di Lino Spadaccini
Il Sabato Santo, giorno di lutto e di silenzio, nella
mattinata si rinnova la suggestiva processione della Madonna Addolorata, statua
lignea di rara bellezza, opera dell’artista napoletano Giacomo Colombo. Dalla
chiesa di S. Francesco di Paola, a piazza Rossetti, muoverà la processione per
le strade del centro storico, con la partecipazione delle confraternite, i
segni della passione e le donne vestite in abito nero in segno di lutto.
Il Sabato Santo non viene celebrata nessuna liturgia. Le
chiese rimangono spoglie fino alla solenne Veglia pasquale di questa sera, quando
si scioglieranno le campane per festeggiare il Cristo risorto.
Definita la "Madre di tutte le veglie", quella
pasquale, la più importante dell’anno liturgico, inizia con la suggestiva
"Liturgia della luce". Fuori dalla chiesa viene acceso il fuoco, che
servirà per accendere il Cero pasquale, simboli questi di Gesù risorto che
illumina il mondo vincendo l’oscurità della morte e del peccato. Il sacerdote,
prenderà il cero pasquale e, tenendolo elevato, canterà per tre volte
"Cristo luce del mondo". I fedeli in coro risponderanno"venite
adoriamo". Nella chiesa buia, alcuni ministranti, dal cero accenderanno la
loro candela e diffonderanno la fiamma a tutti gli altri fedeli presenti in
chiesa.
Al termine della liturgia della parola,il sacerdote intonerà
il canto del Gloria, mentre verranno suonate le campane a distesa per
festeggiare la Resurrezione di Cristo.Dopo la proclamazione del Vangelo e
l’omelia, seguirà la benedizione dell’acqua e il rinnovo delle promesse
battesimali.
Chiudiamo con una poesia del canonico Francesco Vassetta,
pubblicato nel 1886, dal titolo
Maria
a piè della croce
A piè del tronco, ove
pendea languente
Dell'Uomo Dio la salma
insanguinata,
Giacea la Vergin Madre
Addolorata.
Sollevarlo vorria
pietosamente,
Ma da tutti si vede
abbandonata:
Alza le palme al Cielo
egra, gemente,
E pietade dal Ciel l'è
pur negata.
Chiusa nel suo
cordoglio, a luci immote
Nel Figlio alfin si
affisa, e al suo dolore,
Che mosso un sasso
avria, nïun si scuote…
Ma se si copre di
mortal pallore,
Non le bagna una
lagrima le gote,
Chè tutto il duolo è
concentrato al core.
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