martedì 19 febbraio 2019

Il vastese Alessandro Di Gregorio vince il David di Donatello 2019 come miglior cortometraggio.


 di LINO SPADACCINI 

Il  vastese Alessandro Di Gregorio ha vinto il David di Donatello 2019 come miglior cortometraggio.
Ieri pomeriggio l'annuncio ufficiale fatto in diretta dall'Accademia del Cinema Italiano, che ha premiato "Frontiera", il cortometraggio del regista vastese girato a Lampedusa, che ha avuto
la meglio su "Il nostro concerto" di Francesco Piras, "Im Bären" di Lilian Sassanelli, "Magic Alps" di Marco Scotuzzi e Andrea Brusa, e "Yousef" di Mohamed Hossameldin.
Davvero una grande soddisfazione per Di Gregorio che il prossimo 27 marzo potrà ritirare la prestigiosa statuetta durante la premiazioni che andrà in onda in prima serata su Rai 1.
Durante la diretta streaming, il
regista vastese ha voluto dedicare il premio a tutti quelli che ogni giorno cercano di attraversare una frontiera, a tutti quelli che l'hanno fatta ed a quelli che, purtroppo, non ce l'anno fatta. "Per me", ha spiegato, "le frontiere non sono linee immaginarie disegnate dall'uomo su una cartina geografica, anche se molti cercano di renderle reali innalzando muri e chiudendo i porti. Io penso che il problema più grande non sono le frontiere fisiche, ma quelle mentali, che stanno cercando di alzare tra di noi, tra gli esseri umani. Quelle sono le vere frontiere che bisogna abbattere".
Questo il messaggio pubblicato nel pomeriggio su facebook da Alessandro Di Gregorio: "Ok, abbiamo vinto il David come miglior cortometraggio e siamo tutti molto felici e festeggeremo almeno da qui ad un mese quando andremo a ritirare l'ambita statuetta. E per questo non ci sono parole. Ma io avevo già vinto. Avevo già vinto quando Ezio Abbate mi ha scelto per girare questa storia incredibile, quando Simone Gattoni si è fidato di un perfetto sconosciuto producendolo insieme a Daniele Esposito, quando Clarissa Cappellani mi ha seguito nell'ennesimo follia per girarlo e illuminarlo, quando due attori incredibili come Fiorenzo Madonna e Bruno Orlando hanno dato tutto quello potevano per dare vita ai loro personaggi, quando una troupe di folli si è imbarcata con noi alla conquista di Lampedusa senza sapere se mai avrebbe fatto ritorno (Gaspare Pellegrino, Benni Priolisi, Vincenzo Mineo, Christian Bonatesta, AleoAleos, Martina Franci, Federico Poidomani, Danilo Romancino, Fabio Di Lorenzo, Cadu Miceli, Tommaso Favata, Francesca Borromeo), quando quella santa donna di Re Nata che è la compagna della mia vita l'ha montato, quando nei roventi pomeriggi d'agosto in una Roma deserta Stefano Grosso l'ha missato, quando Germana Pierucci lo ha accompagnato, protetto e coccolato nelle corse folli tra post, festival e proiezioni e quando l'angelo custode Sarà Gardella mi ha seguito, paziente, dall'inizio alla fine, barcamenandosi in tutta questa follia e cercando di accontentare tutti e di far quadrare i conti. Grazie a tutti!", ha concluso il regista vastese, " Io avevo già vinto quando ho avuto la fortuna di incontrare ognuno di voi".
Protagonisti del cortometraggio sono un adolescente, al suo primo giorno di lavoro da necroforo, e un giovane alla prima missione da sommozzatore. S'incontrano sul ponte di un traghetto diretto a Lampedusa. Non si conoscono, ma quando metteranno piede sull’isola le loro vite cambieranno per sempre: uno dovrà recuperare i corpi dei naufraghi, l’altro li dovrà seppellire, in una sorta di balletto fra la vita e la morte, l’innocenza e la sua perdita. Un film drammatico con un finale che, in maniera imprevedibile, restituisce speranza. Perché nel mezzo di una tragedia, la vita è e deve essere sempre più forte della morte.

Lino Spadaccini






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