Alberto Argentieri (si ringrazia la moglie di Mino Argentieri, sig.ra Anna) |
di Antonino Orlando
Alberto
Argentieri (all’anagrafe Albertino Nicolino Giustino) nacque a Gissi il 24
dicembre del 1882 da Domenico Argentieri, ingegnere e Teodora Tenaglia.
Dalla scheda
biografica compilata dalla Prefettura di Chieti nel 1901 si evince che
l’Argentieri frequentò scuole tecniche a Roma senza però conseguire licenza. Tuttavia,
come da lui dichiarato in una lettera del 19 novembre del 1916 indirizzata al
Comandante della compagnia reparto deposito di Perugia, studiò anche presso la
libera università di Ginevra. La sua scelta di campo a favore delle classi
popolari si manifestò in età giovanissima quando a Gissi si schierò, insieme ad
altri cittadini, contro il notabilato che sfruttava soprattutto le masse
contadine che vivevano in
condizioni di estrema miseria.
condizioni di estrema miseria.
Infatti, nella
scheda personale redatta nel 1901 all’età di 19 anni, riporta quanto segue:
Gissi, tra la
fine dell’800 e i primi anni del ‘900, vide svilupparsi un agguerrito gruppo
anarchico e socialista. Tali origini le possiamo ricollegare all’ attività della
Società Operaia di Mutuo Soccorso presente in paese già a partire dalla seconda
metà dell’800. Tra i dirigenti del sodalizio operaio gissano troviamo anche Achille
Gaspari (il papà dell’On.le Ministro Remo Gaspari) e Nicola Solitario, che diventeranno
figure rappresentative del movimento anarchico e socialista locale tra l’altro
intimi amici dell’Argentieri.
Il nutrito
gruppo di artigiani e contadini trovò nelle esperienze mutualistiche e poi nei
primi afflati del movimento operaio i riferimenti ideali per combattere le prepotenze
e i soprusi dei gruppi di potere provenienti dal ceto agrario e dalle
professioni. Intorno ad un nucleo di anarchici, tra cui, Alberto Argentieri, il
sarto Achille Gaspari, l’ebanista Orazio Gaspari e il fotografo Nicola Solitario
si costituì un forte gruppo di militanti che svolsero attività politica e
sindacale non solo a Gissi ma anche nei paesi limitrofi e, come emigranti, nel nord
America. Con lo svilupparsi delle prime idee anarchiche, cresciute anche grazie
all’esperienza dell’emigrazione, Gissi vide la presenza anche di esponenti di
rilievo nazionale come Enrico Malatesta che intrattenne una lunga e cordiale
amicizia con Orazio Gaspari. Tuttavia con l’acuirsi dello scontro politico e
con l’esigenza di dare a questo scontro uno sbocco politico si diffusero anche
le idee socialiste e l’esigenza di dare vita alle prime forme di organizzazione
politica operaia.
Questo gruppo,
sia pure con diverse storie personali, fu attivo anche durante la dittatura del
regime fascista. Infatti, nel casellario politico giudiziario, conservato nell’Archivio
Centrale dello Stato di Roma, ci sono i fascicoli, oltre che dei suddetti,
anche dei seguenti antifascisti: Argentieri Nicola, sarto socialista;
Argentieri Giuseppe socialista; Carriero Nicola, bracciante, anarchico; Cerulli
Alberico sarto, anarchico; Cirulli Luigi, sarto anarchico; Costantini Gennaro,
sarto, commerciante di tesuti, anarchico, D’Angelo Gabriele muratore,
antifascista; Desiderio Nicola, bracciante, Garegnani Francesco, falegname,
anarchico, Gaspari Levino ferroviere, comunista; Gaspari Felice, sarto,
socialista; Iorio Vincenzo bracciante, socialista; Spadaccini Torindo Domenico
calzolaio, antifascista; Solitario Giovanni, possidente e gestore di piccola
banca, socialista; Solitario Luigi Eugenio, falegname, socialista; Tessitore
Alfredo, falegname, anarchico; Tessitore Umberto sarto, anarchico.
Alberto Argentieri
a 21 anni, per la prima volta, si imbarcò a Napoli con la nave Attiva e sbarcò
il 20 marzo del 1903 a
New York. Da lì si trasferì a Washington D.C. dove vi soggiornò fino al gennaio
del 1910. Nel nuovo mondo entrò subito in contatto con la folta rappresentanza degli
emigranti italiani politicizzati.
Nel 1910, dopo
aver soggiornato per un breve periodo a Parigi Argentieri fece ritorno in
Italia rimanendovi per alcuni mesi nei quali cercò di trovare lavoro prima a
Roma come agente di commercio, poi a Napoli come insegnante. Ma la ricerca non
ebbe esito favorevole e il 12 agosto, sempre dal porto Partenopeo, si riimbarcò
sulla nave “Santa Anna” alla volta di New York dove vi giunse il 17 agosto
dello stesso anno.
In questo secondo
periodo rimase negli USA circa quattro anni. Nello stesso anno, nel mese di luglio,
arrivò negli USA, per sfuggire ad una condanna, Edmondo Rossoni che venne
ospitato da Alberto che lo aiutò ad inserirsi nell’ambiente dei socialisti
italo americani. Così tra Argentieri e Rossoni nacque una forte amicizia che
durerà nel tempo e che si rinsalderà quando, diversi anni dopo, l’Argentieri
chiederà, ottenendola, protezione da Rossoni che nel frattempo era diventato un
autorevole, anche se per certi versi scomodo, dirigente fascista.
Con l’accendersi della lotta tra
interventisti e neutralisti, tra il 1914 e il maggio del 1915, anche in Abruzzo
vi furono degli scontri tra opposti gruppi. A Gissi si verificarono momenti di
tensione sfociati in azioni piuttosto cruenti. Argentieri, unitamente ad altri
suoi compagni, si schierò decisamente sul fronte dei neutralisti. I giornali
del tempo non mancarono di raccontare gli episodi di violenza accaduti in quelle
settimane infuocate.
Sui fatti di
Gissi il «Corriere frentano», di fede interventista, riporta la cronaca degli
avvenimenti. Ma seguiamo dal giornale come andarono le cose la sera del 18 maggio:
mentre
suonava la musica si gridò “viva la guerra” dei cittadini risposero “abbasso”.
I carabinieri, che avevano permesso “evviva” si slanciarono contro i
neutralisti. Questi, mentr’erano nelle mani della “Forza” venivano aggrediti da
messer Luigi Carunchio, Pietro Ghianni, Luigi Piccirilli ed altri. Il Carunchio
spezzò il bastone sulla testa di un arrestato indi si armò di una tavola e
continuò a picchiare con furia beduina.
Tra i
manifestanti arrestati ci furono oltre all’Argentieri anche l’anarchico Orazio
Gaspari e altri.
I socialisti della
provincia di Chieti intensificarono l’attività politica in vista delle
imminenti elezioni politiche che si svolsero il 16 novembre 1919 ottenendo una lusinghiera
affermazione. A Gissi il Partito socialista riportò una importante vittoria: su
736 votanti, 400 voti andarono alla lista socialista. In provincia accadde,
oltre che a Gissi, solo a Paglieta e Tocco Casauria. Così il paese collinare,
con grande rammarico del notabilato locale, divenne una roccaforte rossa
e punto di riferimento per le masse lavoratrici di tutto il circondario.
Le elezioni politiche del 1919
furono un successo per i socialisti. L’introduzione di una legge proporzionale
e l’ampliamento degli aventi diritto premiarono in particolare le forze popolari.
Negli Abruzzi furono eletti tre deputati, 2 a L’Aquila, Lopardi e Trozzi e a Teramo Emidio
Agostinoni.
In provincia di Chieti, il PSI non ottenne
nessun eletto, tuttavia il risultato, complessivamente, fu incoraggiante. Forti
del buon riscontro elettorale i socialisti della Provincia intensificarono
l’attività politica in vista delle prossime elezioni amministrative che si
sarebbero tenute nell’autunno del ’20. Il I maggio dello stesso anno fu
festeggiato con numerose manifestazioni in tutta la Provincia. Nel
circondario di Vasto ci furono manifestazioni a Gissi, Carpineto Sinello e
Liscia, a Vasto vi fu un corteo molto partecipato che si concluse in Piazza
Barbacani dove si tenne un comizio in cui parlarono Izzi, segretario della
locale Camera del lavoro.
Il 25 e 26
luglio del 1920 a
Vasto, presso il Cinema Istonio, si tenne il I Convegno provinciale delle
Organizzazioni economiche che facevano riferimento al Partito socialista. Vi
presero parte delegati da tutta la provincia di Chieti in rappresentanza delle
varie sezioni socialisti, delle Leghe contadine, operaie e dei combattenti e
reduci, delle cooperative.
In quegli stessi anni muoveva i
primi passi il Partito popolare fondato da Don Sturzo che mirava ad organizzare
le masse cattoliche e contrastare in modo efficace l’avanzata socialista.
Roccaforte del popolarismo, da subito, divenne Vasto. Si affermarono dirigenti
importanti quali Nasci, Ritucci-Chinni e il giovane Giuseppe Spataro.
Per
comprendere un po’ quello che era, in quegli anni, lo scontro politico nel
Vastese riportiamo alcuni episodi. Dal settimanale socialista «La Conquista proletaria» del
25 aprile del 1920 apprendiamo che il segretario di Federazione socialista Cavarocchi
tenne un comizio a Vasto, i popolari chiesero il contraddittorio e intervenne
l’Avvocato Mayo. Questa soluzione non bastò a raffreddare gli animi e così si
verificarono dei tumulti capitanati dal prete don Vincenzo Pomponio,
imparentato, tra l’aLtro, con i
Creatore, famiglia socialista di vivaisti.
Tornando ad Argentieri vediamo
che anche se gli incarichi sindacali e politici lo tenevano fuori regione i
rapporti con Gissi non si interruppero mai e i suoi sostenitori lo vollero con
loro per guidare la lista socialista nell’importante tornata elettorale
amministrativa del 1° ottobre del 1920. La campagna elettorale fu aspra ma alla
fine i socialisti locali riportarono una importante vittoria. Il 30 ottobre del
1920 Argentieri fu eletto sindaco del comune di Gissi.
Il programma
che Argentieri e la sua giunta avevano in animo di portare avanti era riformista
ma già nello stesso giorno dei festeggiamenti alcune decine di oppositori
provocarono i manifestanti.
La tensione salì alle stelle e sicuramente ci
sarebbe stato uno scontro fisico con conseguenze terribili se non fosse intervenuto
lo stesso Argentieri a placare gli animi.
Purtroppo il clima politica stava
rapidamente cambiando, il fascismo si stava velocemente affermando con la
complicità delle autorità di pubblica sicurezza.
Le elezioni
amministrative del 1920 videro una buona affermazione del partito socialista
anche nel Vastese dove raccolse un
discreto successo. Conquistò l’intera minoranza a Vasto, Liscia, San Salvo,
Carpineto Sinello e Fraine.
L’amministrazione socialista,
nonostante i pochi mesi di attività prese importanti decisioni per procedere
alla sistemazione dell’acquedotto, della rete viaria interna ed esterna al centro
abitato.
Nonostante le continue minacce e violenze l’amministrazione
socialista di Gissi durò fino alla fine di aprile quando
l’Argentieri si dimise. Nei primi
giorni di maggio si insediò il commissario prefettizio, rag. Attilio Lizzi che
azzerò tutte le delibere assunte dall’amministrazione socialista. Il
commissario rimase in carica fino al sette ottobre del 1921 giorno in cui fu
eletta la nuova giunta formata dal sindaco Alfonso Di Martino e dagli
assessori: Giovanni Ottaviano, Luigi Gaetano Basilico e dal’assessore supplente
Domenico Gaspari.
Dopo aver sistemato
i socialisti di Gissi i fascisti si lanciarono all’assalto dell’ultimo simbolo
del movimento operario presente in Provincia di Chieti, la Camera del lavoro di Vasto.
Dal 17 al 18 aprile a Vasto era in programma un convegno sulle attività
produttive. In realtà l’assise doveva discutere della lista regionale
socialista da presentare nelle imminenti elezioni politiche. La violenza fascista
si abbattè sui socialisti pervenuti da tutt’ Abruzzo.
Con parole
sferzanti e piene di livore il dott. D’Ugo pubblicò sul «Giornale d’Italia» il
resoconto delle tristi giornate vastesi attaccando senza giri di parole Argentieri:
A
brevissima scadenza la promessa di Argentieri di trasportare a Gissi una
sezione della Camera del lavoro di Vasto è stata mantenuta: ieri stesso infatti
la Camera del
lavoro di Vasto è stata trasportata a Gissi, soltanto con la piccola differenza
che non una sezione, ma tutta intera: carte, registri, piani di guerra e la
grande tabella-insegna con la scritta cubitale; e che invece di portarla
l’Argentieri, vi è arrivata portata dalla gentilezza dei nostri fascisti, i
quali, sempre all’altezza della loro consapevole cortesia, si sono presa la
briga di andarla a prendere a Vasto, sotto gli occhi di tutti i Trozzi, gli
Agostinone, gli Orlando e simili.
Intanto per
Argentieri si prospettava un periodo difficile, decaduta l’amministrazione
comunale, nello stesso periodo si concluse anche la breve esperienza presso la Camera del lavoro di Cesena.
Quindi era tornato a vivere nel paese natio dove svolgeva il lavoro di agente
di commercio. Tuttavia la sola presenza di Argentieri doveva aver messo in
agitazione i maggiorenti locali che pensarono bene di provare ad azzittirlo definitivamente
per vie legali. A Gissi e Carpineto Sinello era ancora attivo un gruppo di
socialisti e comunisti legati tra loro da antica fratellanza. Per tacitarli i
fascisti locali denunciarono i seguenti sovversivi: Argentieri Alberto,
Solitario Nicola, Coladonato Domenico, Di Vaira Nicola, Di Desidero Luigi,
Favorito Nicola, Basilico Domenico, Di Filippo Levino, La Penna Nicola , Gattella Antonio,
Gattella Sabatino, Di Paolo Corinto, Donatelli Domenico, Mastronardi Antonio,
gli ultimi cinque erano di Carpineto Sinello. I carabinieri del posto, dopo
aver perquisito le abitazioni arrestarono i suddetti nei primi giorni del
febbraio 1923 con l’accusa: «di aver commesso fatti diretti a mutare violentemente
la costituzione dello stato e la forma di governo dalla fine di ottobre 1922 agli
inizi di febbraio del 1923
in Gissi e in Carpineto Sinello».
L’Argentieri però subito dopo fu prosciolto dalla
suddetta accusa.
Mino Argentieri, figlio di Alberto Critico cinematografico |
Nonostante le pesanti accuse e il
clima sicuramente non favorevole la magistratura aquilana assolse tutti gli
imputati per non aver commesso il fatto. Questo episodio, di fatti, fu l’ultima
manifestazione di un certo rilievo che evidenziava una presenza organizzata di
quello che fu uno dei più robusti e maturi gruppi anarchici e socialisti
presenti in provincia di Chieti e in Abruzzo. Argentieri, dopo aver venduto la
casa paterna, di lì a poco, si sarebbe trasferito a Pescara svolgendovi sempre
l’attività di agente di commercio. Nonostante i trascorsi non sempre felici avrebbe fatto ritorno alla sua amata Gissi,
insieme alla moglie e al figlio - il futuro critico cinematografico Mino
Argentieri - ogni anno, nei giorni di festa per coltivare, con i suoi amici, la
grande passione per la caccia.
Antonino Orlando
Bibliografia essenziale:
Antonino
Orlando, Il genitore sovversivo. Il papà di Mino Argentieri tra l’Abruzzo e
gli Stati Uniti, in “ Diari di Cineclub, n. 50, giugno 2018;
Antonino Orlando, Achille
Gaspari, il sarto socialista di Clark
Gable a New York, in “ Diari di Cineclub n. 54; ottobre 2018.
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