di Lino Spadaccini
In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a
Gerusalemme, a dorso di un asino, osannato dalla folla che lo acclama come re
agitando rami di palma. In ricordo di questo avvenimento, la liturgia
solitamente ha inizio da un luogo al di fuori della chiesa, dove i fedeli si
radunano ed il sacerdote benedice i rami di ulivo, simbolo di pace e di
vittoria;quindi ha inizio la processione verso la chiesa intonando canti di
gioia o delle
preghiere.
preghiere.
Durante la celebrazione della S. Messa si entra in un clima
di raccoglimento e viene letto il lungo racconto della Passione di Gesù.
Lunedì, Martedì e Mercoledì Santo sono giornate di
preparazione al triduo pasquale, dove si ricorda il tradimento che compì Giuda
ai danni di Gesù per trenta denari, e dove si pone particolare attenzione alla
pratica della confessione.
La mattina del Giovedì Santo non si celebra l’eucarestia
nelle chiese, in quanto tutti i sacerdoti e diaconi parteciperanno alla Messa
Crismale, presieduta da Mons. Bruno Forte nella Cattedrale di Chieti.Durante la
messa verranno consacrati gli Olii santi, che saranno utilizzati per tutto
l’anno per l’amministrazione dei Sacramenti, mentre i presbiteri rinnoveranno
le promesse sacerdotali.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, inizierà il solenne
triduo pasquale con la Messa in
Coena Domini, dove si ricorda l’Ultima Cena. In molte chiese ancora oggi si
ripete il rito della lavanda dei piedi. Al termine della messa i ministri
cambieranno il colore liturgico, assumendo il viola (il colore della penitenza
e dell'attesa), ed avrà luogo il rito della spoliazione degli altari e la
velatura delle croci.
Come da tradizione in ogni chiesa verrà realizzato l’Altare
della Reposizione, dove verrà custodita l’Eucarestia per l’Adorazione e la
comunione del venerdì. Durante la serata e nelle prime ore del mattino
successivo è tradizione recarsi in sette chiese per la visita ai cosiddetti
"Sepolcri".
Il Venerdì, giorno del dolore e del lutto universale, è
anche giorno di digiuno ed astinenza dalla carne in segno di penitenza per i
peccati che Gesù è venuto a espiare. Tra le ore 15 e le 17 del pomeriggio, a
seconda delle chiese,avrà inizio il rito della Passione, sostanzialmente divisa
in tre parti: la liturgia della parola, con la lettura della Passione secondo
S. Giovanni, l’Adorazione della Croce e la santa comunione. Al termine del rito,i
fedeli, in silenzio, scioglieranno l’assemblea.In serata,intorno alle ore 19,
si svolgerà la suggestiva processione del Cristo Morto lungo le vie del centro
storico.
Il Sabato Santo, giorno di lutto e di silenzio, non verranno
celebrate liturgie. Dalla chiesa di S. Francesco di Paola a piazza Rossetti,
muoverà la processione della Madonna con il Cristo morto, con la partecipazione
delle confraternite e delle donne vestite in abito nero in segno di lutto. Le
chiese rimarranno spoglie fino alla solenne Veglia pasquale quandoverranno"sciolte"
le campane per annunciare gioiosamentela Resurrezione del
Cristo.
Chiediamo
con una bella poesia dialettale, dal titolo "La vìje", scritta dal
compianto Espedito Ferrata in occasione della Pasqua del 1940.
La vìje
La vì de lu calvarie a ppalme a ppalme
L’arefacémenù…
Na cumbagnije
P’ alleggerì la
croce de sta vìje,
Na piccola
Veròneche pe ncondre…
Ce vu’ menì tu, picceninne?... Halme
De Ddì, che ppu’
fà tu nghessemanucce
Chisse: ddùcogne
de naciucculélle!...
Se vvuje?…
Scine, canda sì ccarucce!...
Damme pe
vviàteche, gnènajummelle
D’acche, nu
vasce damme… tu… ccuscì…
M’ha codde
tarde… e cche le sa s’arrive…
Gnèll’Angele
custode vimm’ a ffianghe…
Nen me lassà…
oh, prime che mme stanghe
Aricetàme,
sciusce, a la Madonne.
Huarde, ninnì,
la luce s’aribbive…
Gnéppenafàvule…
sarrà la lune?...
L’alba nuvèlle?...
forse le speranze.
Tandaprumesse,
che mmo s’arradune
P’aspettà'nnù a
cchelalundananze?...
Diceme:
AvéMmarìje, AvéMmarì…
Na matenàtabbellegnéssembande…
Le rénnele che
vvole!... ma che ssole!...
Spundena viole…
n’addre… canda viole!...
Sem’
arruvate?... Sciusce, scìbbendette!...
È ffeste, no?...
Sàbbetesande?!...
Pe cciò, ninnì,
la vìja nostre mbiane
Doppe la
sittemmane de passione…
E mmo pe
mméstusone de cambane
Scioje nu tocche
de risurrezzione?...
Oh, grazie,
piccininna, piccinì…
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