Due tele del Settecento sono tornate a risplendere nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Vasto.
Si tratta dei dipinti “Il Sacrificio di Isacco” di autore ignoto e “L’Arcangelo Michele” attribuito a Francesco Solimena, uno degli artisti più in grado di esprimere la cultura tardo-barocca in Italia. Erano conservate nella cosiddetta “Sagrestia dei chierichetti” ma compromesse dal tempo avevano bisogno di importanti interventi di restauro.
Il parroco, don Domenico Spagnoli, ha iniziato un certosino lavoro di recupero e valorizzazione del notevole patrimonio artistico conservato nella chiesa nel centro storico della città.
Le tele, che si possono comprendere solo facendo
riferimento alla nostra radice ebraica, sono tornate al loro antico splendore per l’intervento della restauratrice Michela Tavano, in collaborazione con Ivana Di Nardo della Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici dell’Abruzzo che ha approvato e seguito le varie fasi del recupero dei due capolavori.
Nella chiesa di Santa Maria Maggiore, sempre realizzati da Solimena, sono conservati “La Pentecoste” e “L’incoronazione di san Celestino V”.
Sabato scorso c’è stata in chiesa la presentazione ufficiale del risultato del lavoro di restauro. Dopo l’introduzione teologica di don Spagnoli ha fatto seguito l’intervento della restauratrice con la spiegazione sia degli interventi eseguiti e sia della peculiarità dei dipinti che nei prossimi giorni saranno ricollocati nella sala e visibili al pubblico.
In particolare la Tavano ha messo in evidenza la bellezza de “Il Sacrificio di Isacco” che mostra l’atto di fede in Dio di Abramo, con la bravura dell’artista che ha saputo rappresentare in maniera molto suggestiva l’abito, il corpo umano, e in particolare l’espressione del volto mettendo in evidenza le rughe del padre che sta per uccidere il figlio.
Due tele che meritano di essere visitate e conservate nella chiesa di Santa Maria Maggiore che si conferma sempre più uno scrigno di fede, bellezza e arte.
Le tele, che si possono comprendere solo facendo
riferimento alla nostra radice ebraica, sono tornate al loro antico splendore per l’intervento della restauratrice Michela Tavano, in collaborazione con Ivana Di Nardo della Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici dell’Abruzzo che ha approvato e seguito le varie fasi del recupero dei due capolavori.
Nella chiesa di Santa Maria Maggiore, sempre realizzati da Solimena, sono conservati “La Pentecoste” e “L’incoronazione di san Celestino V”.
Sabato scorso c’è stata in chiesa la presentazione ufficiale del risultato del lavoro di restauro. Dopo l’introduzione teologica di don Spagnoli ha fatto seguito l’intervento della restauratrice con la spiegazione sia degli interventi eseguiti e sia della peculiarità dei dipinti che nei prossimi giorni saranno ricollocati nella sala e visibili al pubblico.
In particolare la Tavano ha messo in evidenza la bellezza de “Il Sacrificio di Isacco” che mostra l’atto di fede in Dio di Abramo, con la bravura dell’artista che ha saputo rappresentare in maniera molto suggestiva l’abito, il corpo umano, e in particolare l’espressione del volto mettendo in evidenza le rughe del padre che sta per uccidere il figlio.
Due tele che meritano di essere visitate e conservate nella chiesa di Santa Maria Maggiore che si conferma sempre più uno scrigno di fede, bellezza e arte.
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