"Il giardino dei Limoni" ristorante-pizzeria, di fronte
alle Villa Cattolica di Bagheria (Palermo). Incontriamo
Giovanni Varisco, nel suo atelier dove sono
esposte in permanenza le sue sculture, marmi, rocce, legni,
da cui l'Artista riesce a catturare una suggestiva
e misteriosa "voce", e da cui trae anche ispirazione
per esprimere soggetti "antropomorfi" , con sorprendente
accostamenti alla
realtà, quasi che, della materia,
scaturisce una "eco" subliminale.
Quella che riesce a interpretare per imprimerle una
"voce", una "anima" che suscita emozioni ed empiti
suggestivi .
Molti sono i critici che hanno scritto di Giovanni Varisco
con entusiastici commenti per la sua arte, per le
sue "creature" che hanno varcato u confini del "Giardino
dei limoni", per esaltare la sua arte, le sue opere, che
"parlano di sentimenti nascosti, di volti inquieti, sofferenti, bisognosi di una carezza" come scrive Anna
Prancesca Biondolillo.
Certamente lo scultore riesce a plasmare la materia
inerte, ottenendo, grazie alla sua congeniale inventiva
morfologica, immagini che "urlano" o che esprimono ambiguità.
"Volti che appaiono come animati da una esistenza propria" , sottolinea Pino Iacopelli.
Giovanna Varisco "bagherese" discende da una antica famiglia di ristoratori e, come ricorda Giuseppe Bagnasco "interpreta nella vita quell'anima di artista di ricerca,
dedicandosi con passione alla scultura di qualunque
materiale la natura gli offre".
La sua prima affermazione risale al 2006 con una sua
personale a Palazzo Aragona - Cutò, con la presentazione dell'opera "L'anonimo espressivo" accolta con encomiabili apprezzamenti degli autorevoli critici d'arte
e dal pubblico.
Ma numerosi sono i premi collezionati da Giovanni Varisco
nei diversi concorsi e nelle mostre scultoree.
Varisco si è diplomato presso l'istituto Alberghiero
di Palermo ed ha frequentato la Scuola di Maestri Ristoratori
di Rimini, conseguendo l'attestato professionale.
Prima di dedicarsi all'arte scultorea ha viaggiato
nelle principali città d'Europa e degli Stati uniti,
per far ritorno nella sua Bagheria dove ha dato
sfogo alla sua innata passione artistica.
"Centinaia sono le sue "figure antropomorfe"
di pietra, tufo, rocce, rami di ulivo - scrive
Giuseppe Bagnasco - ognuna delle quali, con una
propria "anima" diversificando, di volta in volta,
espressioni' intense ed emotive, tali da suscitare
emozioni in chi le guarda".
Ed è raro ed eccezionale incontrare uno scultore
della taglia di Giovanni Varisco, che riesce a far
"vivere" e "parlare" la materia inerte.
Sculture,quelle di Giovanni Varisco, intese come
arte "pura" , autentica proiezione di una volontà
creativa, quasi simulacro della creazione di una
immagine che si proietta inconsciamente nella
realtà che è, in sintesi, come Varisco la interpreta,
un genere di realismo veristico e prospettico
ma che è proteso ad esprimere una dimensione volumetrica.
Frutto di un intenso Interesse per la materia
inerte per accrescerne il valore plastico legato,
però, ad una marcata complessità nell'esercitare
il mezzo espressivo.
GIUSEPPE CATANIA
Nessun commento:
Posta un commento