lunedì 8 gennaio 2018

UN TOPONIMO CURIOSO, LA "SELVOTTA": PERCHE' SI CHIAMA COSI' ?

di Giuseppe Catania

Nel Museo Archeologico di  Palazzo D'Avalos a Vasto si conserva un’antica lapide dedicata ad Ercole trovata in contrada Selvotta, di cui si parlò molto nei decenni scorsi.
Viene così catalogata da Alfredo Marinucci (Le iscrizioni del Gabinetto Archeologico di Vasto,pag.16): Iscrizioni Latine: n.1 - Dedica ad Èrcole su lastra (tav. 1) -  Prov.contrada Selvotta,verso il Trigno,rinvenuta "accanto a ruderi di antica fabbrica nel 1740 - inv. n.143. Calcare: a.cm. 61; l. cm.172; asp.cm.8 a. lettere cm.7,3 (L 1), cam 7,1  (L 2), cm. 6,5(L.3) e cm.5 (L.4).   E in tre frammenti è mancante della cornice nella parte superiore destra; nella L.l le lettere (vo) di "voto" sono prive dell'estremità superiore. 



 HERCVLI EX VOTO ARAM
L(vcius) Scantivs L(vcii) lib(ertvs) Modestvs VI vir
Aug(vstalis) mag(ister) larvm august(i) Mag(ister)
Ceralivm urbanorvm l(oco) d(ecreto) d(edurionvm)
Sul margine sinistro della lastra, in lettere di epoca
posteriore, è incisa la data III KL SPTBRI.

L. Scantius L. I. Modestus, nel momento della dedica dell'ara, era sevir augustalis, Magister Larus Augusti, presiedeva cioè, dopo la riforma augustea - introdotta non solo in Roma ma anche nei municipi - a importanti funzioni come l'assistenza di ministri di condizione servile, obbligo di curare i campi, riparare le edicole, adornarle con fiori in primavera e in autunno, organizzare i giochi e le feste. Quale Magister Cerialium urbanorum, era a capo della corporazione degli ex sacerdoti di Cerere.

Secondo il De Benedictis,  questa iscrizione deve interpretarsi così:  "Lucio Scanzio Modesto, Liberto di Lucio Sexmviro Augustale, Capo dei lari Augustali e Capo dei Cereali Urbani, elevò ad Ercole, in soddisfazione di voto, in luogo a lui dato per decreto dei Decurioni".

Ed il Marchesani crede che Scansio votasse l’altare affinchè Ercole avesse preservati e difesi i suoi agnelli, esposti agli assalti dei lupi, i quali, numerosi, popolavano il vicino bosco di Petacciato.

Sul luogo del ritrovamento ci aprì nei decenni scorsi un ampio dibattito con lo storico sansalvese don Cirillo Piovesan, che nella sua "Storia di San Salvo" (1976)  erroneamente scrisse: “Nella selva del Trigno, in contrada Bufalara, già tenimento di San Salvo, nel 1740 fu portata alla luce una lapide di altare dedicato a Èrcole, che per molto tempo fu conservata nel museo di Vasto. La riporta il Marchesani nella sua "Storia di Vasto", con questa dicitura: HERCVLI EX VOTO ARAM /  L. SCANTIVS L. LIB. MODESTVS VI VIR /  AVG. MAG.LARVM AVGVST. MAG. /  CERIALIVM VRBANORVM L. D. D. D. / III KL SEPTBRI.

Ma Luigi Marchesani non  aveva mai parlato di contrada Bufalara. 
Nella sua Storia di Vasto (pag.37)  scrisse che “in contrada della Selva Rotonda,oggi Selvotta, verso il fiume Trigno, accanto ai ruderi di antica fabbrica, fu sollevata dall'aratro nel 1740 la lapida, in cui sta scolpito “HERCVLI EX VOTO ARAM” ecc. ecc. (stesso testo) 

Anche perché la notizia era precedente al Marchesani e veniva da Domenico Romanelli (Scoperte Patrie pag.211) che scrisse: "Da un altare di marmo trovato nelle vicinanze di Vasto,  verso il fiume Trigno, dedicato ad Ercole, nel cui sito si videro i ruderi di antiche fabbriche, si può dedurre che anche questo semidio vi ricevesse i suoi incensi. L'iscrizione si vede oggi nel cortile del Conte Tiberi, della quale parlò Mr.Chiompy in una lettera inserita nel tomo IV delle Novelle Fiorentine".

Anche Domenico Priori (La Frentania pag.125)  in tempi più recenti scrisse che “"Fra i suoi templi viene particolarmente ricordato quello in contrada Selvotta nelle vicinanze di Vasto, verso il Trigno".
E Gustavo Strafforello (La Patria-Geografìa dell'Italia pag.214) che scrisse "Salivento - Nel feudo suddetto erano compresi l'antico bosco Selvotta, oggi dissodato, e la Selva Rotonda, dove, accanto ai ruderi di antica fabbrica, fu scoperta nel 1740 una lapide lunga m.1,79 ed alta m.0,61, su cui leggesi (riporta la descrizione).
I toponimi "Salivento", "Salvento", "Selvotta", appartengono alla stessa radice e si riferiscono ad un precisa zona del districtus di Vasto. 

GIUSEPPE CATANIA




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