Il nome deriva dalla coltivazione di piante di "lino". Nei pressi del bosco di San Lorenzo vi era una sorgente di acqua perenne.
di GIUSEPPE CATANIA
Tra le contrade che determinano il territorio di Vasto, vi è quella denominata "Villa San Pietro Linari” oppure solo "Linari".
"Probabilmente l'epiteto è tolto dalle semine de' lini, le quali anche oggi si fanno in questa contrada, che gli antichi nomi ritiene". Così scrive lo storico Luigi Marchesani (Storia di Vasto, pag.137), e soggiunge: "Ella giace a settentrione del bosco San Lorenzo; un picciol rivo di perenne acqua, che
valloncello di S.Pietro Linari si appella, la divide dalla contrada Fonte del Fico".
Abbiamo ricordato di questa contrada nell'articolo pubblicato su NoiVastesi il 20 luglio 2017, sulla presenza di ruderi in questa località che prova la presenza di un impianto termale, in virtù dell'abbondanza di acqua affiorata nel terreno. Indubbiamente la presenza di acqua perenne nella zona ha consentito la semina e la produzione delle piante di lino e da qui la derivazione dell'epiteto "Linari". Peraltro la produzione del lino veniva esportata nei centri dell'Adriatico fino alle isole della Grecia dove veniva sottoposto a colorazione per confezionare le "toghe.
La storia di questa contrada ci ricorda che Rodolfo, principe longobardo donò ai monaci benedettini di Tremiti,la quarta parte del Castello di S.Pietro Linari, insieme all'annesso molino (che era alimentato al acqua).
Ma sulle vicende di Fonte Linari (o Castello Linari) lo storico Luigi Marchesani ne traccia i particolari. "Conferò Enrico III nel 1047 a S.Giovanni in Venere quel tanto di Castel Linari,che dal Monastero possedeasi. Acquistaronsi i Benedettini di Tremiti altra porzione di Castel Linari: di fatti mentre costoro ottenner ratificazione per la terza parte di Linari da Papa Alessandro III nel 1171, gli altri di San Giovanni in Venere, nel 1176 dallo stesso Papa per la cella di S.Pietro Linari la conseguirono...." "Fu di questa villa una fanciulla di cinque anni, la quale ivi in atto di morire annunziava, né il fatto la smentì, che in quel momento il venerabile Domenico da Firenze,Frate dei Riformati, dimorante nel nostro convento di S.Onofrio, pur ei moriva; altri dice che la fanciulla era di Vasto. Abitatori di Villa Linari pur furono nel 1528 un tale Ambrogio, Giovanni Surcino, e Sclanone; nel 1544 Francesco Bianco e Donato di Blandichio; nel 1549 Paolo Nicola Sartore; la di cui Moglie Margherita possedea vigna nel tenimento della Villa."
Nel 1566, durante la terza scorreria dei turchi,il casale venne saccheggiato e distrutto, e gli abitanti dispersi.
Verso la metà del secolo decimosettimo vi erano ancora visibili i resti di una chiesa che era dedicata a San Salvatore.
GIUSEPPE CATANIA
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