lunedì 4 settembre 2017

Storia della Musica (3 di 15): il '500 e '600 in Abruzzo, Ippolito Sabino

Lusine Tishinyan
di Lusine Tishinyan

TERZA PUNTATA
IPPOLITO SABINO

Gli studi compiuti da Giuseffo Zarlino (1517-1590) e le nuove regole sulla teoria musicale ne “Le Istituzioni Armoniche” portano la musica a nuove ed interessanti sviluppi e, preparò la nascita della cosiddetta epoca “Barocca”.
Verso la fine del 1500 l’arte musicale ebbe grande sviluppo sia per il perfezionamento degli strumenti sia per le nuove forme espressive: come il melodramma, la cantata, l’Oratorio, le Passioni, ecc.
Tutte forme in cui la vocalità artistica e la tecnica vocale ebbero grande sviluppo. Forme in cui la vocalità solistica ebbe grande impulso. Queste forme si affermavano lentamente mentre ancora per quasi un secolo fu in auge la polifonia vocale. Lo stile monodico ebbe grande sviluppo e, tutte le voci furono impiegate singolarmente nei melodrammi e anche nelle altre forme musicali nuove. La tecnica vocale ebbe grande impulso e grande prestigio. Qui nasce il bel canto italiano, di cui desidero parlare in questi miei appuntamenti.
Nel ‘600 abbiamo due grandi compositori abruzzesi. Il primo fu Ippolito Sabino, nacque a Lanciano intorno al 1540 morì verso la fine del secolo 1593, è uno dei più importanti compositori del secolo XVI. Egli fu cantore del Duomo di Lanciano ed allievo del prete francese Aurelio Foglia maestro di cappella del Duomo di Lanciano nonché noto compositore. Nella carica di maestro di cappella subentro al suo maestro nel 1587. Esponente più illustre di una famiglia di musicisti ed organari.
In questo quadro generale si colloca Ippolito Sabino che pubblicò cinque opere di musica sacra, dieci volumi di madrigali (comprese ristampe), e numerose singole composizioni presenti in antologie e raccolte in un periodo che va dal 1570 al 1589.
La forma poetico-musicale del Madrigale era quella più auge nel Cinquecento e per essa, solitamente, i compositori sceglievano i testi di Petrarca, Boccaccio, Bembo, Sannazaro, Ariosto e di altri famosi poeti che diventavano una base eccellente per le raffinate elaborazioni polifoniche. L’abilità del musicista fu quella di “tradurre” musicalmente non tanto la struttura metrica del testo ma addirittura il contenuto poetico, e le emozioni che questi poesie davano.
Di lui sappiamo che, ha avuto vari figli di cui almeno due si dedicarono alla musica: Giovanni Carlo Francesco, di cui padre pubblicò due madrigali nel 1565 e nel 1587 e Orazio (morto a Lanciano il 12 aprile 1623), eccellente organista e musicista della cattedrale di Lanciano. Entrambi furono maestri della Cappella Musicale della Santa Casa di Loreto e in quella di Santa Maria del Ponte di Lanciano negli anni 1568-1590.
Ippolito Sabino morì il 25 agosto 1593.
Questa caratteristica gli permise di fare esprimere ai cantanti una melodia suadente caratterizzando la vocalità delle sue opere con un senso di modernismo vocale nascente.
Un altro grande compositore abruzzese che si dedicò alle composizioni vocali nel ‘600 fu Giuseppe Corsi da Celano, uno dei primi polifonisti a dedicarsi a composizioni per voci soliste con basso continuo. Essendo di carattere vivace la sua musica solista aveva un afflato interpretativo di grande respiro servendosi di una vocalità nascente piena di espressione e di dottrina.

Lusine Tishinyan


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