di GIUSEPPE CATANIA
Quali siano le origini della Festa di Natale è un problema che, sin dall'antichità, ed ancora oggi, appare avvolto da interrogativi che attendono una convincente risposta.
Infatti, noi apprendiamo dalla lettura della Bibbia il resoconto della nascita d Gesù Bambino, ma non troviamo alcun accenno sulla data della nascita del Cristo.
Inoltre, le sacre scritture non fanno alcun cenno sulla osservanza di celebrare tale ricorrenza.
Persino gli Apostoli non risulta che abbiano festeggiato questo natalizio, ed i testi biblici non riferiscono che alcun membro della chiesa apostolica abbia seguito una simile celebrazione.
La posizione degli studiosi
Tali asserzioni scaturiscono dalla lettura del Dizionario dell'Enciclopedia Cattolica (1941) che, alla voce Natale, riferisce: "Nei primissimi tempi della Chiesa non esisteva una Festa del genere". Non solo, ma testualmente, lo stesso Dizionario aggiunge: "Per inspiegabile che sembri, la data di Nascita del Cristo non è nota. I Vangeli non indicano né il giorno nè il mese". Eppure il mondo cristiano celebra il Natale il 25 dicembre. Questo perché la maggioranza degli studiosi di testi sacri fa affidamento sull'accordo generale nel fissare la nascita di Gesù Bambino in concomitanza del solstizio invernale, perché anticamente i pagani, che adoravano Mitra, celebravano il dies solis invicti,: cioè il giorno in cui il sole comincia il suo viaggio di ritorno nei cieli boreali.
La festa pagana era caratterizzata da baldorie e gozzoviglie ed ebbe una radicale trasformazione quando milioni di pagani cominciarono a convertirsi al cristianesimo, cosicché la celebrazione del dies natalis, cioè Natale, entrò a far parte del rituale cristiano, ma senza rinunziare al rituale di scambiarsi doni, darsi ai divertimenti che già facevano parte dei cerimoniali di quanti adoravano il dio Sole mitraico. Cambiata, dunque, l'etichetta, si cominciò a celebrare la data della nascita di Gesù nello stesso giorno ed allo stesso modo in cui avevano onorato il dio Sole, anche se era incerta la data della nascita del Cristo. In sostanza, l'usanza di celebrare la festa di Natale, deriva da quella in onore del dio Sole della religione mitraica che perpetuava l'essenza della religione babilonese che, ad iniziare dalla fine del 1° secolo, venne introdotta da Roma e in oriente, dove l'impero romano ebbe la massima espansione. "Fu così che il Natale cominciò ad essere considerata festa nella stessa data in cui veniva celebrato il dio Sole!
I dubbi sul 25 dicembre
La maggioranza degli studiosi di teologia sono convinti che Gesù non nacque il giorno 25 dicembre.
E accompagnano alcuni riferimenti che dovrebbero comprovare una tale ipotesi. Sostengono che Maria diede alla luce il Bambino Gesù verso la fine dell'estate o all'inizio dell'autunno. Infatti, in questo periodo i pastori erano soliti trascorrere all'aperto la notte a guardia dei greggi.
Questo perché nel mese di dicembre non era proprio possibile giacché le pecore venivano ricondotte agli ovili prima che iniziasse la stagione fredda delle piogge, cioè non più tardi della metà del mese di ottobre. Era usanza dei Giudei condurre i loro greggi all'aperto nei campi, all’inizio della primavera per poi riportarli al coperto in autunno, cioè all'inizio delle prime piogge.
Da questo si può supporre che il mese di ottobre non era ancora cominciato e che Gesù non nacque a dicembre (25) quando i pastori e le loro greggi non erano più nei campi all'aperto, di notte. Forse la stagione fredda non era ancora iniziata ed il clima autunnale a Betlemme era ancora mite quando venne al mondo il Redentore. Infatti, Luca (2:6) riferisce che nel giorno in cui nacque Gesù c'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo guardia al loro gregge.
Ma una ulteriore riprova si ha con la lettura di un brano dello stesso Apostolo Luca (1:24-38) quando riferisce che la Vergine Maria rimase miracolosamente incinta quando la cugina Elisabetta era già al sesto mese di gravidanza di colui che venne chiamato Giovanni Battista. Sappiamo che l'Arcangelo Gabriele annunziò a Zaccaria marito di Elisabetta,l’imminente concepimento della moglie (Luca 1:8-13). Zaccaria fece ritorno a casa dopo, il suo turno di sacerdote, alla fine della primavera ed il concepimento di Elisabetta avvenne verso la fine di giugno. Il sesto mese di gravidanza sarebbe caduto a dicembre, per cui, la nascita sarebbe avvenuta alla fine di marzo o ai primi di aprile dell'anno dopo.
Poiché la nascita di Gesù avvenne a sei mesi di distanza, si deve convenire che tale data è da collocarsi alla fine di settembre o ai primi di ottobre. Infatti, nel periodo settembre-ottobre, dopo il raccolto, era uso pagare i tributi e Maria e Giuseppe si erano portati a Betlemme per registrare la loro posizione con con fisco. E si spiega anche il fatto che loro non abbiano trovato alloggio, perché, al termine del raccolto, iniziavano le feste autunnali, che richiamavano grandi moltitudine di gente e di Giudei a Gerusalemme, facendo registrato il "tutto esaurito".
Il culto solare
II culto solare, originario della città-santuario di Emesa (Siria), che proveniva da una elaborazione della venerazione che gli Egiziani avevano per il dio RA, individuava, appunto il sole. Tale culto venne introdotto, verso la fine del III secolo, dall'Imperatore Aureliano e si diffuse in tutte le province di Roma. Due giorni dopo il solstizio d’inverno, cioè il 25 dicembre, veniva festeggiata la ricorrenza del DIES NATALIS SOLIS INVICTI e lo stesso Imperatore Aureliano gli dedicò un tempio nel CAMPUS AGRIPPAE, cioè nell'attuale Piazza San Silvestro a Roma.
Al tempo dell'Imperatore Costantino i soldati solevano collocare nelle aste delle portantine, le insegne imperiali con l'effigie del S0L COMES INVICTUS, che raffigurava ELIO (Sole) guerriero ornato dalla corona radiata, un cerchio da cui dipartivano punte di metallo. La festa del sole, tra i vari giochi, compendiava le corse dei "cocchi", per ridordare, appunto, il "Carro del Sole" (Elios).
Con il passare del tempo, i Cristiani, non potendo cancellare del tutto il culto che si ricollegava alla vecchia tradizione, se ne appropriarono, dando un significato diverso ai simboli provenienti dal culto pacano.
Infatti, la Chiesa avrebbe utilizzato la corona radiata come supporto dell'Ostia, nell'oggetto liturgico che è l'Ostensorio. Più oltre, la corona radiata fu usata come ornamento dei re e degli imperatori che, nella iconografia la identificarono con il Cristo nascente, come vollero i primi cristiani; o con la Trasfigurazione,o la Resurrezione o l'Ascensione. Era un nuovo modo di presentare al mondo pagano di Costantinopoli, ed al nuovo mondo di Gerusalemme, il messaggio di rinnovamento che, mentre era proprio del Cristianesimo, cioè con la nuova figura del Cristo, era ancora legato alla vecchia tradizione dell’Eros-Bambino, cioè al culto mitraico-solare.
Il Bambino della Natività venne, dunque, associato ai due animali che facevano parte del culto di Mitra: il Toro e l'Onagro, poi divenuti il Bue e l'Asino, mentre i Re Magi vennero rappresentati in vesti persiane, cioè uomini "fedeli" di Mitra.
La "Festa del 25 dicembre, SOLIS INVICTI, cambiò significato, proprio per sdradicare le abitudini e la memoria delle antiche feste pagane, cominciando a rifondare il calendario e la liturgia, ponendo la solarita dell'anno con il solstizio d'inverno a fianco della lunarità (di origine ebraica) con il plenilunio di primavera (data mobile) nella domenica successiva a quella in cui i Cristiani usavano celebrare la Pasqua.
GIUSEPPE CATANIA
Quali siano le origini della Festa di Natale è un problema che, sin dall'antichità, ed ancora oggi, appare avvolto da interrogativi che attendono una convincente risposta.
Infatti, noi apprendiamo dalla lettura della Bibbia il resoconto della nascita d Gesù Bambino, ma non troviamo alcun accenno sulla data della nascita del Cristo.
Inoltre, le sacre scritture non fanno alcun cenno sulla osservanza di celebrare tale ricorrenza.
Persino gli Apostoli non risulta che abbiano festeggiato questo natalizio, ed i testi biblici non riferiscono che alcun membro della chiesa apostolica abbia seguito una simile celebrazione.
La posizione degli studiosi
Tali asserzioni scaturiscono dalla lettura del Dizionario dell'Enciclopedia Cattolica (1941) che, alla voce Natale, riferisce: "Nei primissimi tempi della Chiesa non esisteva una Festa del genere". Non solo, ma testualmente, lo stesso Dizionario aggiunge: "Per inspiegabile che sembri, la data di Nascita del Cristo non è nota. I Vangeli non indicano né il giorno nè il mese". Eppure il mondo cristiano celebra il Natale il 25 dicembre. Questo perché la maggioranza degli studiosi di testi sacri fa affidamento sull'accordo generale nel fissare la nascita di Gesù Bambino in concomitanza del solstizio invernale, perché anticamente i pagani, che adoravano Mitra, celebravano il dies solis invicti,: cioè il giorno in cui il sole comincia il suo viaggio di ritorno nei cieli boreali.
La festa pagana era caratterizzata da baldorie e gozzoviglie ed ebbe una radicale trasformazione quando milioni di pagani cominciarono a convertirsi al cristianesimo, cosicché la celebrazione del dies natalis, cioè Natale, entrò a far parte del rituale cristiano, ma senza rinunziare al rituale di scambiarsi doni, darsi ai divertimenti che già facevano parte dei cerimoniali di quanti adoravano il dio Sole mitraico. Cambiata, dunque, l'etichetta, si cominciò a celebrare la data della nascita di Gesù nello stesso giorno ed allo stesso modo in cui avevano onorato il dio Sole, anche se era incerta la data della nascita del Cristo. In sostanza, l'usanza di celebrare la festa di Natale, deriva da quella in onore del dio Sole della religione mitraica che perpetuava l'essenza della religione babilonese che, ad iniziare dalla fine del 1° secolo, venne introdotta da Roma e in oriente, dove l'impero romano ebbe la massima espansione. "Fu così che il Natale cominciò ad essere considerata festa nella stessa data in cui veniva celebrato il dio Sole!
I dubbi sul 25 dicembre
La maggioranza degli studiosi di teologia sono convinti che Gesù non nacque il giorno 25 dicembre.
E accompagnano alcuni riferimenti che dovrebbero comprovare una tale ipotesi. Sostengono che Maria diede alla luce il Bambino Gesù verso la fine dell'estate o all'inizio dell'autunno. Infatti, in questo periodo i pastori erano soliti trascorrere all'aperto la notte a guardia dei greggi.
Questo perché nel mese di dicembre non era proprio possibile giacché le pecore venivano ricondotte agli ovili prima che iniziasse la stagione fredda delle piogge, cioè non più tardi della metà del mese di ottobre. Era usanza dei Giudei condurre i loro greggi all'aperto nei campi, all’inizio della primavera per poi riportarli al coperto in autunno, cioè all'inizio delle prime piogge.
Da questo si può supporre che il mese di ottobre non era ancora cominciato e che Gesù non nacque a dicembre (25) quando i pastori e le loro greggi non erano più nei campi all'aperto, di notte. Forse la stagione fredda non era ancora iniziata ed il clima autunnale a Betlemme era ancora mite quando venne al mondo il Redentore. Infatti, Luca (2:6) riferisce che nel giorno in cui nacque Gesù c'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo guardia al loro gregge.
Ma una ulteriore riprova si ha con la lettura di un brano dello stesso Apostolo Luca (1:24-38) quando riferisce che la Vergine Maria rimase miracolosamente incinta quando la cugina Elisabetta era già al sesto mese di gravidanza di colui che venne chiamato Giovanni Battista. Sappiamo che l'Arcangelo Gabriele annunziò a Zaccaria marito di Elisabetta,l’imminente concepimento della moglie (Luca 1:8-13). Zaccaria fece ritorno a casa dopo, il suo turno di sacerdote, alla fine della primavera ed il concepimento di Elisabetta avvenne verso la fine di giugno. Il sesto mese di gravidanza sarebbe caduto a dicembre, per cui, la nascita sarebbe avvenuta alla fine di marzo o ai primi di aprile dell'anno dopo.
Poiché la nascita di Gesù avvenne a sei mesi di distanza, si deve convenire che tale data è da collocarsi alla fine di settembre o ai primi di ottobre. Infatti, nel periodo settembre-ottobre, dopo il raccolto, era uso pagare i tributi e Maria e Giuseppe si erano portati a Betlemme per registrare la loro posizione con con fisco. E si spiega anche il fatto che loro non abbiano trovato alloggio, perché, al termine del raccolto, iniziavano le feste autunnali, che richiamavano grandi moltitudine di gente e di Giudei a Gerusalemme, facendo registrato il "tutto esaurito".
Il culto solare
II culto solare, originario della città-santuario di Emesa (Siria), che proveniva da una elaborazione della venerazione che gli Egiziani avevano per il dio RA, individuava, appunto il sole. Tale culto venne introdotto, verso la fine del III secolo, dall'Imperatore Aureliano e si diffuse in tutte le province di Roma. Due giorni dopo il solstizio d’inverno, cioè il 25 dicembre, veniva festeggiata la ricorrenza del DIES NATALIS SOLIS INVICTI e lo stesso Imperatore Aureliano gli dedicò un tempio nel CAMPUS AGRIPPAE, cioè nell'attuale Piazza San Silvestro a Roma.
Al tempo dell'Imperatore Costantino i soldati solevano collocare nelle aste delle portantine, le insegne imperiali con l'effigie del S0L COMES INVICTUS, che raffigurava ELIO (Sole) guerriero ornato dalla corona radiata, un cerchio da cui dipartivano punte di metallo. La festa del sole, tra i vari giochi, compendiava le corse dei "cocchi", per ridordare, appunto, il "Carro del Sole" (Elios).
Con il passare del tempo, i Cristiani, non potendo cancellare del tutto il culto che si ricollegava alla vecchia tradizione, se ne appropriarono, dando un significato diverso ai simboli provenienti dal culto pacano.
Infatti, la Chiesa avrebbe utilizzato la corona radiata come supporto dell'Ostia, nell'oggetto liturgico che è l'Ostensorio. Più oltre, la corona radiata fu usata come ornamento dei re e degli imperatori che, nella iconografia la identificarono con il Cristo nascente, come vollero i primi cristiani; o con la Trasfigurazione,o la Resurrezione o l'Ascensione. Era un nuovo modo di presentare al mondo pagano di Costantinopoli, ed al nuovo mondo di Gerusalemme, il messaggio di rinnovamento che, mentre era proprio del Cristianesimo, cioè con la nuova figura del Cristo, era ancora legato alla vecchia tradizione dell’Eros-Bambino, cioè al culto mitraico-solare.
Il Bambino della Natività venne, dunque, associato ai due animali che facevano parte del culto di Mitra: il Toro e l'Onagro, poi divenuti il Bue e l'Asino, mentre i Re Magi vennero rappresentati in vesti persiane, cioè uomini "fedeli" di Mitra.
La "Festa del 25 dicembre, SOLIS INVICTI, cambiò significato, proprio per sdradicare le abitudini e la memoria delle antiche feste pagane, cominciando a rifondare il calendario e la liturgia, ponendo la solarita dell'anno con il solstizio d'inverno a fianco della lunarità (di origine ebraica) con il plenilunio di primavera (data mobile) nella domenica successiva a quella in cui i Cristiani usavano celebrare la Pasqua.
GIUSEPPE CATANIA
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