Vittime della frana del 22 febbraio 1922 furono anche le
suore delle Figlie della Croce, presenti dal 1879 in via Lago, nell’edificio
donato dall’arcidiacono Giacomo Tommasi per istituirvi una scuola cattolica. Preso
in carico il fabbricato, le suore lo ristrutturarono nel migliore dei modi con
stanze e arredamento idoneo per ospitare le classi dell’asilo, della scuola
elementare ed un laboratorio di ricamo per le giovani.
Come tutta la popolazione presente
nella zona orientale di Vasto, in prossimità del Muro delle Lame, anche le suore delle Figlie della Croce vissero quei tragici momenti in prima persona.
nella zona orientale di Vasto, in prossimità del Muro delle Lame, anche le suore delle Figlie della Croce vissero quei tragici momenti in prima persona.
Tutta la zona era già stata evacuata per le profonde lesioni
apparse su via Adriatica, che non lasciavano presagire nulla di buono. Solo
alle suore era stato concesso di rimanere nell’istituto per qualche giorno in
più.
"Quella notte
nessuna delle dodici suore dell’asilo aveva pensato di dormire",
raccontò Giorgio Pillon in un commovente articolo apparso agli inizi di marzo sulla
Settimana Incom, "Riunite in cucina, le religiose erano
rimaste in preghiera fino all’alba. La cappella era stata chiusa per ordine del
vicario. Sgombrate e chiuse erano state anche una ventina di altre stanze poste
sul lato orientale minacciato dalla frana. All’alba, prima ancora che si
alzasse sull’orizzonte (un sole di fuoco in un cielo limpidissimo) le suore
avevano cominciato a prepararsi. Alle sette sarebbero giunti i pompieri.
Caricati su alcuni camion tutte le masserizie, le dodici suore avrebbero
lasciato per sempre quel loro istituto che un benefattore aveva regalato
all’ordine delle Figlie della Croce novanta anni prima".
Le suore non avrebbero lasciato la struttura fino a quando
non avessero portato via la pisside dorata con il Sacramento. E poco prima
delle 11 del mattino, proprio mentre don Michele Ronzitti, il vice parroco di
S. Pietro, prendeva la pisside in mano e se la stringeva al petto, si udì il boato
della frana ed il crollo inesorabile degli edifici e del muraglione. Per
miracolo, l’asilo non crollò subito e don Michele e le suore poterono mettersi
in salvo.
Attraverso l’appello lanciato sul periodico locale Histonium, cominciò una raccolta fondi denominata
"La Crociata della Gratitudine",
per la ricostruzione, in tempi brevi, di un nuovo e funzionale istituto. Da più
parti non tardarono ad arrivare adesione con donazioni, dalle più piccole alle
più importanti.
Tra i primi a rispondere all'appello il cappuccino Padre
Angelo Maria da Vasto, con una somma "simbolica" di 25mila lire
"poiché ricorrendo quest'anno il mio
25° di Sacerdozio, era mio intendimento celebrarlo in intimo raccoglimento
nella devota Cappellina dell'Istituto. Perché qui le Suore Figlie della Croce e
particolarmente le Maestre Suore Gabrielina e Ismaele di santa memoria
educarono e guidarono gli anni della mia prima infanzia: presso quell'altare
presi la mia Prima Comunione, e sul medesimo, inoltre, celebrai il Natale del
mio Sacerdozio. Poiché le dolorose vicende di sopra hanno imposto la doverosa
eliminazione del mio modesto programma, sono ben lieto di ricordare tale
ricorrenza con l'offerta che vuole essere profonda testimonianza del bene che
mi fu prodigato e delle purissime gioie vissute all'ombra dell'Istituto".
Michele Cicchini, a nome dei residenti di Detroit, insieme
all’offerta, inviò una lettera indirizzata al Sindaco: "Egregio sig. Sindaco, a nome dei vastesi
residenti a Detroit esprimo il nostro dolore alla notizia della terribile frana
di Vasto. Anche se tanto lontani dalla Patria e dalla cara Vasto, il nostro
pensiero è sempre là, nel paese che ci ha dato i natali… Commosso da tale
tragedia, mi sono rivolto alle poche famiglie vastesi residenti a Detroit e con
grande soddisfazione sono riuscito a raccogliere la somma di
duecentodiciassette dollari".
La piccola Rina Di Cicco, in una lettera indirizzata a Suor
Angela Teresa, scrisse: "Io mi trovo
bene, frequento ancora la 3. Classe. L’anno scorso mi è stato molto duro, ma
quest’anno vado molto bene e spero che l’anno prossimo passerò in 4. Abitiamo
vicino alla chiesa Italiana da poco costruita, così non trascuriamo mai i
doveri religiosi e così pregherò la Madonnina che vi possa ridare tutto il
necessario per continuare il vostro lavoro. Saluti a tutti i miei compagni di
scuola. Vi bacio la mano e vi ricordo sempre".
Maria Montiglio da Milano, insieme all'offerta di mille
lire, ricordava che "abitavo colla
mia famiglia al secondo piano di quel palazzo che pare sia sospeso a picco e
pericolante vicino alla chiesa di S. Pietro. Era allora (si tratta di molti
anni fa) di proprietà dei sigg. Ponza. Le lascio immaginare la mia emozione nel
rivedere quei luoghi, che mi parlano della mia infanzia e di tante vicende più
o meno liete che formano la nostra vita". Successivamente, in memoria
della tragica morte del nipote Vittorio in un incidente ferroviario, donò altre
5mila lire.
Questo il messaggio di Clementina Toraldo di Tropea (CZ):
"Sento la radio solamente per
prendere l'ora precisa, perché mi è stato rigorosamente proibito dai medici
ogni emozione: quel giorno invece, non curante di tante proibizioni, mi sono
trattenuta per sentire le notizie intorno ai disastri della neve, mai pensando
che Vasto occupasse la parte principale del notiziario".
Il 2 dicembre 1956, da New York, Umberto Bottari scrisse una
lettera alla Madre Superiora delle figlie della Croce: "Rev.ma madre Superiora, con dolorosa
angoscia appresi la notizia del disastro che ha colpito la zona più bella della
nostra cara Città e, in modo particolarmente triste, ho considerato la
difficile situazione nella quale si sono venute a trovare le buone Suore della
Croce, che, con vero spirito di sacrificio e di abnegazione, da quasi un
secolo, svolgono a Vasto la loro infaticabile opera di educazione e di bene per
le anime. Sinceramente immedesimato nel loro caso, mi rendo conto degli ostacoli
e delle incertezze che si parano alla lodevolissima intenzione di intraprendere
la costruzione di un nuovo Istituto, tanto costoso quanto necessario per le
finalità insite nella sua stessa vita futura, in continuazione del luminoso
passato di cui già diverse generazioni hanno beneficiato".
Questo il messaggio inviato da Buenos Aires dal mecenate
vastese Carlo Della Penna: "Reverenda
Madre, mentre sono pervaso da vera tristezza per la calamità che si è abbattuta
su di Vasto e di riflesso sull'Educandato delle Figlie della Croce, ho dato
ordine al Direttore della Cassa di Risparmio, rag. Cavallone, di consegnarle L.
150.000, che accetterà come mio omaggio in riconoscenza all'opera di bene, nel
campo culturale e educativo che esplica in Vasto la Istituzione che lei dirige.
Nel salutarla con deferenza le faccio i migliori auguri".
Trenta mila lire giunsero da una sorella in ricordo "della fanciullezza e dell'adolescenza
trascorse fra le cure nobilmente formative delle Figlie della Croce".
Questo il messaggio dell'anonima donatrice: "Rev.da Madre Superiora, seguo con vivo interessamento la Crociata della
gratitudine, che Histonium va pubblicando periodicamente, Ai voti augurali per
una sollecita ricostruzione di una Casa che possa accogliere tutte le Opere educative
così altamente esplicate dalle sue Benemerite Consorelle da circa un secolo,
unisco la mia povera offerta, quale simbolo di riconoscenza imperitura per i
principi morali, culturali e civili inculcati nel mio animo sin dalla
fanciullezza. Si uniscano meco quanto hanno ricevuto le stesse cure, quelli i
cui figli si sono beneficiati o dovranno beneficiarsi del loro insegnamento e
delle loro cure materne, e tutti i generosi il cui animo, commosso dinanzi alla
sciagura del passato 22 febbraio, vuole far rinascere più rigogliosa l'opera di
queste solerti e silenziose sorelle Figlie della Croce così duramente colpite
dall'inesorabile movimento franoso di via Adriatica".
Molte donazioni arrivarono da gente sconosciuta, impietosita
dall’appello rivolto attraverso le pagine della Settimana Incom, grazie al commovente racconto scritto da Giorgio
Pillon.
Le suore per alcuni anni furono costrette a peregrinare in
vari locali, fino al 1959, quando venne inaugurato il nuovo Istituto, in via
Madonna dell’Asilo.
Nessun commento:
Posta un commento