Lo ha dipinto Achille Carnevali nel 1923 (FOTO) ed è nella Chiesa di Santa Filomena dei Baroni Genova Rulli.
di GIUSEPPE CATANIA
San Benedetto Giuseppe Labre, il Santo Pellegrino, nasce nel 1748 ad Amettes, nei pressi di Arras, in Francia, primo di 15 figli di due contadini e venditori di mercanzia.
Apprese nozioni di latino da uno zio che era curato e, a 16 anni, i genitori gli impedirono, ma
invano, di farsi frate trappista.
Con caparbietà si rivolse ai monasteri certosini e cistercensi, sempre respinto perché giudicato non adatto, inquieto e incontrollabile.
Si dirige allora in Italia e a Chieri, in Piemonte, comunica ai genitori che è diretto a Roma, ma è sempre in cammino e percorre la Germania, la Svizzera, la Spagna, "vagabondo di Dio" come era considerato, vivendo come un barbone, con un sacco sulla spalla che conteneva la "Imitazione di Cristo", il breviario e il Vangelo, reggendo un rosario tra le mani e un crocifisso appeso al collo, senza nulla chiedere e se qualcuno gli dava qualcosa dava il superfluo ai poveri.
Dormiva all'aperto dirigendosi verso i santuari, toccando Loreto, Assisi, Napoli, Bari, Fabriano, Einsielden, Compostella, Paray-Le Monial.
Era noto in Italia come il "Santo Francese" e gli ultimi anni della sua esistenza li ha trascorsi a Roma, dormendo in un angolo del Colosseo, con addosso sempre lo stesso saio stracciato. Un mattino della primavera del 1783 venne trovato svenuto per strada da un macellaio da cui venne accolto in uno sgabuzzino dove morì dopo qualche giorno, a 35 anni, con il corpo tutto piagato.
La notizia della sua morte si diffuse dappertutto suscitando commozione ed a Roma raccontavano "Il santo è morto", mentre in Francia la sua casa veniva depredata di ogni suppellettile come reliquia.
Venne seppellito presso l'altare maggiore della Madonna dei Monti.
In molte case di Francia, Germania, Svizzera vennero diffuse immagini e statuette del Santo, mentre circolavano insistentemente notizie di prodigiose guarigioni per sua intercessione.
Dopo quasi un secolo di spontaneo culto del "vagabondo di Dio", nel 1881 Papa Leone XIII ne proclamava la Canonizzazione.
E’ venerato come il protettore dei mendicanti, i senzatetto, i pellegrini, viaggiatori , in Germania, Svizzera, Francia.
Il nome Benedetto, dal latino significa: “che augura il bene".
A Vasto, nella chiesa di Santa Filomena dei Baroni Genova- Rulli, si custodisce un quadro dipinto dall'artista fiorentino Achille Carnevali nel 1923.
Altri dipinti si conservano nella stessa chiesa, fatta restaurare nel 1918 con la costruzione del campanile in stile con colonne doriche. Tra cui i quadri: "II Cuore di Gesù, con Santi, la Madonna di Pompei, commissionati dal barone Luigi Genova Rulli.
Nel 1840 il pittore vastese Andrea Marchessni, dipingeva il quadro che raffigura il barone Giuseppe Antonio Genova-Rulli in ginocchio indossando l'uniforme Costantiniano, davanti a Santa Lucia per devozione dopo aver perduto la vista. FOTO
Vi si conservano le statue lignee di San Vincenzo Ferreri del XVII secolo, il Crocifisso di Gennaro Belletti del 1967, il Cristo Flagellato (in cartapesta dell'artista vastese Manella del 1800) e la Via Crucis su tela donata nel 2004 dalla nobildonna vastese Gimma Pillon.
Una piccola ma preziosa collezione di opere d'arte che arredano una tra le più belle chiesette, quella di Santa Filomena, in Via Anelli, esistente a Vasto.
In questa chiesetta si svolgono manifestazione d'arte e di musica classica, promosse in precedenza dall'Associazione Vigili del Fuoco in congedo onlus, e d’ora in poi dall’Associazione Nazionale Carabinieri, anche nel ricordo del defunto parroco Don Michele Ronzitti che di questa chiesa fu rettore.
GIUSEPPE CATANIA
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