venerdì 13 dicembre 2019

"CAMPANILE SERA" 1959 (3 di 3): la pesante sconfitta con Castelfranco Veneto



PROTAGONISTA DELLA PUNTATA "ANGIOLETTO" SURIANI DI 8 ANNI
Terza puntata di 3
di LINO SPADACCINI

Dopo la vittoria con Mirandola ci si appresta ad affrontare la terza diretta televisiva in programma per giovedì 24 dicembre, vigilia del Santo Natale, dove i detentori del gonfalone affronteranno la cittadina di Castelfranco Veneto. 
C’è molta polemica sull’opportunità o meno di andare in onda in questo giorno, quando
il senso della tradizione è molto forte. Ma a Milano la produzione è voluta andare avanti per la sua strada, allestendo una puntata natalizia. «I dirigenti della tv hanno cercato di tenere nascosto il programma per la serata di Natale a Campanile Sera – si legge, il giorno prima della trasmissione, sulle colonne di Stampa Sera ̶  Ma qualcosa è trapelato ugualmente; si sa che questa sera verranno ammessi alla gara anche due bambini, che porteranno al giuoco una nota festosa. Ogni paese, poi, penserà per conto proprio a rendere più gaia l’atmosfera, allestendo in piazza colossali alberi natalizi, cosparsi di ciondoli».

Ma a Vasto il Santo Natale non si tocca e molti degli esperti, che nelle precedenti settimane erano stati determinanti per la vittoria, hanno già deciso la non partecipazione, mentre altri, piuttosto che prepararsi, hanno dedicato la settimana allo shopping natalizio e alle visite a parenti e amici.

Dopo un’attenta selezione, fra una trentina di ragazzini, la scelta sul concorrente da mandare a Milano cade su Angioletto Suriani, di otto anni, figlio dell’avvocato Pasquale Suriani, noto professionista del Foro di Vasto. Prima di salire sul treno per Milano, accompagnato dai genitori, il piccolo concorrente dichiara ai cronisti: «So che a Milano ci sono dei bellissimi treni elettrici nei negozi. Io ne vorrei uno…». Qualche indiscrezione sul piccolo concorrente lo fornisce il suo maestro, Levino Del Monaco: «Angioletto è un ragazzo molto intelligente, pronto e preparato, non solo sulle nozioni scolastiche, ma anche su delle questioni di attualità, il che, per un bambino della sua età, è una cosa insolita, e lascia perplessi».

A Piazza Rossetti il comune ha provveduto ad allestire un grande albero di Natale, adeguatamente illuminato, oltre al presepe della chiesa di S. Pietro, con le statue modellate, pare, dalle mani del pittore Filippo Palizzi.

A Castelfranco Veneto non c’è il solito entusiasmo trovato negli altri paesi. I tecnici lavorano tra l’indifferenza della piazza. Le prove di trasmissione del mercoledì sono andate piuttosto bene. Solo una prova non è riuscita: si trattava di trovare un coltello da caccia, ma gli esperti del paese hanno consegnato solo un temperino, provocando la disapprovazione di Enzo Tortora: «Vi siete persi per un semplice coltello», ha commentato il presentatore, «È molto grave!». Ma gli esperti, hanno incassato il colpo, garantendo che durante la diretta televisiva non avrebbero fallito.
Nel frattempo, nella cittadina veneta, sono arrivati due ambasciatori di Mirandola, la cittadina emiliana battuta dai vastesi la settimana precedente, per proporre ai castellani di sabotare la trasmissione «per il buon nome dei paesi del nord», offesi dalle ingiustizie della RAI, che avevano provocato la loro sconfitta.
A Castelfranco si consuma anche un piccolo giallo. Sin dal mattino si sono viste circolare per le strade, nel bar e nelle vicinanze del palco, già pronto per la trasmissione, delle strane persone con forte accento meridionale, che chiedevano notizie sui preparativi della trasmissione. In piazza qualcuno comincia a mormorare «Ghexe le spie de Vasto». Tutto il paese si allarma e circolano voci che i vastesi abbiano mandato delle spie a Castelfranco, per carpire informazioni sul grado di preparazione dei loro prossimi avversari e per intrufolarsi tra il pubblico, per sabotare le prove in piazza durante la trasmissione.

Coppia vincente non si cambia: per i vastesi risponderanno dallo studio di Milano ancora Erminio Cardarella, 26 anni, impiegato del Consorzio di Bonifica e il ragioniere Michele Pietrocola di 21 anni; sempre pronto Filippo Bonacci, 25 anni, studente della Facoltà di Giurisprudenza. Per la cittadina di Castelfranco Veneto i concorrenti saranno Luciano Xicato, impiegato di 40 anni, per la cultura generale, Nicola Negro, 24 anni, geometra e lo studente Manlio Brusatin di 16 anni come riserva.

«Vasto priva di mordente e a ranghi ridotti ha ceduto lo scettro di Campanile Sera», con questo titolo il quotidiano Il Tempocommenterà la disfatta dei vastesi.
I timori della vigilia si sono puntualmente verificati: il clima natalizio ha allontanato la gente dalla piazza e dai teleschermi. Le scuole sono chiuse per le festività natalizie e lo stesso pensatoio, allestito nelle precedenti puntate all’interno della Biblioteca Rossetti, non c’è più. Piazza Rossetti opportunamente addobbata per l’occasione, non fa registrare il gran pienone di folla. Anche la squadra degli esperti non è al completo in quanto in molti hanno preferito passare la vigilia del Santo Natale in famiglia. Contro, c’è anche il pronostico della maga Madama Dorè, che ha scomodato i suoi poteri occulti, pronosticando l’inesorabile sconfitta dei propri compaesani.

Alle 21 in punto si accendono i riflettori dagli studi della Fiera di Milano e dalle piazze delle due cittadine in gara. Mike Bongiorno chiede a Michele Pietrocola come mai è arrivato in ritardo nello studio. Il concorrente vastese un po' imbarazzato risponde «Sono andato in giro in cerca di lavoro».
La trasmissione fila via piuttosto noiosa, senza mordente e priva del pathos che ha caratterizzato le precedenti serate. Il punteggio di 9 a 0 in favore dei veneti la dice tutta sull’andamento della gara, mai in discussione. «Si son visti alberi di Natale con lampadine luminose, Babbi Natale arrancati tra la folla, quesiti natalizi e sollazzi di famiglia come la tombola – si leggerà l’indomani sulle colonne de La Stampa – Non poteva mancare l’infanzia con la quale si è certi inumidire il ciglio a milioni di spettatori: infatti sono intervenuti due sapienti bambinelli, che hanno partecipato alla fiacca gara del pulsante. Nel finale Mike Bongiorno ha intonato gli auguri di rito, accompagnato dalle tremule voci dei ragazzini. L’invito a cantare è stato esteso alle piazze: e dalle piazze hanno risposto cori mugghianti e ondeggianti». Ma andiamo per ordine e torniamo alla cronaca della serata.
Il primo confronto al pulsante, fra Carderella e Xiccato si conclude a favore del primo,dopo una serie di false partenze a causa del mal funzionamento dell’apparecchio luminoso. Quattro le risposte esatte date dal concorrente vastese, contro le tre dell’avversario, che non ha saputo rispondere sull’autore del libretto dell’opera “Trovatore”. Punteggio 2 a 0 per Vasto.

La prova collettiva da svolgersi nella piazza centrale di Vasto, consiste nel far accendere cinque stelle luminose del grande albero di Natale, una per ogni risposta esatta, entro i cinque minuti stabiliti. Sotto l’albero sono sistemate le giovani coriste dell’Orfanotrofio “Genova Rulli”, pronte ad intonare un canto natalizio, ma la regia preferisce inquadrare i fuochi d’artificio sparati dal campanile della chiesa di S. Maria Maggiore, che annunciano l’accensione delle luci del grande albero di Natale. Si passa alle domande. Cinque i quiz da risolvere. 

Nella prima domanda si richiede l’anno di nascita dell’autore della poesia i cui versi cominciano con questi versi: “Ullero, Ullero, è nasciuto il re del cielo, che nel candido suo velo, sulla terra calerà”. Panico totale nel pensatoio vastese. L’assenza degli esperti si fa sentire. Dopo ben nove tentativi sparati pressoché a caso, viene indovinato l’anno, il 1860, ma sono passati quasi tre minuti preziosi. Alla seconda domanda, viene chiesto chi è l’autore della Natività custodita a Villa Albani o Torlonia. Mancando l’esperto d’arte, la risposta esatta arriva al quarto tentativo, ma viene consumato tutto il tempo a disposizione. Solo due le risposte esatte, ma non va meglio agli avversari veneti che inciampano su una domanda musicale in cui bisognava riconoscere nel Cherubini il suo autore.

Di nuovo il gioco passa allo studio centrale di Milano, ma questa volta i protagonisti sono due bambini, Elia Bordignon, 9 anni, di Castelfranco Veneto, dall’aria «intelligentemente malinconica dell’intellettuale in nuce», e il piccolo Angioletto Suriani, di 8 anni, dal «viso tutto acceso di lampi di furbizia e di vivacità», che da grande vuol fare (e come in effetti accadrà) l’ingegnere, e «desidera una enciclopedia ed una barca a vela». Sul palco di Piazza Rossetti, a sostenere il piccolo Angioletto, c’è tutta la sua classe con il maestro Levino Del Monaco.
Prima delle domande, il presentatore italo-americano chiede che vengano portate in studio due panchette, in quanto i due piccoli concorrenti non riescono a raggiungere il tavolino dei pulsanti. Ha inizio la prova. «Quale grande pittore fu scolaro di Cimabue?». Angioletto, prontissimo, risponde: «Giotto!». Ma Mike Bongiorno ha sentito che in sala qualcuno ha suggerito la risposta, quindi annulla la domanda. Correttamente Angioletto conferma di aver sentito la risposta. «Quale pianta fornisce gli alimenti al baco da seta?», chiede Mike. «Il gelso», risponde correttamente il concorrente vastese. «Il nome di colui che ricevette le tavole della Legge sul Sinai?», Elia Bordignon: «Mosè!». «Chi fu il primo generale che attraversò le Alpi?», Angioletto: «Annibale!». «In quale squadra di calcio gioca Nicolé?», Angioletto: «Juventus!». «Quante sono le muse?», nessuno risponde. «Quale animale fornisce l’avorio?», Angioletto: «L’elefante!». «In quale favola c’è Mammolo?», Elia Bordignon: «Biancaneve e i sette nani!». «Chi è il santo che ammansì il lupo di Gubbio?», Angioletto: «San Francesco!». «In quale città si trova il Colosseo?», Angioletto: «Roma!». «Qual è l’animale che nitrisce?», Angioletto, dopo un sorriso sarcastico, risponde: «Il cavallo!». La prova si chiude con sette risposte esatte per il concorrente vastese e soltanto due per quello di Castelfranco Veneto.

Punteggio parziale 3 a 0 a favore di Vasto, ma con la successiva prova, i veneti si rifanno sotto con il signor Negro, che guadagna due punti contro Michele Pietrocola.

Pochi i quiz proposti e più spazio ai giochi, dove non sono richieste particolari capacità intellettive e nemmeno la prontezza di riflessi. Per riaccendere lo spirito natalizio, il buon Mike Bongiorno rispolvera il tradizionale gioco della tombola, adattato per la televisione, ma pur sempre noiosissima, definita sulle pagine del Radiocorriere TV «la più colossale partita di tombola che la domestica storia dei passatempi italiani ricordi». Ad estrarre i numeri nello studio di Milano il disinvolto Mike Bongiorno, coadiuvato dai ragazzini delle due città in gara. Nelle due piazze, alle spalle degli esperti, sono presenti tre gigantesche cartelle, con alcune persone incaricate di coprire i numeri usciti con un cartoncino nero. Il regolamento stabilisce un guadagno di due lire per l’ambo, tre per la terza, quattro per la quaterna, cinque per la cinquina e quattordici per la tombola. Ai vastesi vanno le primi due vincite, ma tutto il resto è ad appannaggio dei veneti, che balzano in testa nel punteggio totale: 5 a 3. 

Tutto può ancora succedere nelle risposte finali dalle cabine. Ai veneti spetta la domanda da tre punti: «Il cognome del pittore che affrescò nel palazzo pubblico di Siena la figura a cavallo di Guidorizzo da Fogliano». La risposta esatta «Simone Martini», e i tre punti messi in cassaforte dai concorrenti di Castelfranco Veneto, tagliano di fatto le gambe ai vastesi. Gli abruzzesi tentano una disperata rimonta scegliendo la domanda da tre punti. Poco fortunati, i due concorrenti pescano una domanda shakespeariana a cui rispondono solo parzialmente: «In quali opere di Shakespeare figurano i personaggi di Falstaff?», Cardarella indovina «Le allegre comari di Windsor», ma non ricorda «Enrico IV». Il punteggio si porta sull’8 a 0 per i veneti. Con la vittoria ormai acquisita i concorrenti di Castelfranco scelgono la domanda da un punto, rispondendo correttamente, mentre i vastesi sbagliano ancora la successiva domanda da tre punti: «Autore e titolo del romanzo da cui fu tratto il film di George Stevenson: Un posto al sole». 9 a 0 il punteggio finale: Castelfranco strappa meritatamente il “Gonfalone” di “Campanile Sera” alla città di Vasto.

La chiusura della trasmissione è tutta natalizia: Mike Bongiorno chiama vicino a sé i due piccoli concorrenti e intona una canzone augurale, invitando le due piazze a fare altrettanto.
La sconfitta viene accettata con signorilità dalla piazza vastese contro una squadra che nelle settimane successive dimostrerà di essere molto forte e ben preparata, capace di vincere per ben sei puntate consecutive, un vero record per la trasmissione.

«Vasto ha vissuto due settimane di celebrità, grazie all’intelligenza, alla prontezza, alla disciplina di tutti i suoi figli – scriverà Giuseppe Catania sulle colonne de Il Tempo, commentando la disfatta vastese – Quanti episodi caratteristici ed addirittura patetici, in questi quindici giorni di febbrile volontà di vincere! Quante lettere e quante cartoline e telegrammi giunti a Vasto da ogni parte d’Italia e dall’Estero anche da gente sconosciuta per incitare alla vittoria!... Alla fine di questa impresa, nella quale le forze dell’intelletto e dello spirito, hanno avuto la loro parte principale, ci sia consentito, con quella spregiudicata sincerità che ci distingue, rivolgere un vivo e sincero elogio a tutti gli organizzatori di Campanile Sera».
Sono passati 60 anni da quel memorabile evento televisivo, che ha segnato una bella pagina di storia vastese e che, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di far rivivere attraverso questi tre articoli.

Lino Spadaccini

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