domenica 30 agosto 2020

Alla riscoperta delle contrade: il Torrione e il monastero di S. Chiara

di  GIUSEPPE CATANIA
da notare: sotto il Torrione la fontana con una vasca per abbeverare
 gli animali.  E poi le persone che passeggiano
lungo l'attuale Corso Nuova Italia!

La contrada del "Torrione", una delle 14 contrade che delimitava il territorio dell'Università di Vasto, è nota per la presenza di quella grande torre nell'attuale piazza Rossetti.
Ma ne aveva un'altra che era attaccata alle casette della famiglia Moschetta. Questa torre anticamente era nota come "Torre mozza", perché era stata privata di alcune altezze.
Il Torrione, che successivamente venne sopraelevato, era un baluardo difensivo importante della cinta muraria. All'esterno esisteva una grande "Peschiera" dove scorreva l'acqua del 1'acquedotto delle "Luci".
Nel 1522 sotto 1 'amministrazione del
Magistrato Dario D'Antonello lungo la cinta muraria vi erano addossate alcune casette di proprietà di Giovanni Tommaso Moschetta che, per la loro posizione, impedivano la difesa della Città contro le ricorrenti scorrerie dei pirati. Fu così che il Magistrato, prevedendo altre incursioni, rinfrozò le mura difensive, abbattendo le casette circostanti. In questo modo si evitarono anche gli attacchi delle truppe francesi, e altri pirati slavi, che in quel periodo con le loro navi danneggiavano le città costiere fin oltre la Puglia, dopo aver occupato Monopoli e altre loca1ità, superando il litorale di Vasto con una grossa armata navale,sbarcando sul Sangro dirigendosi verso Lanciano, saccheggiando la città.
Fortunatamente Alfonso D'Avalos, Marchese del Vasto e Capitano Generale di Napoli, dove si trovava, inviò a Vasto numerose soldatesche per difendere la città.
Dove oggi è il mercato sorgeva
l'imponente monastero di S. Chiara, visibile nella foto

Nella contrada del Torrione era il Monastero di Santa Chiara. Nel 1585 l'Università del Vasto ottenne dal viceré licenza per fondare un monastero di monache. D'accordo con l'Università di Vasto, con l'esborso di 500 ducati vennero iniziati i lavori per la costruzione del monastero che venne completato dopo molti anni.

Nell'archivio del Monastero si leggono queste memorie:

Andò il Sig. Lucio Canazza Procuratore del monastero alii 22 Sett. 1609 con molti cittadini, e con tutta la gente nella città dell'Aquila a pigliare tre Madri fondatrici nel Venerabile Monistero di S. Chiara povera di detta Città. Uscirono dal detto Monastero li 26 Sett. 1609 (II Padre Arcangelo di Montesarchio nella Cronistoria della Prov. di S. Angelo, parlando di questo monastero, che uscirono col breve del Pont. Paolo V). 
La Rev. Madre Suor Feliciana Barone Aquilana Abbadessa, la Madre Suor Arcangela Antonelli, Aquilana, Vicaria, e la Madre Suor Addaria Valverde, Spagnola, Mastra delle Novizie. La detta Rev. Madre Badessa portò seco una sua nipote, e tutte vennero con due lettiche dell'Eccellentissima Signora di Pescara, accompagnate dal Rev. Vicario all'Aquila, insieme con otto Gentiluomini consanguinei di dette Madri. 
Giunsero a Vasto li 30 Sett. 1609 e furono ricevute con molta allegrezza dal popolo, le quali furono alloggiate in Casa della Signora Porzia Canazza fondatrice del monistero perché non era ancora fatta la Clausura. 
Furono scritte ed esaminate alli 4 Ottobre 1609 undeci figlie dal Signor Vicario presente, cioè Chiara Barone figlia del Signor Bartolomeo Barone Aquilano, Maddalena de Litiis figlia del Signore Marcantonio de Litiis, Virgilia e Candida de Litiis figlie del Signore Antonello de Litiis, Zenobia Sottile figlia del Signore G. Francesco Sottile, Grazia Gennari figlia del Signore Tommaso Gennari, Francesca e Domenica Monaco fi¬glie del Signore Donato Monaco, Innocenza Panza figlia di Pietro Panza, Costanza e Brigida de Sanctis figlie del Signore G. Battista de Sanctis.

Giuseppe Catania

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