di GIUSEPPE CATANIA
San Francesco e l'Abruzzo, tra storia leggenda, non poteva essere diversamente visto il contenuto del
volume che Mario D'Alessandro, autore dei "sonetti" in dialetto abruzzese (doverosamente tradotti in lingua) e le esilaranti vignette disegnate da Lucio Trojano, si avventurano lungo un "itinerario" del tutto insospettato, ma, pur nella sintesi umoristica, rigorosamente riconducibile in una piacevole lettura in versi e in immagini, sui percorsi che "il poverello Francesco" ha compiuto nelle località d'Abruzzo.
"Mò p'arcundà Francesche puverelle c-i-à pensate Trojane e lu...pennelle. A stu sante da tutte venerate ca li prime Presepie è fatte a Grecce stu libbre nove a state dedicate righi nun po' de sunette... caserecce"
Questa l'introduzione in versi di Mario D'Alessandro giornalista, autore di testi sulle tradizioni popolari e volumi di varia cultura, curatore, dal 1989 de "Lu lunarjie de Cchiete - Calendarie astrologgiche" e di tante altre pubblicazioni di grande impegno storico e di ricerca su città, fatti e personaggi d'Abruzzo. "Fratello Abruzzo e il poverello Francesco" (Euroedizioni) ha il pregio di unire l'ispirazione poetica al lirismo della vignetta umoristica che, in D'Alessandro e Trojano assume una simbiotica corrispondenza espressiva.
L'una legata al vernacolo e ispirata alla "vicende" del poverello di Assisi, in una successione di gustosi sonetti composti da versi improntati ad un rigore ritmico, l'altra in diverse "immagini" visive di Lucio Trojano che ha saputo magistralmente tracciare e supportare con una lettura umoristica che si nota nella personale, chiara ed intellettiva descrizione grafica.
"Questo libro - scrive Gianmaria Polidoro Francescano di Assisi, fondatore dell'Associazione Assisi Fax International, è in buona consequenzialità con parecchi altri che Lucio Trojano ha illustrato col suo umorismo delicato e gaio che ormai siano in tanti ad apprezzare. La caratteristica di Lucio, quando parla dell'Abruzzo, che è la sua terra di origine, è quella di dare corpo ai ricordi, attualità alle storie e fantasia ai luoghi". "Fratello Abruzzo e il poverello Francesco" un ideale connubio tra poesia e grafica umoristica ispirato alla saggezza antica della nostra gente, che si ripropone in tutta la sua intelligente semplicità, ma con evidente genialità nella verve creativa dei due autori che sono entrambi profondamente legali alla spiritualità tipicamente abruzzese che è, soprattutto, inesauribile, autentica fonte di ispirazioni, che attinge vitalità nella millenaria civiltà dell'Abruzzo "Forte e gentile". Come sottolinea Gianmaria Polidoro, accennando alle ricerche effettuate da Mario D'Alessandro, "egli si è messo a caccia delle memorie francescane e le ha scovate un po' dappertutto dal paesino alle città, quelle odierne, naturalmente, poiché nel milleduecento i paesi e le città non si diversificavano molto fra di loro.
Ne ha trovate tante di memorie da costringerci a piangere e, possibilmente rimediare per quei paesi dove San Francesco non è stato".
Ma è sufficiente leggere e ammirare i versi e le grafiche dei due autori per renderci conto che "San Francesco" ha ispirato, con la sua proverbiale umiltà, D'Alessandro e Trojano, suggestive immagini che ancora oggi suscitano emotività spirituali, anche attraverso un sorriso ed una meditazione.
GIUSEPPE CATANIA
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