di GIUSEPPE CATANIA
II viandante che transita lungo via Santa Maria Maggiore a Vasto può notare, sulla parete che guarda piazza del Tomolo, i resti di due colonne con capitelli, incastonate sul muro della chiesa. E' una curiosità.
Perchè queste due colonne ? E’ un interrogativo che molti si pongono.
Numerosi storici si sono occupati di questo particolare e sono pervenuti ad un risultato supportato la precisi riferimenti.
Cioè che l'ingresso della chiesa era situato proprio sul muro prospiciente la piazza e che la chiesa anticamente era stata costruita ad una sola navata.
LA PRIMA COLONNA |
L'ing. Filippo Laccetti nelle sue "Memorie d'arte vastese"(Trani - V.Vecchi - Tipografo 1905) ne dà una precisa descrizione sottolineando che "nessun indizio ci fa certo che il primitivo tempio di Santa Maria fosse stato assai ampio, e che forse solo dopo la fusione in uno dei due Guasti - quello di Aymone e quello di Gisone - avvenuta l'anno 1385, la chiesa di Santa Maria crebbe in decoro e fu ampliata di molto". Anticamente le costruzioni delle chiese cristiane osservavano la Direzione est-ovest, ma un avanzo di arte medioevale, ci porta a ritenere che la chiesa di Vasto era rivolta verso nord e che la direzione dell'asse della fabbrica fu quella di ponente e che l'ingresso era qui.
Scrive l'ing.Filippo Laccetti:"Dei sostegni di questo atrio rivolto a ponente si possono osservare oggi solo gli avanzi incastonati nel muro. E fra essi un magnifico pilastro romanico in mattoni col fusto sfalsato agli angoli, onde la sezione quadrangola sua si trasforma in ottangola, sormontata da un capitello in pietra viva monolitica di colore bigio-ceruleo, di buone dimensioni e di forma alquanto schiacciata, ma molto armonica nelle sue curvature. Forse questo pilastro si potrebbe oggidì isolare dalle restanti fabbriche e riporre così in tutto onore.
Ad esso si accompagna qualche altro raro avanzo di arte antica, quale, p.es. un rasone riccamente scolpito che è incastonato nella stessa parete occidentale del tempio - la cui arte fiorita però si allontana dall'arte severa del pilastro sopradetto,e richiama piuttosto l'arte gotica dei cunei centrali delle volte a costoloni; uno stemma gentilizio, la lastra tombale di Bellalta di Palazzo (S.Gervasio), moglie di Buccio di Alvappario, la quale Bellalta non potendo sciogliere in vita il voto di recarsi a nudis pedibus, e a visitare questa chiesa,volle almeno esservi sepolta ed effigiata nel marmo come tuttora si vede in rilievo (+1404); un'altra lastra tombale con l'immagine dello stesso Alvappario, protontino (+1420).... tutti pezzi di arte degni di menzione. Ad onta di tutto ciò, l'esterno del tempio di S.Maria oggidì non è punto artistico: più notevole, invece, è il suo interno, per essere stato rifatto in stile imitato dal Rinascimento".
GIUSEPPE CATANIA
LA SECONDA COLONNA |
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