Siccome è difficile andare al ballottaggio, la gente vuole sapere se al secondo turno la lista in parola si allea con la destra o con la sinistra.
Dirlo è questione di correttezza politica.
Secondo noi conviene dirlo: anche perché la scelta di campo agevola il posizionamento in campagna elettorale, dando la possibilità di criticare solo l’avversario (o gli avversari) del polo avverso e di essere più morbidi verso coloro con cui si potrebbe fare poi un’alleanza.
Altrimenti come può fare una lista civica a convincere i suoi elettori che al secondo turno va bene anche un’alleanza con quelli che sono stati aspramente criticati fino al giorno prima?
Ogni riferimento a fatti, persone o cose è puramente casuale.
Ogni riferimento a fatti, persone o cose è puramente casuale.
NDA
2 commenti:
Purtroppo la mia è una visione più pessimistica.
Le liste civiche si pongono sempre come l’alternativa alle liste di partito, e ai poli?
Anche se nascono ufficialmente come alternative, per dichiarata sfiducia ai partiti ufficiali, acquistano sempre più i connotati di succursali di chi dovrebbero sostituire al governo della città.
Di fatto nascono, con il bene placido della casa madre, come portatori di voti che racimolano consensi fra i parenti e amici non allineati alle liste nazionali.
Purtroppo, non portano idee originali su come gestire la cosa pubblica, ma sono un supporto dichiarato a uno dei due poli. Con il chiaro intento di ricevere il dovuto compenso in base al loro portafoglio scaturito dalle urne.
I promotori di liste civiche dichiarate non schierate su uno dei due poli, attendono fra il primo e il secondo turno delle proposte “politiche” per dirottare i propri elettori, merce di scambio.
Enzo, hai fatto una lucida analisi di quello che avviene: al secondo turno si va con quello che dà di più!
Posta un commento