Dal Porto a Lebba, un suggestivo tratto conosciuto da pochi
di Lino Spadaccini
Una breve sosta sul promontorio di Punta Penna, all’altezza
dell’antica Torre di avvistamento,uno delle 366 che il viceré di Napoli fece
costruire fra il 1563 e il 1568 per porre un freno alle scorrerie dei turchi, è l’ideale per avere una bella visuale su tutto il Porto.
40 foto >>>
Davanti al cartello "Provincia di Chieti fine tratto di competenza", si apre una piccola stradina di pochi metri, che permette una bella vista a picco sul mare. Stando molto attenti a non sporgersi eccessivamente, è possibile apprezzare il primo tratto di scogliera e la trasparenza dell’acqua.
Davanti al cartello "Provincia di Chieti fine tratto di competenza", si apre una piccola stradina di pochi metri, che permette una bella vista a picco sul mare. Stando molto attenti a non sporgersi eccessivamente, è possibile apprezzare il primo tratto di scogliera e la trasparenza dell’acqua.
Riprendendo la strada in direzione della chiesa della
Madonna della Penna, alla fine del rettilineo sulla sinistra si apre una stradina
sterrata. Sporgendovi cautamente verso il precipizio, potete notare un’insenatura
molto ampiacausata dal prelevamento di materiale,effettuato
negli anni ’50, necessario per la costruzione del Porto.
La spiaggia ciottolosa, lunga e stretta, e alcune
enormi cactus completano il paesaggio. Se avete un po’ di pazienza decine e
decine di gabbiani cominceranno a volteggiare intorno a voi rendendo il momento
magico.
Prima di proseguire il viaggio alla scoperta di altri
tratti di costa, è d'obbligo una breve sosta per ammirare la chiesa di S. Maria
di Pennaluce, sorta
intorno al 1500 sulle rovine dell’antica città di Pennaluce, ed il maestoso faro. Inaugurato nel 1912, il faro venne fatto saltare
dall'esercito tedesco durante il secondo conflitto mondiale. Prontamente
ricostruito, tornò ad essere funzionante agli inizi degli anni '50. Alto 70 metri
dalla strada e 84 metri dal livello medio mare, per raggiungere la cima bisogna
salire lungo 307 gradini a spirale. La lanterna è larga 3 metri ed ha un’ottica
rotante. Nella parte esterna del faro è presente una lanterna di emergenza che
viene attivato in caso di guasto di quello principale.La torre è realizzata in
mattoni a doppia camera, questo perché, a causa del vento, il faro è soggetto a
forti oscillazioni.
Chiudiamo con una bella poesia dialettale scritta da Nicola
Del Casale, dal titolo Prime e mo’,
inserita nella raccolta Pinnuccia mè(1973),
dove l’autore, con un forte senso di nostalgia, mette in evidenza l’inevitabile
tributo pagato a causa del progresso e dell’industrializzazione:
Prime lu sole,
lu fare, lu mare,
lu scojje
spaccate, 'na vele,
Pennaluce, la
punte de 'Derce
e de llà, pi la
terre e la rene,
carrozze e
traine
li sdanghe pi
d'arie,
nghe ttende,
cuperte e llinzule
ch'a
lu pascone facéve nel'ombre.
Ggende 'nfeste,
cundente de poche:
quattre spachitte,
n'arroste, lu vine,
du' mustacciule,
tre-quattre taralle.
Mo', sopr'a lu
fare li case,
pi ssott'a la
Penne lu purte;
li scujje
sparite, tritete,
e la spiagge de
rene e de prete
aripiene de
scàttela vudde,
bbaréttele che
ni 'nzidistruje,
catrame
ch'appìcciche e ttegne.
E de qua, a ddo'
si po' scegne,
no' cchiù nu
cavall' a rripose,
nemmanghe 'na sdanghe pi
d'arie:
rrobb'ammutore
sott'a lu sole,
tàvele, sete e
mbrillune
sopr'a la terre,
a li prete, a la rene.
Ggende scundente,
ma 'nfeste lu
stesse;
ggende che
'm Pasche, ci vujje scummette,
n'è state nemmen'a la messe!
Nessun commento:
Posta un commento