venerdì 25 marzo 2016

Venerdì Santo: stasera la tradizionale processione con le confraternite e tanti fedeli


Il Venerdì Santo è il giorno del dolore e del lutto universale, ma è anche giorno di digiuno ed
astinenza dalla carne. Tra le 15 e le 17 del pomeriggio, nelle chiese vastesi si svolgerà il rito dellaPassione, sostanzialmente divisa in tre parti: la liturgia della parola, con la lettura della Passione secondo S. Giovanni, l’Adorazione della Croce e la santa comunione. Al termine della celebrazione i fedeli in silenzio scioglieranno l’assemblea.
In serata intorno alle ore 19 si svolgerà la tradizionale processione del Cristo Morto lungo le vie
del centro storico. Dalla chiesa di Sant’Antonio di Padova si formerà la lunga processione con i simboli della passione: il gallo, i dadi, gli strumenti della flagellazione, la Veronica, la Croce e la Madonna Addolorata. Saranno presenti tutte le confraternite cittadine, alcuni gruppi religiosi e la Schola Cantorum "A.Zaccardi", diretta dal M° Luigi Di Tullio, che intonerà lo struggente Miserere del Perosi.
Analoga processione si terrà anche a Vasto Marina, a cura della comunità parrocchiale di Stella Maris, al termine della liturgia presso la chiesa di San Francesco d'Assisi.

Nel passato, la mattina del Venerdì Santo usciva la processione della Madonna Addolorata, dalla chiesa di S. Francesco di Paola, formata dai confratelli della Carità e della Morte, con i loro caratteristici camici, cappucci e cordoni neri. 

La sera dello stesso giorno, nella chiesa di San Pietro si svolgeva la funzione solenne delle "Tre ore di Agonia di Nostro Signore Gesù Cristo". 
La funzione cominciava subito dopo pranzo e finiva verso le undici della sera, con un vero e proprio tour de force del predicatore intento a commentare le sette parole pronunciate da Gesù prima di spirare. Dopo la sesta parola, si formava la processione del Cristo morto con la Vergine Addolorata, lungo le strade della città, a cura delle confraternite del SS. Sacramento (camici e cappucci bianchi) e del Pio Monte dei morti (camici e cappucci rossi). Quando l’imponente quanto suggestiva processione rientrava in chiesa, il predicatore commentava la settima parola.
Per ragioni di pubblica sicurezza, per diversi anni la processione venne anticipata al Giovedì Santo, alle undici del mattino.


Lino Spadaccini

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