sabato 3 settembre 2016

La suggestiva arte naive di Paolo Proietti

di GIUSEPPE CATANIA


La pittura naive ha sem­pre suscitato grande sugge­stione affascinando i cultori e gli amanti della cultura artistica, per le sorprendenti caratteristiche di semplicità ma di grande espressività. In questa schiera di artisti si colloca Paolo Proietti che,
nella sua natia Spello (è forse ancora pre­sente alla Galleria Ramundo di piazza Pudente a Vasto) ha maturato le sue espe­rienze e le ricerche struttu­rali, ispirandosi alle famose composizioni giottesche.






Paesaggi e figure che ricalcano gli schemi urba­nistici del trecento, ma ancor più vivide in virtù di sagge applicazioni croma­tiche, atte ad esaltare gli im­pianti che sono ulteriormen­te evidenziati da prospettive e da elementi estetici che ne impreziosiscono il corre­do e ne accrescono il ritmo creativo.

Ma in Paolo Proietti quel che più è da sottoline­are è la caratteristica della raffigurazione paesaggisti­ca in prevalenza colta sotto una coltre bianca, quasi ad accentuare il senso della pa­catezza ambientate, ma an­che per rilevare che il gioco chiaroscurale degli edifici lo rende immerso in una atmo­sfera surreale per far risal­tare le notazioni estetiche del grande lirismo poetico, quasi che l'ambiente atmo­sferico in cui il paesaggio è immerso, subisca il riflesso della luce che piove dall'al­to ed accentui l'insieme cre­ativo reso fluido e più vivo nell'insieme delle figura­zioni che vi si stagliano per rivitalizzare le costruzioni che, a guardarle attentamen­te, sembra siano sbalordite sia pure negli effetti statici con cui sono state allineate e tradotte con un simboli­smo favolistico. Una dimo­strazione questa dell'urba­nesimo che Paolo Proietti riesce ad interpretare con semplicità nella consape­vole personale impronta di afflati umani che sono insiti nel divenire del mondo an­che a distanza di secoli, mai, però, dimenticati e sempre presenti nell'istinto creativo dell'artista di Spello.

Giuseppe Catania




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