Giovanni d'Aloisio Mayo, da giovane |
Giovanni D'Aloisio, figlio del pittore Carlo D'Aloisio da Vasto e della scultrice e
poetessa Elisabetta Mayo, non è più tra noi. Apprendiamo la triste notizia dal
figlio Carlo attraverso la pagina facebook. Da qualche mese era stato colpito
da una brutta malattia, da cui non si è più ripreso.
Dallo
scorso anno eravamo in stretto contatto, in quanto era sua premura occuparsi
dello spostamento delle spoglie dei suoi cari, dagli attuali loculi
pericolanti, ad una più degna sistemazione.
Secondogenito
di cinque figli, Giovanni era nato, come si dice, "in casa", e sin da
ragazzo, attratto dai lavori artistici dei suoi genitori, ne seguì da vicino le
orme, fino a diventare il loro aiutante fidato. "Io ho rivolto i miei successivi interessi", ci spiegava
Giovanni D’Aloisio in un'intervista del 2011 , "all’approfondimento e alla produzione dell’arte ( Liceo Artistico di
via Ripetta a Roma – Accademia di Belle Arti - Università di Architettura -
Cattedra di docenza di Storia dell’Arte ), ma rivivendo ogni giorno e ancora
oggi, i miracoli
della “creta”, che ogni giorno mia madre plasmava
trasformandola in immagini, e dei “colori” e dei “pennelli” che mio padre
maneggiava con delicatezza facendo apparire in quello studio, dov’io ero un
bambino prima e un giovinetto dopo, ogni giorno un paesaggio o una natura morta
che la mattina non c’era".
Sotto
varie forme ed espressioni, l’arte ha trovato altre ispirazioni nella famiglia
D’Aloisio-Mayo:
per
Anna (deceduta a marzo del 2015), in data più matura, la vena artistica esplose
improvvisa in una personalissima produzione, di non breve periodo, di
rappresentazioni pittoriche di masse di immagini umane aventi carattere
afro-asiatico; l’altra sorella, Paola, ha dipinto qualcosa, ma in età più
giovanile, mentre Rosario, è stato architetto, scenografo e pittore. La sua
produzione è stata ed è ancora molto originale e personale.
"Io come pittore ho prodotto poco", ricordava
Giovanni, "anche perché rispetto
alla maestria sia di mio padre che di mia madre mi sono sempre sentito inadatto,
privo di una vera e propria vena creatrice dal “nulla”. Di fatto ho rivolto la
mia congenialità artistica verso un aspetto più realizzativo che creativo. Il
campo prevalente della mia attività è stata la scenografia, sia teatrale che
cinematografica, segue la decorazione liturgica, sia murale che plastica e
quella tessile. La presentazione alla mia prima mostra di bozzetti di
scenografia teatrale porta la firma di Anton Giulio Bragaglia".
Otto
le scenografie teatrali realizzate da Giovanni D'Aloisio, tra cui "Strada Maestra" di Anton Paulovic
Cechov, "La figlia di Jorio"
di Gabriele D’Annunzio e "Gli
Spettri" di Henric Ibsen. Per la scenografia cinematografica, nel 1954
con la proposta di una scena per il film Delitto
e Castigo"La Stanza di Raskolnicov",
esposta nel 1954 alla Galleria di Roma - Teatro delle Arti, gli venne
assegnato il Primo Premio del Festival Nazionale della Scenografia. Dopo una
serie di film per la regia di Pietro Francisci e degli esterni da lui diretti
per il kolossal "Sodoma e Gomorra", la sua attività di scenografo si concluse
con due importanti film del celebre regista francese Abel Gance: "Napoleone ad Austerlitz" e "Cirano e D’Artagnan".
Per
l’attività di decorazione plastica ha realizzato la Cancellata in bronzo posta
all’ingresso all’Aula Grande della Chiesa di San Giovanni Battista (chiesa
dell’Autostrada del Sole nei pressi di Prato), opera del grande architetto
Giovanni Michelucci.
Per
la decorazione liturgica gli venne assegnata dal Ministero della Pubblica Istruzione
la medaglia d’oro per la vetrata "La Caduta di San Paolo", proposta
al Concorso Internazionale per la Chiesa di San Nicolao de la Flue in Besso di
Lugano. Inoltre è da ricordare il portale d’ingresso in rame e le vetrate
policrome della Cappella della Casa Generalizia dei Fratelli Maristi per le
Scuole all’EUR di Roma, nonché il mosaico absidale nella Cattedrale di Santa
Maria Assunta a Roccaraso (AQ).
Lino
Spadaccini
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