di GIUSEPPE CATANIA
Tra le innumerevoli sparse carte che attendono una organica collocazione, affiorano alcuni "ricordi" personali intercorsi con Padre Natale Cavatassi.
Memorie di attimi di vita vissuti, ancora inediti, ma che mi sembra opportuno riferire, non solo per rendere omaggio ad un Sacerdote-Poeta, ma anche per rinverdirne la memoria a quanti lo conobbero e gli furono, come noi, amici sinceri.
II primo incontro con Padre Natale Cavatassi avvenne nel mese di ottobre 1974, in occasione della sua venuta a Vasto, nella Cattedrale di San Giuseppe. Natale Cavatassi lo abbiamo ascoltato quale illuminato e colto predicatore durante la missione parrocchiale e ne siamo rimasti affascinati dalla parola squisitamente poetica, ispirata alla sublimazione espressiva.
Non sapevamo, allora, che, oltre ad essere uno dei più illustri "passionisti" della nostra terra, Natale Cavatassi fosse anche un poeta nato.
Egli, superati gli studi presso la Facoltà Teologica "Angelicum" e presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma; ha insegnato scienze teologiche e bibliche allo Studio Teologico di San Gabriele per tre lustri, passando poi al Pontificato Seminario Regionale di Chieti, come docente di Scienze Bibliche; poi ordinario di Teologia Ecumenica presso la Facoltà Teologica di Fano e di Chieti.
È stato membro di varie associazioni scientifiche e di cultura.
Autore di liriche latine e greche, di studi filologici, letterati e religiosi e di dialettologia arcaica, con particolare riferimento a Teramo.
Ha collaborato a Dizionari e Riviste Italiane e straniere. Di Natale Cavatassi abbiamo avuto il volume di poesie in dialetto abruzzese, di cui ci ha fatto dono, "Lu ramajette", edito dalla collana diretta da Giuseppe Porto, rimanendone particolarmente affascinati, come lo fummo per il dialogo che Egli era capace di attuare con voce suadente.
La poesia in Natale Cavatassi è anche una scoperta avvenuta per caso - come riferisce Porto nella introduzione del volume, perché "essa è stata possibile con il ritorno alle origini, alla semplicità della costante parlata materna e all'umiltà dell'ambiente di Ripe di Civitella e del Gruppo di casolari che, in quel di Tortoreto, formano la contrada Cavatassi: ivi nacque e visse la sua infanzia di poeta".
"Lu ramajette" è un cantico alla bellezza della natura attraverso le sue molteplici manifestazioni, agli episodi che caratterizzano le vicende, a volte leggendarie del nostro popolo che dalla natura trae la forza e la vitalità per il nostro doloroso transito terreno. Ma questa vena poetica non poteva discostarsi dalla formazione religiosa di Natale Cavatassi, sicché la sua musa comprende, logicamente, accenni biblici che pure conservano la musicalità del verso, quasi che, forgiato nella dolcezza della "bella parlatura paesana", assurge a immagini sublimi, quali, appunto, la nobiltà d'animo che la serenità di spirito del poeta solo può suscitare. "Ecco come tutta l'umanità e tutta la cultura sono presenti e sentiti come contemporanei, nella raccolta "Lu ramajette" i fiori campestri, infatti, sono gli stessi per un'offerta d'amore", così scrive Giuseppe Porto. "Il miracolo della trasmissione della gentile usanza l'ha operato il dialetto - d'ora in poi - mi ha confessato Natale Cavatassi - non sarei più capace di comporre poesie in greco e in latino, perché mi sono accorto che solo usando il dialetto si può fare vera poesia".
Questo giudizio critico su Natale Cavatassi fu espresso subito dopo il nostro incontro a Vasto.
Egli allora apprese le mie origini siciliane, lodando i miei scritti pubblicati sul quotidiano "Il Tempo", che seguiva con molta attenzione sotto il profilo culturale.
Al dono del volume di poesie "Lu ramajette", venne per me spontaneo comporre un sonetto dal titolo"fiori rari" in dialetto siciliano (tradotto in lingua) che gli feci avere presso i "Padri Passionisti" - Centro di Animazione Cristiana di via B. Croce, 90 a Pescara" il 5 novembre 1974.
Padre Natale Cavatassi rispose con una composizione poetica, per il Natale 1974 (dedicando a me e a mia moglie Pina lo scritto).
In seguito gli "incontri" con Natale Cavatassi proseguirono per telefono e qualche lettera fino alla sua dipartita che ha lasciato un vuoto incolmabile nella cultura poetica abruzzese, una fiaccola ardente di passionale spiritualità.
Un uomo che ha tracciato un solco profondo nel campo della letteratura e dell'oratoria ispirata agli echi provenienti dall'intimo di un'anima che ha vissuto intensamente per l'amore universale.
Sonetto dedicato a Padre Natale Cavatassi, in dialetto siciliano
SCIURI RARI
Prima lu verbu mi pigghiau lu pettu
quannu ti 'ntisi 'n Chiesa a pridicari;
ora, pueta, riccu d'intellettu,
vitti u to' libbru di li sciuri rari.
Quanta crianza, quantu sintimentu
porta lu versu riccu d'armunia:
quannu lu leggiu lu me' cori sentu
battiri forti, e dintri l'arma mia
lu celu pari ca mi cala fittu.
Li toi beatitudini celesti
scìnniri sentu, e cchiù lu cori batti,
a cunsulari lu me' monnu afflittu:
l'accettu comu fussuru li cesti
di sciuri rari da lu cori fatti.
traduzione FIORI RARI
Prima la parola mi rapì il petto
quando ti ho sentito in chiesa a predicare;
ora, poeta ricco d'intelletto,
ho visto il tuo libro di fiori rari.
Quanta dolcezza, quanto sentimento
reca il verso ricco d'armonia
quando lo leggo il mio cuore
sento battere forte,
e dentro l'alma mia
il ciclo sembra che cala fitto.
Le tue beatitudini celesti
scendere sento, a più il cuore batte,
a consolare il mondo afflitto:
l'accetto come fossero cesti
di fiori rari dal cuore fatti.
Vasto, 5 novembre 1974
Tra le innumerevoli sparse carte che attendono una organica collocazione, affiorano alcuni "ricordi" personali intercorsi con Padre Natale Cavatassi.
Memorie di attimi di vita vissuti, ancora inediti, ma che mi sembra opportuno riferire, non solo per rendere omaggio ad un Sacerdote-Poeta, ma anche per rinverdirne la memoria a quanti lo conobbero e gli furono, come noi, amici sinceri.
II primo incontro con Padre Natale Cavatassi avvenne nel mese di ottobre 1974, in occasione della sua venuta a Vasto, nella Cattedrale di San Giuseppe. Natale Cavatassi lo abbiamo ascoltato quale illuminato e colto predicatore durante la missione parrocchiale e ne siamo rimasti affascinati dalla parola squisitamente poetica, ispirata alla sublimazione espressiva.
Non sapevamo, allora, che, oltre ad essere uno dei più illustri "passionisti" della nostra terra, Natale Cavatassi fosse anche un poeta nato.
Egli, superati gli studi presso la Facoltà Teologica "Angelicum" e presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma; ha insegnato scienze teologiche e bibliche allo Studio Teologico di San Gabriele per tre lustri, passando poi al Pontificato Seminario Regionale di Chieti, come docente di Scienze Bibliche; poi ordinario di Teologia Ecumenica presso la Facoltà Teologica di Fano e di Chieti.
È stato membro di varie associazioni scientifiche e di cultura.
Autore di liriche latine e greche, di studi filologici, letterati e religiosi e di dialettologia arcaica, con particolare riferimento a Teramo.
Ha collaborato a Dizionari e Riviste Italiane e straniere. Di Natale Cavatassi abbiamo avuto il volume di poesie in dialetto abruzzese, di cui ci ha fatto dono, "Lu ramajette", edito dalla collana diretta da Giuseppe Porto, rimanendone particolarmente affascinati, come lo fummo per il dialogo che Egli era capace di attuare con voce suadente.
La poesia in Natale Cavatassi è anche una scoperta avvenuta per caso - come riferisce Porto nella introduzione del volume, perché "essa è stata possibile con il ritorno alle origini, alla semplicità della costante parlata materna e all'umiltà dell'ambiente di Ripe di Civitella e del Gruppo di casolari che, in quel di Tortoreto, formano la contrada Cavatassi: ivi nacque e visse la sua infanzia di poeta".
"Lu ramajette" è un cantico alla bellezza della natura attraverso le sue molteplici manifestazioni, agli episodi che caratterizzano le vicende, a volte leggendarie del nostro popolo che dalla natura trae la forza e la vitalità per il nostro doloroso transito terreno. Ma questa vena poetica non poteva discostarsi dalla formazione religiosa di Natale Cavatassi, sicché la sua musa comprende, logicamente, accenni biblici che pure conservano la musicalità del verso, quasi che, forgiato nella dolcezza della "bella parlatura paesana", assurge a immagini sublimi, quali, appunto, la nobiltà d'animo che la serenità di spirito del poeta solo può suscitare. "Ecco come tutta l'umanità e tutta la cultura sono presenti e sentiti come contemporanei, nella raccolta "Lu ramajette" i fiori campestri, infatti, sono gli stessi per un'offerta d'amore", così scrive Giuseppe Porto. "Il miracolo della trasmissione della gentile usanza l'ha operato il dialetto - d'ora in poi - mi ha confessato Natale Cavatassi - non sarei più capace di comporre poesie in greco e in latino, perché mi sono accorto che solo usando il dialetto si può fare vera poesia".
Questo giudizio critico su Natale Cavatassi fu espresso subito dopo il nostro incontro a Vasto.
Egli allora apprese le mie origini siciliane, lodando i miei scritti pubblicati sul quotidiano "Il Tempo", che seguiva con molta attenzione sotto il profilo culturale.
Al dono del volume di poesie "Lu ramajette", venne per me spontaneo comporre un sonetto dal titolo"fiori rari" in dialetto siciliano (tradotto in lingua) che gli feci avere presso i "Padri Passionisti" - Centro di Animazione Cristiana di via B. Croce, 90 a Pescara" il 5 novembre 1974.
Padre Natale Cavatassi rispose con una composizione poetica, per il Natale 1974 (dedicando a me e a mia moglie Pina lo scritto).
In seguito gli "incontri" con Natale Cavatassi proseguirono per telefono e qualche lettera fino alla sua dipartita che ha lasciato un vuoto incolmabile nella cultura poetica abruzzese, una fiaccola ardente di passionale spiritualità.
Un uomo che ha tracciato un solco profondo nel campo della letteratura e dell'oratoria ispirata agli echi provenienti dall'intimo di un'anima che ha vissuto intensamente per l'amore universale.
Sonetto dedicato a Padre Natale Cavatassi, in dialetto siciliano
SCIURI RARI
Prima lu verbu mi pigghiau lu pettu
quannu ti 'ntisi 'n Chiesa a pridicari;
ora, pueta, riccu d'intellettu,
vitti u to' libbru di li sciuri rari.
Quanta crianza, quantu sintimentu
porta lu versu riccu d'armunia:
quannu lu leggiu lu me' cori sentu
battiri forti, e dintri l'arma mia
lu celu pari ca mi cala fittu.
Li toi beatitudini celesti
scìnniri sentu, e cchiù lu cori batti,
a cunsulari lu me' monnu afflittu:
l'accettu comu fussuru li cesti
di sciuri rari da lu cori fatti.
Vasto, 5 novembre
1974
Prima la parola mi rapì il petto
quando ti ho sentito in chiesa a predicare;
ora, poeta ricco d'intelletto,
ho visto il tuo libro di fiori rari.
Quanta dolcezza, quanto sentimento
reca il verso ricco d'armonia
quando lo leggo il mio cuore
sento battere forte,
e dentro l'alma mia
il ciclo sembra che cala fitto.
Le tue beatitudini celesti
scendere sento, a più il cuore batte,
a consolare il mondo afflitto:
l'accetto come fossero cesti
di fiori rari dal cuore fatti.
Vasto, 5 novembre 1974
Risposta poetica di
Natale Cavatassi
Natale 1974
A PINO E PINA
Lu care Cumpare Peppine
è come na corde de vijuline:
lu core t'è d'ore
e l'uocchie d'argente,
luntane se vede
che lucceche bbone
e anzimbre a lu vente
na museca arrive...
lu cante che ve da luntane
me porte l'addore d'arange
recurde de tempe luntane...
Nce serve arpinzà la Sicilie
perché l'amicizie è la stesse
vecine a li
fiamme dell'Etna
o ammezze a li fiure
e li
jérve de la Maielle
guardenne l'azzurre e li stelle.
Peppine e Pinuccia cuntente,
v'augùre li feste cchiù bbelle,
e l'amure di Criste a lu
mònne
ve porte la pace a lu core:
pe tutte li
strade a stu monne
pe sempre ve guide
l'amore.
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