Questa sera, con una suggestiva cerimonia, verrà celebrata l'apertura del Giubileo 2018.
Alle
ore 17 è previsto il raduno in piazza San Pietro con il passaggio della porta
giubilare, accompagnato dal rintocco delle campane originali; si vuole
così
segnare non solo un passaggio fisico, che intende recuperare la memoria
dell’antico varco, ma dare valore emblematico a quell’unico resto che
indica la Vera Porta che è Cristo Gesù : "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato"
(Gv 10,9).
Domani,
giorno della festa, sarà S.E. Mons. Domenico Angelo Scotti, Vescovo emerito
di Trivento, a
presiedere la solenne concelebrazione eucaristica.
La
parrocchia di S. Pietro gode di questo privilegio da 241 anni, da quando il 12
dicembre 1777, il pontefice Pio VI, concesse alla comunità vastese la
celebrazione del Giubileo nella terza domenica di gennaio, per aver dato
ospitalità a Papa Alessandro III dal 7 febbraio al 9 marzo 1177.
Per capire i
motivi di questo evento importante, dobbiamo tornare al 1177 quando Papa
Alessandro III, partito da Siponto e diretto a Venezia, per fare da mediatore
tra Federigo Barbarossa e i comuni della Lega Lombarda, sostò nella nostra
città per circa un mese.
"Papa Alessandro III",scrisse lo storico Ludovico Antonio
Muratori nella metà del Settecento (1744 - Tomo VII) nella sua monumentale
operaAnnali d’Italia, "dopo aver spediti innanzi sei cardinali che
trovarono l’imperadore (Federico Barbarossa) a Ravenna, s’inviò egli a Benevento, dove dimorò dalla festa del santo
Natale sino all’Epifania. Di là per Troia e Siponto passò al Vasto, dove trovò
sette galee ben guarnite d’armi e di viveri, che il re di Sicilia gli aveva
allestite, con ordine a Romoaldo arcivescovo di Salerno e a Ruggirei conte
d’Andria, gran contestabile e giustiziere della Puglia, di accompagnare la Santità sua, e di accudire
agl’interessi del suo regno. Perché il mare fu lungamente in collera, non potè
il pontefice imbarcarsi se non il primo dì di quaresima, cioè a di 9 di marzo.
Undici poi furono le galee che il servirono nel viaggio; e con queste e con
cinque cardinali nella prima domenica di quaresima arrivò a Zara, e nel dì 20,
oppure nel dì 24 di esso mese felicemente giunto a Venezia prese riposo nel
monistero di San Niccolò al Lido".
Altri particolari sulla partenza del Papa dalla nostra città
possiamo leggerli nella Storia dei Papi
(1853) di A.Bianchi-Giovini: "…Ma
appena usciti in mare (probabilmente dal porticciolo di S.Nicola della
Meta), unaburrasca divise l’armata: una
parte rientrò nel porto del Vasto; l’altra, nella quale era la galea del papa,
fu spinta sull’isoletta di Pianosa, ove il pontefice, dice il suo biografo,
affaticato dal digiuno, dal mal di mare e dalla paura, scese molto volentieri a
terra, e preparata una copiosa mensa, mangiò allegramente e di buon appetito".
In seguito
alla frana del 1956, ed alla chiusura della chiesa parrocchiale, il pontefice
Pio XII autorizzò, in data 13 dicembre 1956, il trasferimento del Giubileo
dalla chiesa di S. Pietro a quella di Sant'Antonio. Privilegio confermato in
perpetuo nel 1989, da Giovanni Paolo II, in seguito alla richiesta dell'allora
Arcivescovo di Chieti-Vasto, Mons. Antonio Valentini.
Il prezioso
documentorilasciato dalla Penitenzeria Apostolica, con la conferma perpetua del
S. Giubileo, porta la firma di Fr. Pedro MaríaAbellán S.J., teologo e reggente
dell'antico dicastero e primo dei
tribunali della Curia Romana, e la controfirma di Padre Ubaldo
Todeschini, Prelato emerito della Penitenzieria e Aiutante di Studio della
Sezione Indulgenze.
Questa la
traduzione sommaria del testo scritto in latino:
La Penitenzieria
Apostolica, per mandato del Sommo Pontefice, concede volentieri l'indulgenza
plenaria, alle solite condizioni (Confessione sacramentale, Comunione
eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice), a tutti i
fedeli che la terza domenica del mese di gennaio visiteranno la chiesa di S.
Antonio e assolveranno devotamente alle sacre funzioni con la recita almeno del
Padre Nostro e del Credo.
Per lucrare l’indulgenza, i fedeli confessati e
comunicati dovranno visitare la chiesa di Sant’Antonio di Padova e pregare
secondo le intenzioni del Pontefice.
Lino Spadaccini
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