Gli studi compiuti da Giuseffo Zarlino (1517-1590) e le
nuove regole sulla teoria musicale ne “Le Istituzioni Armoniche” portano la
musica a nuove ed interessanti sviluppi e, preparò la nascita della cosiddetta
epoca “Barocca”.
Verso la fine del 1500 l’arte musicale ebbe grande sviluppo
sia per il perfezionamento degli strumenti sia per le nuove forme espressive:
come il melodramma, la cantata, l’Oratorio, le Passioni, ecc.
Tutte forme in cui la vocalità artistica e la tecnica vocale
ebbero grande sviluppo. Forme in cui la vocalità solistica ebbe grande impulso.
Queste forme si affermavano lentamente mentre ancora per quasi un secolo fu in
auge la polifonia vocale. Lo stile monodico ebbe grande sviluppo e, tutte le
voci furono impiegate singolarmente nei melodrammi e anche nelle altre forme
musicali nuove. La tecnica vocale ebbe grande impulso e grande prestigio. Qui
nasce il bel canto italiano, di cui desidero parlare in questi miei
appuntamenti.
Nel ‘600 abbiamo due grandi compositori abruzzesi. Il primo
fu Ippolito Sabino, nacque a Lanciano intorno al 1540 morì verso la fine del
secolo 1593, è uno dei più importanti compositori del secolo XVI. Egli fu
cantore del Duomo di Lanciano ed allievo del prete francese Aurelio Foglia
maestro di cappella del Duomo di Lanciano nonché noto compositore. Nella carica
di maestro di cappella subentro al suo maestro nel 1587. Esponente più illustre
di una famiglia di musicisti ed organari.
In questo quadro generale si colloca Ippolito Sabino che
pubblicò cinque opere di musica sacra, dieci volumi di madrigali (comprese
ristampe), e numerose singole composizioni presenti in antologie e raccolte in
un periodo che va dal 1570 al 1589.
La forma poetico-musicale del Madrigale era quella più auge
nel Cinquecento e per essa, solitamente, i compositori sceglievano i testi di
Petrarca, Boccaccio, Bembo, Sannazaro, Ariosto e di altri famosi poeti che
diventavano una base eccellente per le raffinate elaborazioni polifoniche.
L’abilità del musicista fu quella di “tradurre” musicalmente non tanto la
struttura metrica del testo ma addirittura il contenuto poetico, e le emozioni
che questi poesie davano.
Di lui sappiamo che, ha avuto vari figli di cui almeno due si
dedicarono alla musica: Giovanni Carlo Francesco, di cui padre pubblicò due
madrigali nel 1565 e nel 1587 e Orazio (morto a Lanciano il 12 aprile 1623),
eccellente organista e musicista della cattedrale di Lanciano. Entrambi furono
maestri della Cappella Musicale della Santa Casa di Loreto e in quella di Santa
Maria del Ponte di Lanciano negli anni 1568-1590.
Ippolito Sabino morì il 25 agosto 1593.
Questa caratteristica gli permise di fare esprimere ai
cantanti una melodia suadente caratterizzando la vocalità delle sue opere con
un senso di modernismo vocale nascente.
Un altro grande compositore abruzzese che si dedicò alle
composizioni vocali nel ‘600 fu Giuseppe Corsi da Celano, uno dei primi
polifonisti a dedicarsi a composizioni per voci soliste con basso continuo.
Essendo di carattere vivace la sua musica solista aveva un afflato
interpretativo di grande respiro servendosi di una vocalità nascente piena di
espressione e di dottrina.
Lusine Tishinyan
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