martedì 17 aprile 2018

Sull’origine di cafone

DAL SITO DELL'ACCADEMIA DELLA CRUSCA
Sull’origine di cafone
(con qualche osservazione e consiglio a proposito delle etimologie in rete)
 Sul significato corrente di cafone nell’italiano comune c’è poco da dire: si tratta infatti – com’è noto – di un termine spregiativo e ingiurioso per indicare una persona rozza, di cattivo gusto o maleducata. Più complessa è invece la questione dell’origine di questa parola.
Quel che è certo è che il termine cafone proviene dai dialetti
meridionali e si è esteso al resto d’Italia dopo l’Unità. È sicuro, inoltre, che il suo significato originario – che ancora si conserva nel sud d’Italia – è quello di ‘contadino’ (in una celebre pagina del romanzo Fontamara di Ignazio Silone, ambientato nella Marsica abruzzese, è descritta la piramide sociale che vede proprio i cafoni, ovvero i contadini, all’ultimissimo gradino: “In capo a tutti c’è Dio, padrone del cielo. Questo ognuno lo sa. Poi viene il principe Torlonia, padrone della terra. Poi vengono le guardie del principe. Poi vengono i cani delle guardie del principe. Poi, nulla. Poi, ancora nulla. Poi vengono i cafoni. E si può dire ch’è finito”). Il passaggio semantico da ‘contadino’ a ‘persona molto zotica e maleducata’ – documentato per cafone a partire dal Settecento in napoletano e in siciliano (cfr. LEI XIII, coll. 666-667), ma avvenuto, probabilmente, già molto prima – è del resto assai frequente (si pensi a bifolco, burino, pacchiano, villano, zappaterra) e si può dire frutto del punto di vista cittadino.
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