LA "BEATA BEATRIX" DI DANTE GABRIEL ROSSETTI
di Giuseppe Catania
Beata Beatrix costituisce l'opera espressiva per eccellenza del simbolismo pittorico di Dante Gabriele Rossetti; che si può accostare al sentimento dalla "pietà sepolcrale" dell'artista per la moglie
Lizzy, da interpretare con riferimento e allusioni tra il reale e il surreale, sottolineati da uno struggente e profondo misticismo e da un'esasperata sensualità.
Dante Gabriele Rossetti, in questo dipinto si ispira alla "Vita Nuova" di Dante Alighieri, al brano in cui il sommo poeta "sogna" la morte di Beatrice. In un dipinto "II sogno di Dante" (olio su tela cm. 210x317 - 1871) custodito nella Walker Art Gallery di Liverpool, Dante Gabriel Rossetti raffigura due donne che ricoprono il corpo di Beatrice con un velo bianco. Il poeta appare nell'atto di essere condotto da "Amore" a guardare il corpo di Beatrice, mentre si china per baciarla. Dante fissa l'amata con espressione di profonda tristezza, mentre una corona di angeli porta in cielo lo spirito di Beatrice.
Per Dante Gabriele Rossetti, la morte dell'amata Lizzy rappresentò il declino irreparabile della sua esistenza.
Infatti, alcool e droga minarono inesorabilmente il suo corpo, anche se l'artista continuò a dipingere esclusivamente figure femminili ispirate alla moglie defunta. Nel 1872, a dieci anni dalla morte di Lizzy, preso dallo sconforto ingoiò una intera bottiglia di laudano, fino a che mori nel 1882.
Nella "Beata Beatrix", Beatrice è ritratta seduta su di un balcone, in atteggiamento quasi di estasi: gli occhi socchiusi, il busto leggermente piegato ali'indietro, le labbra semiaperte che lasciano scorgere denti bianchissimi. Beatrice indossa un soprammanto verde, a voler simboleggiare la dolcezza e la bellezza della donna, e sotto una tunica rosso cupo per intendere il supremo valore, affettivo. I capelli rosso lucente le adornano la fronte bianca e scendono in massa sulle spalle.
Una colomba, dipinta in rosso, simbolo della mitezza e di amore ardente che, nell'interpretazione tombale di
Rossetti vuole simboleggiare la spiritualità dell'anima, le posa nelle mani abbandonate sulle gambe, un papavero bianco, interpretazione della morte, simbolo dell'anima in pena, quasi a voler cancellare gli empiti insorgenti dei moti del cuore.
Sul davanzale della finestra si intravvede una clessidra che significa l'inesorabile trascorrere del tempo e, sullo sfondo, Firenze deserta, quasi smarrita ed attonita per la morte di Beatrice.
Ancora ai lati, si intravvedono due figure evanescenti, "Amore" a sinistra, e Dante Alighieri a destra, in una soffusa luce dorata, che si irradia sul ponte e, in lontananza la sagoma del Duomo.
Ma di Preraffaelliti si parlò a Vasto anche nel centenario della morte di Gabriele Rossetti, padre dell'artista.
"Rossetti è un pittore dell'anima" - scriveva Antonio Agresti - in occasione della retrospettiva di Dante Gabriele Rossetti, abbinata alla creazione, nel 1954, di un museo rossettiano, nella città natale del grande Poeta. Una rara collezione giunta espressamente da Londra per illustrare il grande preraffaellita; "per dare un'idea esatta della stirpe gloriosa del figlio di questa terra d'Abruzzo - aggiungeva Florindo Ritucci Chinni, allora sindaco di Vasto - che ha saputo arricchire due razze, con i vigorosi virgulti prodotti da una linfa tenace e gagliarda".
E di Dante Gabriele Rossetti , Antonio Agresti ancora rileva essere "un poeta nei concetti, poeta nelle immagini, poeta nei soggetti" .
La poesia di Dante Alighieri rivive in lui, diventata pittura, vestita di colori, di splendori, di luce...
E' l'anima dell'artista che palpita ne'suoi quadri; è lui, con le sue insonnie, lui col suo amore, lui con i suoi ideali, lui con i suoi sogni, lui, sempre lui in ogni bozzetto, in ogni quadro, in ogni disegno; lui che da, all'anima sensazioni squisite di gioia, sensazioni cocenti di dolore: più di dolore che di gioia, perché notevole risultato delle impressioni del suo animo e del suo stato fisico, raramente l'amore si accompagna nell'opera sua della morte e com'egli lo canta nei suoi versi, le sue pitture lo mostrano.
"I and this Love are one, and I am death!" (Io e questo amore siamo uno ed io sono la morte!).
Giuseppe Catania
Nessun commento:
Posta un commento