Tomba di F.Paolo Votinelli a Vasto |
Una
notizia che può interessare i lettori di NoiVastesi. Nell’archivio di Espedito
Ferrara – ci comunica l’amico Mauro figlio del commediografo – è stata
trovata una importante lettera autografa di Votinelli del 17 marzo 1963,
indirizzata al dottor Pompeo Suriani, allora presidente della Provincia. Questa
lettera contiene il testo e la musica di un canto inedito di Votinelli dal
titolo Inno degli emigrati
abruzzesi, e in più contiene la sua firma autografa che è
uguale a quella apposta sul testo
originario della canzone Uaste bbelle, terra d’eure. (E’ una conferma che in origine il testo era
diverso da quello che oggi noi cantiamo).
La
ricostruzione dei fatti, il testo e la musica dell' Inno degli emigrati abruzzesi sono
pubblicati alla pagina
attraverso
il link a I messaggi di Votinelli.
I messaggi di Votinelli
Francesco Paolo Votinelli manda altri
messaggi. Nell’archivio di
Espedito Ferrara c’è una lettera autografa del 17
marzo 1963, indirizzata al dottor Pompeo Suriani. Questa lettera conferma l'autenticità
della firma manoscritta sul testo della canzone Uaste bbelle, terra d’eure.
Questo può, quindi, essere considerato come il testo originario della canzone
o, comunque, una versione autentica di esso (su questo argomento si rimanda a Il
testo originario di Uaste bbelle…?) (vedi). In questa lettera Votinelli mostra di essere ben inserito nel network dell’emigrazione vastese e in contatto con vari concittadini. Con essa invia a Suriani il testo e la musica di un Inno degli emigrati abruzzesi, promesso in precedenza. Racconta anche che un amico venne in casa, vide un pianoforte e suonò. A questo punto Votinelli gli cantò l'inno e l'amico fece la trascrizione musicale del tema e del ritornello.
Il seguito della lettera chiarisce anche la ragione dell'invio a Suriani. Votinelli spera che l'inno venga cantato da un coro vastese «nella mia cara e bella Vasto che tanto mi sta a cuore», ma è consapevole che è necessario un lavoro di editing sul testo e sulla musica: lascia, infatti, al figlio di Suriani, l'ingegnere Edoardo, la libertà di cambiarli. Evidentemente sa bene che è un pianista e potrebbe migliorare la qualità del prodotto. Tanto più che questo inno, di cui Votinelli ha mandato copia a Carlo Della Penna a Buenos Aires, in America non è mai stato cantato.
A differenza di Uaste bbelle l’inno è scritto nell'italiano praticato dagli emigrati dell'inizio del novecento e non sembra pervaso dalla nostalgia. Piuttosto dall'appagamento: probabilmente non è molto anteriore alla data della lettera.
Ma il desiderio del ritorno è quasi necessità biologica e nel 1965, due anni dopo la lettera, Votinelli lascia l'America (il nostos è cammino tormentato) e rientra nella terra da cui era partito.
Un ringraziamento cordiale va al figlio di Votinelli, Paul, e alla nipote Diane, che hanno acconsentito volentieri alla pubblicazione dei documenti.
Last but not least, si legge che la nipote di Votinelli 'Spera un giorno di venire in Italia e visitare la sua amata...Vasto' (www.vastospa.it, Figure di Vasto da ricordare: Francesco Paolo Votinelli). In tutti questi anni non aver trovato l'occasione di invitarla a visitare Vasto per qualche giorno è stata un'evidente caduta di stile. E un grande personaggio della cultura europea ci dice, purtroppo, che le style c'est l'homme.
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