porta in ferro.
Dal
10 agosto scorso, in pochi minuti, sono arrivate centinaia di prenotazioni, a
dimostrazione della
voglia dei vastesi e dei turisti, ma anche di tecnici, ingegneri e campanari, di cogliere la grande opportunità di visitare il campanile e guardare dall’alto la città. Sicuramente una parte determinante è stato dato anche dalle splendide e toccanti immagini della benedizione con la reliquia della Sacra Spina impartita da don Domenico nel giorno della festa, immortalata dalle immagini di Costanzo D’Angelo e Nicola Cinquina.
voglia dei vastesi e dei turisti, ma anche di tecnici, ingegneri e campanari, di cogliere la grande opportunità di visitare il campanile e guardare dall’alto la città. Sicuramente una parte determinante è stato dato anche dalle splendide e toccanti immagini della benedizione con la reliquia della Sacra Spina impartita da don Domenico nel giorno della festa, immortalata dalle immagini di Costanzo D’Angelo e Nicola Cinquina.
Un
sogno finalmente realizzato per tante persone. Un sogno, come ha sottolineato
don Domenico stesso, che ci portiamo da bambini e che risultano però, quasi
sempre, irraggiungibili. Questa volta, per molti, il sogno si è tramuto in
realtà. Ma salita verso la sommità del campanile non è soltanto una semplice salita
per ammirare il panorama a 360° dai suoi quaranta metri di altezza. La salita
al campanile è quasi un racconto di oltre settecento anni, attraverso pietre,
mattoni, fregi, architravi, decorazioni, finestre aperte o murate, fori e tanto
altro ancora, che cercano di comunicare al visitatore una storia e svelarne le
varie fasi di costruzione.
Don
Domenico Spagnoli, con il suo dinamismo ed il suo entusiasmo, è stata la guida
d’eccezione per i tanti visitatori. La visita è iniziata dall’esterno del
campanile ed è stato un piccolo viaggio, non solo storico-architettonico, ma
anche spirituale.
Il
campanile da sempre è un punto di riferimento per il popolo, infatti, con il
suo suono chiama a raccolta i fedeli, ne segna i momenti belli ed anche quelli
brutti, e ne scandisce il tempo.
L’attuale
campanile poggia su una base più grande, denominata “Battaglia”, forse la base
del vecchio campanile diruto oppure la parte fortificata della Vasto medievale,
e si slancia verso il cielo nei suoi 40 metri di altezza. Dall’esterno, nella
zona della cappella della Madonna del Rosario, è possibile notare come il corpo
della chiesa sia scollegato da quello del campanile e che gli stessi accessi
sono stati modificati.
La
sala di accesso alla torre è stata dedicata al compianto sagrestano Giuseppe
Ruzzi, testimoniato da una targa ricordo posta all’ingresso: Salita Torre
Giuseppe Ruzzi “Peppino”. Sull’architrave dell’ingresso alla torre,
l’iscrizione ci ricorda l’anno di edificazione, ovvero il 1331, e c’introduce
alla scala a chiocciola in pietra antica.
La
salita prosegue tra scale in cemento e quelle in ferro, che hanno sostituito
nel tempo quelle realizzate in legno, e ci accompagnano alla scoperta
dell’interno della torre fino all’attuale cella campanaria.
Dall'alto
della torre della Chiesa di S. Maria Maggiore oggi fanno sentire la propria
voce cinque campane: la più antica risale al 1747, ed è posta sul lato ovest
del campanile, quella sul lato est è del 1857, la campana maggiore è stata fusa
nel 1833, mentre le due più piccole risalgono al 1956.
Attraverso
una scala a chiocciola in ferro è possibile raggiungere la terrazza, realizzata
nell’agosto del 1714, insieme al parapetto.
Il
panorama che appare dalla torre di S. Maria è di quelle da togliere il fiato.
Si possono ammirare il golfo di Vasto e, quando le condizioni meteo sono
favorevoli, le Isole Tremiti ed il promontorio del Gargano, il centro storico,
con piazza Rossetti, la villa comunale, Palazzo Palmieri, il palazzo
arcivescovile e la chiesa del Carmine, ed ancora, alzando lo sguardo, verso il
porto, il quartiere di San Paolo, la Maiella e Monteodorisio.
“L’altezza”, spiega don Domenico nel
pieghevole consegnato ai visitatori, “aiuta
a vedere le cose con un salutare distacco e a cogliere
quel definitivo che appartiene a Dio. Molto utile sarà, oltre che soffermarsi a
fotografare, anche fare un po’ di silenzio e ascoltare il vento che da quella
altezza non trova ostacoli. Il vento soffia e fa rumore e rimanda a ciò che,
nella vita cristiana, è lo Spirito Santo: dal campanile si potrà invocare anche
quella docilità allo Spirito per ridiscendere con un cuore più leggero e
desideroso di indicare il cielo agli uomini troppo attaccati alla terra”.
Visto
il grande successo dell’iniziativa, e per accontentare quante più persone
possibili, il parroco ha già comunicato che il campanile sarà nuovamente
visitabile, grazie anche alla collaborazione del FAI, in prossimità della festa
del patrono S. Michele Arcangelo, e precisamente nei pomeriggi dal 21 al 28
settembre. Nei prossimi giorni verranno rese le relative modalità di
prenotazione.
Lino
Spadaccini
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