sabato 23 febbraio 2019

Frana 1956 (3 di 5): il crollo dell'asilo e della scuola delle Figlie della Croce

di LINO SPADACCINI
Vittime della frana del 22 febbraio 1922 furono anche le suore delle Figlie della Croce, presenti dal 1879 in via Lago, nell’edificio donato dall’arcidiacono Giacomo Tommasi per istituirvi una scuola cattolica. Preso in carico il fabbricato, le suore lo ristrutturarono nel migliore dei modi con stanze e arredamento idoneo per ospitare le classi dell’asilo, della scuola elementare ed un laboratorio di ricamo per le giovani.
Come tutta la popolazione presente
nella zona orientale di Vasto, in prossimità del Muro delle Lame, anche le suore delle Figlie della Croce vissero quei tragici momenti in prima persona.
Tutta la zona era già stata evacuata per le profonde lesioni apparse su via Adriatica, che non lasciavano presagire nulla di buono. Solo alle suore era stato concesso di rimanere nell’istituto per qualche giorno in più.
"Quella notte nessuna delle dodici suore dell’asilo aveva pensato di dormire", raccontò Giorgio Pillon in un commovente articolo apparso agli inizi di marzo sulla Settimana Incom, "Riunite in cucina, le religiose erano rimaste in preghiera fino all’alba. La cappella era stata chiusa per ordine del vicario. Sgombrate e chiuse erano state anche una ventina di altre stanze poste sul lato orientale minacciato dalla frana. All’alba, prima ancora che si alzasse sull’orizzonte (un sole di fuoco in un cielo limpidissimo) le suore avevano cominciato a prepararsi. Alle sette sarebbero giunti i pompieri. Caricati su alcuni camion tutte le masserizie, le dodici suore avrebbero lasciato per sempre quel loro istituto che un benefattore aveva regalato all’ordine delle Figlie della Croce novanta anni prima".
Le suore non avrebbero lasciato la struttura fino a quando non avessero portato via la pisside dorata con il Sacramento. E poco prima delle 11 del mattino, proprio mentre don Michele Ronzitti, il vice parroco di S. Pietro, prendeva la pisside in mano e se la stringeva al petto, si udì il boato della frana ed il crollo inesorabile degli edifici e del muraglione. Per miracolo, l’asilo non crollò subito e don Michele e le suore poterono mettersi in salvo.
Attraverso l’appello lanciato sul periodico locale Histonium, cominciò una raccolta fondi denominata "La Crociata della Gratitudine", per la ricostruzione, in tempi brevi, di un nuovo e funzionale istituto. Da più parti non tardarono ad arrivare adesione con donazioni, dalle più piccole alle più importanti.
Tra i primi a rispondere all'appello il cappuccino Padre Angelo Maria da Vasto, con una somma "simbolica" di 25mila lire "poiché ricorrendo quest'anno il mio 25° di Sacerdozio, era mio intendimento celebrarlo in intimo raccoglimento nella devota Cappellina dell'Istituto. Perché qui le Suore Figlie della Croce e particolarmente le Maestre Suore Gabrielina e Ismaele di santa memoria educarono e guidarono gli anni della mia prima infanzia: presso quell'altare presi la mia Prima Comunione, e sul medesimo, inoltre, celebrai il Natale del mio Sacerdozio. Poiché le dolorose vicende di sopra hanno imposto la doverosa eliminazione del mio modesto programma, sono ben lieto di ricordare tale ricorrenza con l'offerta che vuole essere profonda testimonianza del bene che mi fu prodigato e delle purissime gioie vissute all'ombra dell'Istituto".
Michele Cicchini, a nome dei residenti di Detroit, insieme all’offerta, inviò una lettera indirizzata al Sindaco: "Egregio sig. Sindaco, a nome dei vastesi residenti a Detroit esprimo il nostro dolore alla notizia della terribile frana di Vasto. Anche se tanto lontani dalla Patria e dalla cara Vasto, il nostro pensiero è sempre là, nel paese che ci ha dato i natali… Commosso da tale tragedia, mi sono rivolto alle poche famiglie vastesi residenti a Detroit e con grande soddisfazione sono riuscito a raccogliere la somma di duecentodiciassette dollari".
La piccola Rina Di Cicco, in una lettera indirizzata a Suor Angela Teresa, scrisse: "Io mi trovo bene, frequento ancora la 3. Classe. L’anno scorso mi è stato molto duro, ma quest’anno vado molto bene e spero che l’anno prossimo passerò in 4. Abitiamo vicino alla chiesa Italiana da poco costruita, così non trascuriamo mai i doveri religiosi e così pregherò la Madonnina che vi possa ridare tutto il necessario per continuare il vostro lavoro. Saluti a tutti i miei compagni di scuola. Vi bacio la mano e vi ricordo sempre".
Maria Montiglio da Milano, insieme all'offerta di mille lire, ricordava che "abitavo colla mia famiglia al secondo piano di quel palazzo che pare sia sospeso a picco e pericolante vicino alla chiesa di S. Pietro. Era allora (si tratta di molti anni fa) di proprietà dei sigg. Ponza. Le lascio immaginare la mia emozione nel rivedere quei luoghi, che mi parlano della mia infanzia e di tante vicende più o meno liete che formano la nostra vita". Successivamente, in memoria della tragica morte del nipote Vittorio in un incidente ferroviario, donò altre 5mila lire.
Questo il messaggio di Clementina Toraldo di Tropea (CZ): "Sento la radio solamente per prendere l'ora precisa, perché mi è stato rigorosamente proibito dai medici ogni emozione: quel giorno invece, non curante di tante proibizioni, mi sono trattenuta per sentire le notizie intorno ai disastri della neve, mai pensando che Vasto occupasse la parte principale del notiziario".
Il 2 dicembre 1956, da New York, Umberto Bottari scrisse una lettera alla Madre Superiora delle figlie della Croce: "Rev.ma madre Superiora, con dolorosa angoscia appresi la notizia del disastro che ha colpito la zona più bella della nostra cara Città e, in modo particolarmente triste, ho considerato la difficile situazione nella quale si sono venute a trovare le buone Suore della Croce, che, con vero spirito di sacrificio e di abnegazione, da quasi un secolo, svolgono a Vasto la loro infaticabile opera di educazione e di bene per le anime. Sinceramente immedesimato nel loro caso, mi rendo conto degli ostacoli e delle incertezze che si parano alla lodevolissima intenzione di intraprendere la costruzione di un nuovo Istituto, tanto costoso quanto necessario per le finalità insite nella sua stessa vita futura, in continuazione del luminoso passato di cui già diverse generazioni hanno beneficiato". 
Questo il messaggio inviato da Buenos Aires dal mecenate vastese Carlo Della Penna: "Reverenda Madre, mentre sono pervaso da vera tristezza per la calamità che si è abbattuta su di Vasto e di riflesso sull'Educandato delle Figlie della Croce, ho dato ordine al Direttore della Cassa di Risparmio, rag. Cavallone, di consegnarle L. 150.000, che accetterà come mio omaggio in riconoscenza all'opera di bene, nel campo culturale e educativo che esplica in Vasto la Istituzione che lei dirige. Nel salutarla con deferenza le faccio i migliori auguri".
Trenta mila lire giunsero da una sorella in ricordo "della fanciullezza e dell'adolescenza trascorse fra le cure nobilmente formative delle Figlie della Croce". Questo il messaggio dell'anonima donatrice: "Rev.da Madre Superiora, seguo con vivo interessamento la Crociata della gratitudine, che Histonium va pubblicando periodicamente, Ai voti augurali per una sollecita ricostruzione di una Casa che possa accogliere tutte le Opere educative così altamente esplicate dalle sue Benemerite Consorelle da circa un secolo, unisco la mia povera offerta, quale simbolo di riconoscenza imperitura per i principi morali, culturali e civili inculcati nel mio animo sin dalla fanciullezza. Si uniscano meco quanto hanno ricevuto le stesse cure, quelli i cui figli si sono beneficiati o dovranno beneficiarsi del loro insegnamento e delle loro cure materne, e tutti i generosi il cui animo, commosso dinanzi alla sciagura del passato 22 febbraio, vuole far rinascere più rigogliosa l'opera di queste solerti e silenziose sorelle Figlie della Croce così duramente colpite dall'inesorabile movimento franoso di via Adriatica".
Molte donazioni arrivarono da gente sconosciuta, impietosita dall’appello rivolto attraverso le pagine della Settimana Incom, grazie al commovente racconto scritto da Giorgio Pillon.
Le suore per alcuni anni furono costrette a peregrinare in vari locali, fino al 1959, quando venne inaugurato il nuovo Istituto, in via Madonna dell’Asilo.

Lino Spadaccini









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