LA STRADA PER LA FELICITA' NON E' LA FUGA.
di Angelo Del Moro
Come le briciole di Pollicino, trentatré parole - dalla "A" di amore alla "T" di tradimento - che, messe una dietro l'altra - segnano la strada.
Sono un po' come le briciole che Pollicino lascia sul suo cammino per non perdere la direzione di casa.
E' un dizionario che carica queste parole di nuovi significati. L'ansia, per esempio, non è affatto negativa, anzi è come una lucina che si accende sul cruscotto. E' una spia che ci dice che c'è qualcosa che non va. Se invece di
seppellire questo malessere sotto milioni di cose da fare ci fermassimo a capire cosa ci opprime, potremmo stare meglio.
Il racconto riduce finalmente in frantumi il sogno del Mulino Bianco e chiarisce l'equivoco: l'innamoramento, quello delle farfalle che svolazzano nello stomaco, delle parole sussurrate e delle lenzuola eternamente stropicciate, dura un anno, massimo diciotto mesi. Poi nello stomaco, al posto delle farfalle, arriva il peso della noia, il letto resta intonso per giorni interi e il tono della voce si alza sempre più.
Con il lavoro facciamo lo stesso, vogliamo liberarci dalla routine. Ma c'è il rischio che dopo tre mesi, anche il nuovo ufficio diventi insopportabilmente opprimente.
Nel lessico della felicità c'è la parola "invidia" che può essere anche un sentimento positivo: l'ammirazione per un'altra persona ci spinge ad imitarla e, quindi, a migliorarci.
Gli autori sdoganano perfino la parola "denaro" che pronunciamo sempre con un certo pudore come se davvero fosse lo sterco del diavolo. C' è chi per anni non chiede un aumento di stipendio perché prova vergogna a parlare di soldi.
Il denaro è un'argomento tabù anche in molte coppie. Eppure, sulla strada per il benessere c'è anche la pecunia perché rafforza l'autostima.
Nel dizionario della felicità troviamo parole insospettabili come "stress", "noia", "crisi" a cui solitamente attribuiamo un'accezione negativa e che invece viene rilevata con un'altra chiave.
Forse avevano ragione Albano e Romina quando negli anni Ottanta, convinsero tutti che la felicità è un bicchiere di vino con un panino oppure l'acqua del fiume che passa e che va. Questo movimento diceva oltre trent'anni fa quello che oggi teorizzano gli studiosi: per essere felici non bisogna fare chissà quali rivoluzioni, ma cambiare lo sguardo sulle cose.
Vasto, 29 . 11. 2019
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