di LINO SPADACCINI
Il vastese Alessandro Di Gregorio ha vinto il David di Donatello 2019 come miglior cortometraggio.
Questo
il messaggio pubblicato nel pomeriggio su facebook da Alessandro Di Gregorio:
"Ok, abbiamo vinto il David come
miglior cortometraggio e siamo tutti molto felici e festeggeremo almeno da qui
ad un mese quando andremo a ritirare l'ambita statuetta. E per questo non ci
sono parole. Ma io avevo già vinto. Avevo già vinto quando Ezio Abbate mi ha
scelto per girare questa storia incredibile, quando Simone Gattoni
si è fidato di un perfetto sconosciuto producendolo insieme a Daniele Esposito,
quando Clarissa Cappellani mi ha seguito nell'ennesimo follia per girarlo e illuminarlo, quando due attori incredibili
come Fiorenzo Madonna e Bruno Orlando hanno dato tutto quello potevano per dare
vita ai loro personaggi, quando una troupe di folli si è imbarcata con noi alla
conquista di Lampedusa senza sapere se mai avrebbe fatto ritorno (Gaspare
Pellegrino, Benni Priolisi, Vincenzo Mineo, Christian Bonatesta, AleoAleos, Martina
Franci, Federico Poidomani, Danilo Romancino, Fabio Di Lorenzo, Cadu Miceli,
Tommaso Favata, Francesca Borromeo), quando quella santa donna di Re Nata che è
la compagna della mia vita l'ha montato, quando nei roventi pomeriggi d'agosto
in una Roma deserta Stefano Grosso l'ha missato, quando Germana Pierucci lo ha
accompagnato, protetto e coccolato nelle corse folli tra post, festival e
proiezioni e quando l'angelo custode Sarà Gardella mi ha seguito, paziente,
dall'inizio alla fine, barcamenandosi in tutta questa follia e cercando di
accontentare tutti e di far quadrare i conti. Grazie a tutti!", ha
concluso il regista vastese, " Io
avevo già vinto quando ho avuto la fortuna di incontrare ognuno di voi".
Protagonisti
del cortometraggio sono un adolescente, al suo primo giorno di lavoro da
necroforo, e un giovane alla prima missione da sommozzatore. S'incontrano sul
ponte di un traghetto diretto a Lampedusa. Non si conoscono, ma quando metteranno piede sull’isola
le loro vite cambieranno per sempre: uno dovrà recuperare i corpi dei
naufraghi, l’altro li dovrà seppellire, in una sorta di balletto fra la vita e
la morte, l’innocenza e la sua perdita. Un film drammatico con un finale che,
in maniera imprevedibile, restituisce speranza. Perché nel mezzo di una
tragedia, la vita è e deve essere sempre più forte della morte.
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