Le vie del Turismo
di MAURO FERRARA
«Il
piacere degli occhi e la bellezza delle cose nascondono i tradimenti della
geologia e del clima, e fanno dimenticare che il Mediterraneo non è mai stato un paradiso offerto gratuitamente al diletto dell’umanità. Qui tutto
ha dovuto essere costruito, spesso più faticosamente che altrove. … Basta che
piova più della norma perché il suolo, instabile, scivoli giù per i pendii»
(F. Braudel, Mediterraneo, 1987, Bompiani, I ed. 1985 Flammarion).
Uašte
bbelle, terra d’éure può
dirlo chi affronta i problemi. Le
bandiere blu sono slittate dalla spiaggia a Vignola e Punta Penna. L’inquinamento da emissioni industriali
(le domande dell’associazione Porta Nuova
hanno avuto risposta?) e l’inquinamento
urbano da traffico. L’inquinamento
acustico del centro storico. L’ha
descritto con chiarezza, efficacia e completezza la prof.ssa Russo nella lettera al sindaco del 3 ottobre. Lucia Desiati, sollecitata dal primo
convegno internazionale di Nocera Umbra, ha richiamato la necessità e l’utilità
del silenzio (26 ottobre). Perché
l’attuale società ha paura del silenzio?
Ma, intanto, è il caso di puntualizzare: «schiamazzo notturno», « musica assordante» ben oltre l’orario e i limiti previsti dalla normativa (lettera Russo)
sono inquinamento.
Fanno male.
Fanno
male!!!
Tra i problemi sanitari causati
dall’inquinamento acustico l’Organizzazione
Mondiale della Sanità segnala per l’Europa le patologie cardiache, disturbi
della percezione, disturbi del sonno, acufene (rumori, come fischi, sibili e
altri, rovinano la qualità della vita). Per
le persone esposte a volumi di suono superiori a 55 decibel «la situazione è crescentemente pericolosa
per la salute pubblica. Sono
frequenti effetti contrari alla salute, e una consistente parte della
popolazione è altamente irritata e disturbata nel sonno. C’è evidenza che il
rischio di patologie cardiovascolari cresce» (v.
Night noise guidelines for Europe).
Normale
conversazione a tre con il tecnico della Maico: «Quanti decibel emessi in questa conversazione?» «Da 40 a 60». Il TAR Abruzzo di Pescara, infatti, in una sentenza del luglio scorso ha chiarito che «devono
comunque essere rispettati i valori inderogabili assoluti del d.P.C.M.
14/11/97». Che sono «65
Dba per il periodo diurno (ore 6.00-22.00) e di 55 Dba per il periodo notturno (ore 22.00-6.00)». Notte
Bianca del 20-21 luglio, ore 1.47: all’incrocio tra Via Michetti e
viale D’Annunzio s’odono i suoni provenienti da largo del Tomolo/via S. Maria;
ore 2.08 incrocio tra via Tiberi e via S. Michele quelli provenienti da corso
Italia. Domanda: quanti i Dba di
emissione?
Altre “anomalie” della Notte Bianca: durata delle emissioni che ha superato le 4 ore nella maggior parte
dei casi, arrivando a 6-7 ore; larga sovrapposizione
casuale dei suoni col risultato di azzerare
la musica con un concerto per martelli pneumatici e
soffiatori; regolarità degli impianti
delle apparecchiature di diffusione (chi
li ha fatti e chi li ha controllati?); inesistenza di controlli sui livelli delle emissioni sonore effettive; controlli
degli uffici del lavoro sulle condizioni
di lavoro degli addetti (quanti?) e
assenza di input dal sindacato in merito (non
aveva ragione Landini al convegno di Chieti Scalo a chiedere una riflessione
autocritica?); evidenti
rischi da affollamento: per la festa
di san Michele Piazza Rossetti è stata
giudicata l’unica piazza idonea alla sicurezza, con vie di fuga
sufficienti, riferisce zonalocale.it del 2 dicembre. Quali erano le vie di fuga dal Tomolo nella Notte Bianca del 20-21 luglio, sopra
i tavoli delle pizzerie della loggia Amblingh? (e dov’è consultabile, il piano di sicurezza predisposto dal Comune?)
Nel libro citato prima c’è uno splendido
affresco di Maurice Aymard sulle
migrazioni nel Mediterraneo durante gli ultimi tre millenni. C’è anche il turismo attuale: «È un’invasione pacifica, dunque, quella a cui dà vita questo turismo spesso irreggimentato, pronto a
pagare, e a caro prezzo, il diritto di dormire, di consumare e anche di
guardare. … È davvero un’invasione
pacifica, ma non innocente … per la prima volta nella sua storia il Mediterraneo … si ritrova ridotto allo stato di oggetto: un luogo di spettacolo
popolato di attori sempre più amareggiati, condannati a una vita di emarginati,
frutto velenoso della dicotomia tra
l’esistenza nativa, ormai fossilizzata, dei mesi invernali, e la falsa e venale
vitalità della stagione estiva»(Mediterraneo, op. cit.).
Si può pensare di promuovere il turismo aumentando l’inquinamento ambientale? Non
sarebbe meglio dedicarsi a contenere e
rimuovere la fossilizzazione?
Qual è la convenienza economica di un
microevento organizzato come la Notte bianca di luglio? Dopo la mezzanotte o l’una il
budget residuo per consumazioni dei giovani che restano più le
transazioni sommerse: il primo è redistribuzione interna di vicinato,
le seconde sono per lo più importazioni. A fronte del costo dei servizi di
vigilanza, soccorso e sanità necessari in
questa fascia oraria.
Se poi, come accade, vi sono le repliche settimanali dei suoi aspetti
deteriori, a cominciare dall’inquinamento acustico, è bene guardarne i vari
inconvenienti:
1. dei danni
alla salute si è già detto, sarà opportuno intervenire nei casi critici ben individuabili;
2. i danni
agli edifici vecchi e storici, fragili come hanno giustamente ricordato i
parroci del centro storico nella loro lettera, che possono risultare cospicui,
come gli eventuali risarcimenti;
3.
l’alterazione del mercato immobiliare. Le mafie devastano i
campi dei contadini che non vogliono venderglieli. Il bancario che si è
sistemato la casa nel centro storico e vuole venderla perché non rientrerà a
Vasto, assiste alla fuga degli interessati di fronte al furto del diritto al riposo;
4.
l’alterazione dell’offerta di ricettività del centro
storico. A danno degli operatori esposti ai rumori notturni. Restando così, prima
o poi è inevitabile che venga divulgata una mappatura della “ricettività
inquinata dal rumore” e di quella immune;
5.
l’alterazione della concorrenza. La musica è
consentita, all’interno del locale fino
alla chiusura dell’esercizio (regime
orario normale), come sottofondo/filodiffusione di allietamento della clientela
(Legge Regionale 11/2008) e «in
nessun caso deve arrecare disturbo alla quiete pubblica … non deve essere
organizzata al solo fine di attirare la clientela o pubblico in sé» (pag. 4 dell’ordinanza sindacale 289 del
2015). In pratica, dal 1 ottobre al
31 maggio nessuna onda sonora può
legalmente uscire dall’interno dell’esercizio. Dal 1 giugno al 30 settembre ci vuole la SCIA o l’autorizzazione
speciale del Comune (pagg. 4 e 5
dell’ordinanza 298/2015). Quante sono
le SCIA o le autorizzazioni richieste nel 2019 e da chi? In quali poste di
bilanci pubblici sono confluiti i connessi versamenti? Segreto di stato?
6. la lesione della costituzionale libertà di scelta
musicale. La qualità della musica
che il cittadino è costretto ad ascoltare, talora per lunghi periodi (che
possono arrivare alle 18 ore di apertura) viene decisa ... dai baristi.
E se si
vuole adottarlo come modello di sviluppo del centro storico, è bene coglierne il senso. È basato su attività, beni e servizi volti al “consumo di tempo
libero”: ristoranti, bar, pub, piadinerie, ecc. ecc.. Ricolfi ne
fa un lunghissimo elenco (La società
signorile di massa, La nave di Teseo, Bompiani, 2019, pag. 94). Tutti investimenti in settori ad alta intensità
di manodopera e basso contenuto tecnologico, con origine opaca delle risorse finanziarie, molto cash, con ondate di colonizzazione di aree urbane specifiche,
aperte a chiunque disponga di abbondante liquidità. Che si tirano dietro funzioni imprecise (es., i bar aperti
24 ore), reati caratteristici
(attentati incendiari), intromissioni
intimidatorie, trasgressioni ostentate, come segnalano Dalla Chiesa e Cabras in
Rosso Mafia, la ‘ndrangheta a Reggio Emilia, Bompiani, 2019.
Agevolano alcuni vuoti
ben visibili nella Notte bianca e
nei suoi seguiti: la mancanza di cultura
della relazione tra spazio urbano e sonorità (come fare il quartetto
d’archi al Circo Massimo e il concerto rock nel cortile di Sant’Ivo alla
Sapienza); l’idea di usare spazi
pubblici urbani come discoteche private, che esigono l’insonorizzazione
completa verso l’esterno; la noncuranza
verso il carattere simbolico delle trasgressioni. Per capirsi, il Tizio che
alle ore 4.04 del 25 luglio andava spandendo per Vasto le sue nenie
neomelodiche, non è un ragazzotto maleducato. È uno che, magari senza saperlo, recitava
un sonetto del Belli, Li soprani der
monno vecchio, n. 361. Bisogna scomodare Santi Romano o altri numi del diritto pubblico, per riconoscere che
esistono altri ordinamenti giuridici concorrenziali e/o conflittuali (I. Sales e S. Melorio, Storia dell’Italia
corrotta, Rubbettino,2019, par. 1.4) ?
E poiché nel luogo di partenza, il
Mediterraneo, siamo ancora, non si può fare a meno di citare la conclusione del
libro da cui si è partiti. Su dove è
andata l’eredità culturale del mare nostro, affidata a Georges Duby: «Da circa un
secolo il Mediterraneo offre a chi lo scruta, agli avamposti della speranza, un
volto di violenza … Non abbiamo ripudiato la vecchia eredità: solo, abbiamo scelto di stabilirci nella sua parte
tenebrosa. La Grecia del classicismo non ci piace più. Vogliamo quella che
sa di sangue e di morte, la Grecia dionisiaca degli antri e dei miti …». Le radici della fascinazione dello sballo. Da allora sono passati 35 anni e
una rivoluzione tecnologica e culturale. I parroci,
antenne sensibili, hanno colto bene
nella loro lettera, al fondo non ci sono piccole transazioni su norme indisponibili ai privati, ci sono un gap
di civiltà e una scelta su cui basare il futuro. Che vale anche per le
vie del turismo: qualificazione del core
business e innovazione o allevamento degli abbirrazzati?
Mauro Ferrara
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