Il collegio e l'antica chiesa del Carmine di Michele Provicoli |
Fra le notizie storiche della Città, ricordiamo il quartiere della Chiesa della Madonna del Carmine, con particolare riferimento all'attuale "Via del Fornorosso" che si innesta da via Vescovado per toccare corso Storico Marchesani.
Nella zona esisteva la cappella dedicata a San Nicola degli Schiavoni, cioè emigrati provenienti dalla lugoslavia, chiamati del Marchese Diego D'Avalos per la coltivazione della terra.
Una frangia di questi "schiavoni" si trasferì nel territorio di Cupello, dove si misero a fabbricare le tegole (dette "coppelle", da cui prese denominazione "Cupello".
Demolita la cappella di San Nicola degli Schiavoni, venne edificata la chiesa della Madonna del Carmine. Questa contrada era nota come "Piano del Forno", perche qui si cuoceva il pane per approvvigionare la città.
Nel 1362 venne costruita la nuova chiesa. Dopo tre secoli, nel 1689, fu rimodernata: venne edificata l'abitazione per ospitare i Padri della Madre di Dio ed un collegio per i Padri Clerici, detti Lucchesi, con rendite perpetue assicurate dall'università e dal Marchese D'Avalos, da cui trarre fondi per l'istruzione dei giovani nella grammatica, nella retorica, e nella filosofia e - come ricorda Giuseppe De Benedictis nelle sue "Memorie Istoriche del Vasto - "nell'esercizio di lettere, come di spirito, solito praticarsi per loro istituto da' medesimi Padri".
In seguito, con solenne cerimonia, i Padri Lucchesi presero possesso dell'edificio “il quale fu regolarizzato da questa Eccellenza colle più cospicue dimostrazioni, che potessero praticarsi dalla grandezza de' Signori così magnanimi, avendo approvato la chiesa colle superbissime suppellettili della loro guardaroba".
Vi presero parte il Marchese con il loro figlio Principe di Isernia ed un solennissimo Te Deum venne accompagnato dallo sfarzo e l'eleganza degli abiti,e dallo sparo della "moschetteria" e del cannone, nonchè dal suono delle campane" dopo il quale Monsignore Nicolò Robulovich, arcivescovo di Chieti, predicò popolo che, per fine restò consolato dalla benedizione dell'esposto Santissimo dal suo Pastore".
Nella "contrada del Forno era la casa di Virgilio Caprioli di nobile antica famiglia vastese, giureconsulto, archeologo che introdusse per primo a Vasto i tipi -della stampa, in un locale sito in via del Buonconsiglio, autore di uno scritto sull'epica disfida di Barletta e di Riccio De Parma,uno dei tredici campioni italiani.
La casa dei Caprioli venne in possesso di Francesco Agricoletti che era sposo di Virgilia Magnacervo, celebre storico, geografo, matematico, giureconsulto.
Si ricorda che nel 1548 Valerio De Clemente dispose che la sua abitazione, del cortile e delle dipendenze venisse destinati al monastero Ielle monache dell'Ordine di S.Onofrio, disponendo altresì che il Marchese e la Marchesa d'Avalos ne fossero garanti. Qui, infatti, alcune donne, senza clausura ,iniziarono a riunirsi portando con loro quanto occorreva per il vitto e per le esigenze spirituali, e si recavano al convento di S.Onofrio.
GIUSEPPE CATANIA
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