Organizzato dal Rotary Club di Vasto in collaborazione con i Servizi Sociali del ComuneUN INTERESSANTE CONVEGNO SUL CAFFE’ ALZHEIMER: UNA OPPORTUNITA’ PER MALATI E FAMIGLIE
Un interessante Convegno si è svolto, Sabato 28 maggio 2016, presso la Pinacoteca di Palazzo
D’Avalos sul tema “Caffè Alzheimer: una opportunità per malati e famiglia”. Ad organizzarlo è stato il Rotary Club di Vasto, in collaborazione con i Servizi Sociali del Comune di Vasto, aconclusione del 2° Corso di formazione per addetti all’assistenza di persone con demenza, che ha portato all’attivazione del “Caffè Alzheimer”.
Il Corso, anche quest’anno è stato tenuto dalla Dr.ssa Claudia Sacchet, Specialista in Geriatria e Gerontologia, con Perfezionamento Universitario in Neuropsicologia e in passato Coordinatore del Centro Espero per le Demenze di Imola (BO), attualmente Dirigente Medico dell’ Unità Operativa di Geriatria/Day-Hospital /Ambulatorio U.V.A. dell’Ospedale di Vasto e Responsabile del Laboratorio di Neuropsicologia Clinica Geriatrica.
Al Corso di formazione e alle prime due date del Caffè Alzheimer hanno preso parte attivamente 2 Psicologhe: la dr.ssa Evelyn Di Santo e la dr.ssa Ombretta Greco, collaboratrici del CIM di Vasto, e le Assistenti Sociali del Comune che si occupano di anziani.
La sede del corso e degli incontri con i famigliari e malati è stata fornita dal Comune presso i Servizi Sociali in via Don Bosco.
Dopo una breve introduzione di Christian Lalla, Presidente della Commissione Pubbliche Relazioni del Rotary Club di Vasto, hanno preso la parola per brevi saluti al pubblico presente la Presidente del Rotary Club Antonella Marrollo, che ha richiamato l’impegno del club nel portare avanti il progetto anche nei prossimi anni; l’assessore ai Servizi Sociali, dott.ssa Anna Suriani, che ha ringraziato il Rotary per lo stimolo e l’ausilio in questo impegno di grande rilevanza sociale; il consigliere regionale dott. Mario Olivieri che, ricordando l’esperienza drammatica da lui vissuta in prima persona con il suocero, ha sottolineato l’urgenza di occuparsi di questa patologia; il prof. Michele Farina, giornalista del “Corriere della Sera” e autore del libro “Quando andiamo a casa”, fondato sulla sua esperienza con la madre malata di Alzheimer.
La relazione principale è stata tenuta dalla dott.ssa Claudia Sacchet, la quale ha affrontato innanzitutto il problema sociale e sanitario della demenza (intesa come l’insieme di tutte le forme: tipo Alzheimer, vascolare, ecc.), problema che colpisce almeno 1.200.000 persone in Italia e, in base ai dati epidemiologici stimati, almeno 600-800 persone nella città di Vasto. Vasto infatti ha una popolazione sempre più anziana: 21% circa di persone di età superiore a 65 anni, fascia di età di maggiore presenza di demenza.
La dott.ssa Sacchet ha continuato dicendo che “a fronte di scarsa efficacia delle terapie farmacologiche attualmente disponibili e in considerazione del forte carico assistenziale che la malattia comporta e che grava quasi interamente sulle famiglie, sono necessari interventi assistenziali e servizi socio-sanitari integrati dedicati, così come prevede il Piano Nazionale Demenze: Centro Diurno, RSA ed RA con specifica competenza, Unità mobili di professionisti che vanno al domicilio per la gestione delle fasi di crisi (disturbi del comportamento), Unità ospedaliere Neuropsicogeriatriche per i ricoveri di persone con demenza che abbiano patologie acute in corso, servizi di sollievo e aiuto quali il Caffè Alzheimer, ecc…”
Al termine della relazione della dott.ssa Sacchet, c’è stata una tavola rotonda, moderata dallo stesso Christian Lalla, alla quale hanno portato il loro contributo Caterina Barbato, Responsabile del Servizi Sociali, le psicologhe Evelyn Di Santo e Ombretta Greco e l’assistente domiciliare Anziani Paola Di Vincenzo.
La dott.ssa Barbato ha centrato il suo intervento sui servizi esistenti sul nostro territorio: “Questi servizi – ha ricordato – sono ancora limitati, perché sono presenti 3 ambulatori denominati UVA (Unità Valutative Alzheimer) nell’Ospedale, collegati rispettivamente con le U.O. di Geriatria, Neurologia e Psichiatria; un Day-Hospital presso la Geriatria di Vasto (che offre un percorso strutturato diagnostico-terapeutico), un ambulatorio presso il Distretto Sanitario di Base con la possibilità di visite domiciliari geriatriche. Esiste inoltre un Servizio di Assistenza Domiciliare presso i Servizi Sociali attualmente generico, senza una specifica attività per i pazienti con demenza (che rappresentano circa il 20% degli assistiti).
Le due psicologhe hanno illustrato il loro ruolo nell’ambito del corso e del Caffè Alzheimer, mentre Paola Di Vincenzo ha raccontato con particolare emozione la propria esperienza e l’importanza del percorso fatto.
Molto incisivo è stato l’intervento del dott. Michele Farina. Il giornalista ha sottolineato che “l’Alzheimer e tutte le malattie degenerative non sono una condanna, ma sono una stagione della vita, che può essere riempita di esperienze vitali, a condizione che la comunità, dove l’ammalato vive, sappia e si muova come una comunità solidale”.
“Non servono molti soldi – ha aggiunto il dott. Farina – ma occorre formazione, cioè capitale umano. Non c’è ancora una soluzione farmacologica alla demenza, ma ci sono esperienze in Europa, in Italia e anche in Abruzzo, che testimoniano la possibilità di vivere l’età della demenza come una stagione di vita e non di vergogna”.
Il dott. Farina ha così terminato: “Creare e continuare qui a Vasto l’esperienza del Caffè Alzheimer è molto importante. Tale iniziativa è certamente il primo passo che deve stimolare ad organizzare un percorso e una rete che accompagna la famiglia in questa avventura, senz’altro durissima, ma anche piena di vita”.
La serata si è conclusa con la consegna dei diplomi di partecipazione al Corso da parte dell’assessore Suriani, del Direttore del Dipartimento Salute e Wellfare della Regione e Past President RC di Vasto dott. Angelo Muraglia e dei Past Governor del RC Calogero Marrollo e Francesco Ottaviano.
Resta, comunque, l’obiettivo prefisso dalla stessa dott.ssa Sacchet di proseguire con appuntamenti strutturati di Caffè Alzheimer e di puntare alla attivazione di altri servizi dedicati al problema.
LUIGI MEDEA
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