Diego Tana inziò negli anni '50 con il commercio della lana di pecora con il padre Nicola, noto come "Lu Monece" |
I giovani del dopoguerra, a differenza delle generazioni precedenti, hanno avuto la fortuna di vivere in pieno boom economico e di cogliere tutte le opportunità che il contesto offriva. I più “attenti” hanno anche avviato attività di successo.
E’ il caso di Diego Tana, classe 1931, che partito come lanaio e carbonaio ha poi intrapreso l’attività di grossista di alimentari.
Diego inizia giovanissimo, come aiutante del padre Nicola Tana (Lu Monece) commerciante, con magazzino di lana e carbone a Lu Ciardinette (Piazza Caprioli).
Nicola Tana (Lu Monece) con la sua Fiat 600 familiare con sopra i sacchi di lana |
“A vendere i carboni eravamo solo noi e La Pallotte (di cognome Cianci). All’epoca si vendevano parecchio, non c’era il gas! Li andavamo a caricare nell’alto vastese dovere c’erano i boschi”, ricorda Diego. “Ma dopo alcuni anni ci spostammo al Carmine, inizio di via Laccetti e ci concentrammo solo sulla lana”.
“All’epoca quasi tutte le famiglie contadine avevano sempre 5-6 pecore e poi c’erano i pastori che transitavano lungo il tratturo che a volte tosavano le pecore in zona. L’operazione avveniva a maggio per far stare più fresche le pecore d’estate”, spiega Diego Tana. “Quindi in zona c’era disponibilità di lana grezza, che noi del settore chiamavano “sucida” o “sudicia”. Mio padre con il carretto faceva il giro dei contadini e dei pecorai, rientrava e stivava a magazzino formando delle balle. Quando si arrivava ad un bel quantitativo si chiamava un camion e si mandava a Biella”.
Passano alcuni anni, siamo agli inizi della motorizzazione di massa, così la ditta Tana acquista una Fiat 600 multipla familiare per il trasporto dei prodotti. “Sopra avevamo messo un portabagagli che poteva contenere parecchi sacchi di lana”, ricorda Diego. “L’auto era utile sia per il ritiro del prodotto che per la consegna ai vicini lanifici di Fara San Martino”.
Il negozio di “Lu Monece” al Carmine era ormai diventato l’unico importante punto di riferimento per la lana a Vasto e dintorni. A Nicola Tana e al figlio Diego si rivolgevano i pastori in transito sul Tratturo, le mogli dei contadini portavano le loro piccole quantità di lana di pecora, molto spesso prendendo in cambio matasse con cui nelle lunghe serate invernali loro stesse confezionavano maglie e calzettoni o altro per la famiglia. Lu Monece aveva anche acquistato anche una macchina che preparava la lana “pi la càtere”, la classica imbottita rossa, fornendo alle sarte il prodotto già schiacciato al giusto spessore.
“All’epoca quasi tutte le famiglie contadine avevano sempre 5-6 pecore e poi c’erano i pastori che transitavano lungo il tratturo che a volte tosavano le pecore in zona. L’operazione avveniva a maggio per far stare più fresche le pecore d’estate”, spiega Diego Tana. “Quindi in zona c’era disponibilità di lana grezza, che noi del settore chiamavano “sucida” o “sudicia”. Mio padre con il carretto faceva il giro dei contadini e dei pecorai, rientrava e stivava a magazzino formando delle balle. Quando si arrivava ad un bel quantitativo si chiamava un camion e si mandava a Biella”.
Passano alcuni anni, siamo agli inizi della motorizzazione di massa, così la ditta Tana acquista una Fiat 600 multipla familiare per il trasporto dei prodotti. “Sopra avevamo messo un portabagagli che poteva contenere parecchi sacchi di lana”, ricorda Diego. “L’auto era utile sia per il ritiro del prodotto che per la consegna ai vicini lanifici di Fara San Martino”.
Il negozio di “Lu Monece” al Carmine era ormai diventato l’unico importante punto di riferimento per la lana a Vasto e dintorni. A Nicola Tana e al figlio Diego si rivolgevano i pastori in transito sul Tratturo, le mogli dei contadini portavano le loro piccole quantità di lana di pecora, molto spesso prendendo in cambio matasse con cui nelle lunghe serate invernali loro stesse confezionavano maglie e calzettoni o altro per la famiglia. Lu Monece aveva anche acquistato anche una macchina che preparava la lana “pi la càtere”, la classica imbottita rossa, fornendo alle sarte il prodotto già schiacciato al giusto spessore.
“In questo periodo, anche grazie alla nostra mitica Fiat 600 familiare, iniziò un proficuo scambio con i vicini lanifici di Fara San Martino – ricorda Diego Tana – noi portavamo lana grezza e prendevamo in cambio lana filata”.
Da chiarire che oggi Fara San Martino è nota per la pasta , ma già nell’800 operavano in paese i lanifici dei Cipolla, dei Verna, dei Tavani e persino dei De Cecco che poi con Filippo abbandonarono questa tradizione familiare per dedicarsi alla produzione della pasta. I Cipolla di cui sopra sono gli
avi dell’ex primario dell’Ospedale di Vasto prof. Luigi Cipolla D’Abruzzo.
Da chiarire che oggi Fara San Martino è nota per la pasta , ma già nell’800 operavano in paese i lanifici dei Cipolla, dei Verna, dei Tavani e persino dei De Cecco che poi con Filippo abbandonarono questa tradizione familiare per dedicarsi alla produzione della pasta. I Cipolla di cui sopra sono gli
Diego Tana anni '50 |
I frequenti viaggi a Fara hanno fatto intravedere nuove prospettive a Diego Tana.
“Il nostro era un lavoro molto intenso nel mese di maggio, periodo della tosatura delle pecore, e un po’ a settembre, fermo per il resto dell’anno. A me questo non piaceva”, dice Diego. E aggiunge scherzosamente: “D’estate, nel mese di luglio, io ero ad aspettare clienti sull’uscio al Carmine, ma erano tutti al mare, chi poteva venire a comperare la lana? Mi dovevo trovare un altro mestiere. Allora cominciai a pensare a qualche alternativa e i frequenti viaggi a Fara San Martino per portare la lana mi aiutarono a trovare la soluzione”.
“Mio padre già aveva cominciato a riportare da Fara la pasta De Cecco per alcune famiglie benestanti che glielo chiedevano. Io poi per un periodo riportavo crusca e farinaccio ad uso animale perché a Vasto c’era una certa richiesta. Queste nuove prospettive nel settore della pasta mi spinsero a chiedere alla De Cecco la concessione di vendita in esclusiva all’i
ngrosso per la zona del Vastese. Cosa che ottenni subito e nel 1956 mi misi in proprio”.
“Ho iniziato con un’auto d’occasione, in un piccolo locale adibito a magazzino a Shanghai, alla salita verso il teatro Rossetti. I primi tempi la distribuzione nei negozi me la faceva Tringinille con carretto e cavallo. Poi comperammo il furgone Ape. L’attività andava bene ed avevamo bisogno di maggiori spazi, allora prendemmo in affitto locali su corso Mazzini presso la stazione di Servizio Api. Dopo qualche anno costruimmo il palazzo in viale D’Annunzio, con ampi locali al piano terra per i nostri magazzini. Il punto di forza della ditta era sempre la pasta, ma ampliammo la gamma di prodotti. Diventammo grossisti per i negozi di Alimentari che all’epoca erano tanti, fornendo tutto, ad eccezione di salumi e formaggi”.
Dopo De Cecco, Diego Tana prese la concessione in esclusiva della pasta “La Molisana”, pubblicizzando e facendo conoscere il genuino prodotto di Campobasso in tutta la zona, vale a dire dalla vallata del Trigno a tutto il basso Chietino.
“La struttura della ditta era molto snella - dice Tana - due rappresentanti visitare i clienti e fare gli ordini; due o tre operai per il magazzino e la distribuzione. Io ho smesso a 70 anni, nel 2000 . Mio figlio Nicola continua l’attività con la stessa tipologia di prodotti e stessa struttura. Se posso fare un bilancio: sono contento di quello che ho fatto nella vita e dei risultati che ho ottenuto”.
Nicola D’Adamo
Diego Tana anni '50: vendita matasse di lana a piazza Rossetti |
anni '60: Diego Tana con la moglie Luisa D'Adamo |
“Ho iniziato con un’auto d’occasione, in un piccolo locale adibito a magazzino a Shanghai, alla salita verso il teatro Rossetti. I primi tempi la distribuzione nei negozi me la faceva Tringinille con carretto e cavallo. Poi comperammo il furgone Ape. L’attività andava bene ed avevamo bisogno di maggiori spazi, allora prendemmo in affitto locali su corso Mazzini presso la stazione di Servizio Api. Dopo qualche anno costruimmo il palazzo in viale D’Annunzio, con ampi locali al piano terra per i nostri magazzini. Il punto di forza della ditta era sempre la pasta, ma ampliammo la gamma di prodotti. Diventammo grossisti per i negozi di Alimentari che all’epoca erano tanti, fornendo tutto, ad eccezione di salumi e formaggi”.
Ingrosso in viale D'Annunzio: Tana sulla porta con furgone con la pubblicità della pasta "La Molisana" |
“La struttura della ditta era molto snella - dice Tana - due rappresentanti visitare i clienti e fare gli ordini; due o tre operai per il magazzino e la distribuzione. Io ho smesso a 70 anni, nel 2000 . Mio figlio Nicola continua l’attività con la stessa tipologia di prodotti e stessa struttura. Se posso fare un bilancio: sono contento di quello che ho fatto nella vita e dei risultati che ho ottenuto”.
Nicola D’Adamo
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