La cultura, a Vasto, ha una primaria necessità: dev'essere consentita a tutti. A chi ha i soldi per farla e a chi non ne ha, o ne ha di meno. Compito dell'Istituzione comunale è di mettere a disposizione le sue sale, pensiamo a quelle di Palazzo d'Avalos, e il suo Teatro, pensiamo al "Rossetti", a un numero considerevole di associazioni e privati cittadini. Per far questo deve abbassare notevolmente i canoni d'affitto. Non è possibile chiedere 1000 euro nei giorni feriali e 1500 euro nel prefestivo e nel festivo per l'utilizzo del Teatro Rossetti. Infatti, è diventato non una bomboniera, ma una reliquia al cui interno possono accedere solo alcuni. Non è giusto. Non è giusto per la stragrande maggioranza dei cittadini vastesi. Come è doveroso, altresì, stabilire regole certe per la concessione degli spazi e dei patrocini, in modo da non avere figli e figliastri. Tutto ciò ci ha indotti a protocollare una Mozione, aperta alle firme di tutti i Consiglieri, per impegnare il Sindaco e la Giunta a rivedere i costi dei canoni d'affitto per le strutture culturali, oltre a stilare un Regolamento che faccia chiarezza sui metodi di assegnazione. La cultura resta un bene prezioso, ma dobbiamo renderla possibile ai tanti che vogliono farla e ai tantissimi che ne vogliono fruire.
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