lunedì 9 aprile 2018

“La Petite Messe Solennelle” di Gioacchino Rossini: successo del concerto organizzato da Cineocchio di Ivo Menna

Brillante interpretazione del CORO LIRICO ROMANO 

 di Luigi Medea
I vastesi, appassionati di musica sacra, hanno trascorso una serata indimenticabile, Sabato 7 aprile, ascoltando “La Petite Messe Solennelle” di Gioacchino Rossini (in occasione del 150° della morte del compositore) presso l’antica Chiesa di Santa Filomena sita in Via Anelli e che fa parte del grande complesso architettonico del Genova Rulli. Ad eseguire questo capolavoro, giustamente considerato il canto del cigno del genio Rossini, perché fu composto nel 1863, cinque anni prima che il grande italiano si congedasse dalla vita (1868), è stato il Coro Lirico Romano, diretto da Stephen Kramer (al pianoforte) e con la presenza del soprano Maria Dragoni, del mezzosoprano Ambra Vespasiani, del tenore Giuseppe Maiorano, del baritono Ettore Nova e di Leonardo Quadrini (all’armonium).
In una “guida”, preparata per l’occasione da Ivo Menna, direttore artistico dell’Associazione culturale “Il Cineocchio”, è stato ricordato che tale opera ha anticipato “una modernità musicale che favorisce nuove direzioni estetiche della musica che avranno un successivo sviluppo, superando l'ottocento e entrando nel nuovo secolo del novecento”.

Lo stesso Rossini era ben consapevole della bontà dell’opera tanto da scrivere come testamento spirituale: “Buon Dio, eccola terminata questa umile piccola Messa. E musica benedetta quella che ho appena fatto, o è solo della benedetta musica? Ero nato per l'opera buffa, lo sai bene! Poca scienza, un poco di cuore, tutto qua. Sii dunque benedetto e concedimi il Paradiso”.

Ivo Menna ha tenuto anche a sottolineare che il capolavoro rossiniano fu eseguito nel 1864 non in Italia ma in Francia, mentre nel 1942 è stato finalmente rappresentato nella basilica di Santa Croce in Firenze dove Rossini è sepolto.
14 i pezzi che compongono la Messa. Tutti eseguiti con intensità dal Coro, ormai apprezzato in campo nazionale. Questo il programma dettagliato che è stato svolto: Kyrie per soli, coro, pianoforte e armonium; il “Gloria” per soprano solo e coro, pianoforti e armonium; il “Gratias agimus”, un terzetto per mezzosoprano, tenore e basso; “Domine Deus”, pagina affidata al tenore e preceduta da una introduzione pianistica; “Qui Tollis”, duetto tra soprano e contralto introdotto anch'esso dal pianoforte; “Cum Sancto Spiritu” per soli e coro che ha concluso la prima parte dell'opera; il “Credo” ha segnato l'inizio della seconda parte della messa ed è stata eseguita dal coro; “Crucifixus” è stato introdotto dal pianoforte, con l’innesto della voce del soprano; “Et resurrexit” è stato il brano per soli e coro.

E’ seguito un “Preludio religioso” solo per pianoforte, la parte strumentale più lunga dell'opera, che è durata circa otto minuti. Poi il coro ha cantato “a cappella” il Sanctus. Quindi c’è stato il brano per soprano solo e pianoforte “O salutaris Ostia” e, infine, l’intensa melodia dell’Agnus Dei, intonata dal contralto, a cui ha fatto eco il coro a voci sole e quindi le voci corali che unitamente al contralto solista ed agli strumenti hanno concluso il capolavoro rossiniano.

LUIGI MEDEA


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