A RICORDO DI DON FELICE
Ci sono sacerdoti che per carisma spirituale, opere pastorali ed assistenziali e capacità associative, hanno segnato la storia delle loro parrocchie, dei loro Paesi; accade ovunque ed in ogni epoca. A Vasto a lasciare un’impronta indelebile è stato don Felice Piccirilli, parroco della Cattedrale di s. Giuseppe dal 1942 al 1968, ovvero il periodo forse più delicato e difficile del secolo: i drammatici anni del secondo conflitto mondiale e il periodo postbellico, fino agli anni dell’industrializzazione di questa regione meridionale dell’Abruzzo. E in quegli anni si segnalò il dinamismo socio-spirituale di quel parroco con la realizzazione della Casa del Fanciullo, la
Domus Pacis, la scuola professionale e dell’infanzia ed una miriade di altre iniziative che sarebbe lungo raccontare in questa sede. Tanti sono ancora oggi gli ex collaboratori e parrocchiani che lo ricordano con affetto e nostalgia. Sono gli “Amici di don Felice” un gruppo ormai consolidato di amici che ricordano periodicamente gli insegnamenti di don Felice nelle date più importanti della sua vita.
E lunedì scorso, 20 luglio, con una s. Messa celebrata da don Gino Smargiassi, storico v. parroco della Cattedrale e don Gianfranco Travaglini, Parroco reggente di s. Giuseppe, è stato ricordato l’84esimo anniversario dell’Ordinazione sacerdotale di don Felice, avvenuta a Chieti il 19 luglio del 1936 e, sempre il 19 luglio, ma del 1942, l’inizio del suo apostolato come Parroco della Cattedrale. Prima della s. Messa ai partecipanti è stata offerta una foto di don Felice e sul retro il testo del ricordino che fu distribuito quel giorno lontano. Il testo, una sintesi di quella che sarebbe stata la vita di quel sacerdote, è stato illustrato da don Gino durante l’omelia, arricchendolo con significativi ricordi personali. Lo pubblichiamo volentieri perché serve ai giovani per conoscere di più don Felice e a chi lo ha conosciuto, ricordarlo meglio.
IL SACERDOTE E’ UN ALTRO GESU’ CRISTO
IL mio primo sacrificio
Offerto a Te, o Signore, per mezzo di Maria.
Ti canti
una perenne gratitudine l’anima mia
per avermi elevato dalla mia miseria
al Tuo Sacerdozio.
Apporti la pace dei giusti al babbo defunto,
alla mamma, parenti e quanti amo,
trionfial Papa, benedizioni al mio Vescovo,
cristiana grandezza alla Patria
pace al mondo,
a me santità e zeloapostolico
efficacia alla mia parola,
lume e saggezza
nella mia guida delle anime
Nicolangelo D’Adamo
Nessun commento:
Posta un commento