Ma il noto Santo com'è diventato anche Santa Claus?
di GIUSEPPE CATANIA
Si sta avvicinando maggio, festa di San Nicola a Bari.
La devozione per
San Nicola nel cuore
della gente di
Vasto è sempre stata
sempre viva.
A tutt’oggi, numerosi
pellegrini
si muovono
per andare
a pregare
sulla tomba
che conserva i
resti del corpo
del vescovo di Mira, recuperati
dai baresi e deposti
nella basilica dedicata al
Santo a Bari.
Fra i più assidui pellegrini
vastesi annoveriamo Nicola Crisanti che
da molto tempo, ogni
anno, guida schiere di devoti alla volta di Bari. Spesso i pellegrinaggi avvengono
a piedi, con tanto
di "crociferi" che inalberano
i simboli del pellegrino. La foto che pubblichiamo
risale al 2011 anno in cui il fotoreporter Nicola Cinquina ha realizzato anche un video pubblicato su Youtube.
Una immagine che dimostra quanta sia immensa la devozione dei vastesi verso il Vescovo di
Mira.
La leggenda di San Nicola diffusa in tutto il mondo
Come ha fatto il vescovo di Mira a diventare Santa Claus ?
San Nicola di Bari, è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni cristiane, fu vescovo di Myra (oggi Demre nell'attuale Turchia).È noto anche al di fuori del mondo cristiano perché la sua figura ha dato origine al mito di Santa Claus (o Klaus), conosciuto in Italia come Babbo Natale.
Ma
dove è sorta tale leggenda?
Ebbe origine nell'Asia Minore ed è collegata
ad un avvenimento
quanto mai singolare.
Il 9 maggio 1087, una
schiera di 62 marinai baresi,
con un'audacissimo
colpo di mano, si impossessò
delle reliquie di San
Nicola, strappandole ai
Turchi che avevano invaso
la regione.
L'episodio
fece scalpore anche
perché nel mondo cristiano
si stava organizzando
la Prima Crociata
per liberare il Santo Sepolcro
a Gerusalemme.
San Nicola visse quando
regnava l'imperatore Costantino,
in Licia, nell'Asia Minore. Era già famoso
e noto universalmente
per aver operato
numerosi miracoli ed il
suo culto si diffuse nel
mondo, perfino in Russia,
dove il vescovo di Mira è
acclamato Patrono.
I suoi
miracoli in prevalenza avvennero
in favore dei
bambini per contribuire a
farli felici, per proteggerli
dai mali e per elargire loro
doni inattesi.
Si narra che il Santo
salvò tre giovinette che il
padre, poverissimo, aveva
destinato alla prostituzione,
con l'introdurre
nella loro casa tre globi
d'oro che poi servirono
quale dote. Salvò molti,
genitori per evitare che i
loro bambini divenissero
orfani. Tre fanciulli sgozzati
e tagliati a pezzi e
messi in salamoia da un
feroce macellaio pagano
di Mira vennero ricomposti
dal Santo e restituiti
alla vita, mentre il carnefice
si convertì al cristianesimo.
I marinai, che ne
recuperarono le reliquie,
e gli scolari considerano
San Nicola loro protettore
per le miracolose elargizione di cibo.
A Pollutri, ogni anno si rinnova,
in occasione della
Festa di San Nicola, il rito
della cottura delle fave
per ricordare la miracolosa
moltiplicazione di un
pugno di cereali avvenuta
in tempo di carestia, che
sfamò il popolo, per intercessione
del Vescovo
di Mira.
La fama di protettore
dell'infanzia si sparse
ovunque e San Nicola
venne così identificato
come il personaggio che
a Natale porta i doni ai
bambini. Peraltro, il cappuccio
foderato di pelliccia
dell'uomo barbuto,
non è altro che la trasposizione
della mitra del Vescovo
di Mira.
E così, la
leggenda di San Nicola
cominciò ad espandersi
nei paesi del nord Europa
per emigrare anche in
America, dove è chiamato,
dal tedesco Nikolaus,
Santa Claus, che è la
volgarizzazione di
Sanctus Nicolaus, immagine
di generosità e di
amore per i bambini e per
il prossimo.
Giuseppe Catania
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