sabato 20 febbraio 2016

Il colpevole abbandono dei siti storici: il caso della cappella di San Leonardo alle Porcine

di GIUSEPPE CATANIA

La Cappella di San Leonardo alle Porcine a Vasto.   Già nel 2010, l'architetto Francescopaolo D'Adamo (Alleanza per Vasto) sferrava un feroce giustificato attacco critico nei riguardi del1'amministrazione Comunale di Vasto e della Soprintendenza ai Beni Archeologici d'Abruzzo, sullo stato di abbandono dei resti dei siti storici del territorio di Vasto. In particolare sull'abbandono e sulla misera fine della Cappella di San Leonardo alle Porcine, condannta a rimanere solo nei ricordi di qualche attento storico patrio (di recente il prof. Luigi Murolo)) e cancellata dalla labile memoria dei
reggitori della cosa pubblica.
A costoro d edichiamo una nostra ricerca storica sulla Cappella di San Leonardo alle Porcine di Vasto,con la speranza (ultima a morire) di contribuire a colmare 1a loro ignoranza sull'ingente patrimonio civico.

LA CAPPELLA DI SAN LEONARDO ALLE PORCINE
La cappella di San Leonardo alle Porcine: se ne ha notizia fin dal 1503, data, della emanazione degli Statuti sui Regolamenti Comunali di Vasto (Libro I, cap.II De Festivitatibus Celebrandis). "Si comanda guardare tra le altre feste quelle di S.Onofrio, S. Rocco, S. Salvatore, S.Leonardo, S. Tommaso d’Aquino, S.Nicola. Tolentino....(Luigi Marchesani-Storia di Vasto).
La cappella era situata lungo la strada che conduceva a Lanciano, nei pressi di una sorgente d'acqua freschissima, chiamata, appunto San Leonardo, che una volta veniva raccolta in una vasca. Nei pressi della Cappella, allietata da una ombrosa selva, erano anche alcune grotte scavate nel tufo che venivano adoperate come rifugio dai pastori che vi transitavano.
La cappella di S.Leonardo, come ricorda il Marchesani, si reggeva nel 1644 (ne fa menzione anche il Viti); secondo il censimento dei luoghi pii di Vasto del 1742 non veniva più compresa tra le rendite delle chiese, fino a che apprendiamo della sua privatizzazione nel rogito del Notar Romano Del Greco del 15 novembre 1794.
E' curiosa la circostanza che, nei pressi della Cappella, di San Leonardo, e non per coincidenza, esistesse una sorgente d'acqua, ancora oggi fluente, di cui non si trova la vena originaria, che scorre continua ed alimenta una peschiera che i contadini fino a pochi anni addietro, adoperavano per la pulizia degli ortaggi.

Resti della Chiesa di San Leonardo, una decina di anni fa.
La "peschiera" peraltro, costituisce l'intero spazio della originale cappella che aveva l'ingresso ad oriente, di cui rimane, nella parte opposta, una traccia dell'abside concava con due finestrelle a tutto sesto.
La collocazione sul tracciato della, strada che portava, a Lanciano, seguendo l'itinerario tratturale verso la Puglia, avvalora la circostanza che la Cappella di San Leonardo alle Porcine, rappresentava una tappa, quasi una sosta programmata per i Pellegrini che si recavano a Siponto e a San Michele del Gargano, trovando ristoro e acqua fresca per rinfrancare le forze debilitate dal lungo viaggio a piedi e per rinsaldare la fede e la speranza nella religione di Cristo, attraverso gli insegnamenti spirituali degli eremiti che qui vivevano nella serena beatitudine dei luoghi.

GIUSEPPE CATANIA

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