martedì 23 ottobre 2018

Dal taccuino di Angelo Del Moro: CERVELLO, I SOCIAL MEDIA AZZERANO LA CAPACITA' DI CRITICA

PER I NEUROSCIENZIATI L'USO DI FACEBOOK E TWITTER FA STAGNARE IL PENSIERO: SPACCIANDO FALSITÀ PER VERITÀ'

di Angelo Del Moro

"Il  continuo bombardamento dei messaggi che arrivano senza sosta da Facebook, Twìtter, Instagram e dalla televisione stanno azzerando lo spirito critico dell'individuo, stanno anastetizzando l'evoluzione pensante dell'encefalo": lo ha detto a Roma di recente, uno dei massimi esperti in Neuroscienze a livello mondiale, il prof. Lamberto Maffei,
della Scuola Normale di Pisa, durante l'Adunanza generale solenne dell'Accademia dei Lincei, di fronte ad una platea di esperti internazionali.

Il professore ha lanciato l'allarme esortando a non sottovalutare il rischio che lo sviluppo globale della rete digitale moderna, diffondendo messaggi tutti uguali a grandi moltitudini di persone tende a far aumentare il "cervello collettivo" oltre il grado richiesto per la socialità all'interno della specie.

Sostanzialmente il professore ha denunciato il pericoloso inìzio della "stagnazione del pensiero" umano, un sintomo la cui causa è da attribuire non ad un virus o un batterio, ma ad una nuova epidemia il cui contagio avviene dal continuo contatto con un agente patogeno virtuale che per via visiva si infiltra direttamente dentro la testa, come un pensiero passivo, e che leggendo, assimilando ed accumulando passivamente l'enorme quantità di messaggi generati online che letteralmente invadono il cervello ogni giorno, lo mettono in una condizione di "disagio" ed ingorgo, rallentando la sua capacità elaborativa, fino ad arrestarla o spegnerla, e finché gli stessi messaggi ripetuti continuamente, diventano appunto "protesi fisse del pensiero".

Con gli smartphone e i tablet inoltre, ha aggiunto Mattei, si stabilisce una "simbiosi" di rivoluzione digitale che rende più facile convincere e trasmettere "messaggi globali" ed il grande pericolo, secondo il neuroscienziato, è la perdita del puro spirito critico del cittadino, che perde lentamente anche la sua capacità di scelta e di ragionamento, al punto da preferire di "seguire un pastore inteso "come virale", come "colui che grida" e che trascina, un pastore senza volto, senza corpo e senza anima, ma attrattivo, coinvolgente e soprattutto accessibile a tutti, più di chiunque altro in questo periodo storico di rivoluzione digitale.

A differenza di quanto si crede, è necessario sottolineare che il pensiero è l'attività principale della mente, e la sua elaborazione non avviene nel cervello, perché questo organo principe è solo un coordinatore della mente: io sviluppo del pensiero infatti è un atto che riguarda tutto il nostro corpo, che coinvolge tutte le nostre emozioni ed è un processo che si esplica nella formazione delle idee, dei concetti, della coscienza, dell'immaginazione, dei desideri, dalla critica, del giudizio ecc., sia a livello conscio che inconscio.

Per le neuroscienze se il processo di elaborazione delle informazioni si appiattisce in un unico livello logico-funzionale, il pensiero diventa appunto passivo, non più generato dall'interno della mente, ma una protesi fìssa generata appunto dall'esterno.

Vasto, 17.08. 2018

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