lunedì 18 gennaio 2016

Nuove tecniche: un tumore del rene "invisibile" operato con successo da Schips

''Robot e fluorescenza per essere ancora più all'avanguardia''
Luigi Schips direttore di Urologia

Grazie alla tecnica robotica, è stato asportato un tumore talmente incapsulato all'interno del rene da non essere visibile. È accaduto alla ASL Chieti-Lanciano-Vasto, dove l'équipe di Luigi Schips, direttore dell'Urologia, ha alzato ancora più in alto il livello dell'innovazione tecnologica.
“L'esperienza maturata nell'utilizzo del robot ci ha permesso di compiere un ulteriore salto di qualità – puntualizza Schips – e seguire un approccio conservativo, oltre che mini invasivo, attraverso una nefrectomia parziale, che ha permesso di salvare il tessuto sano tutt'intorno. Per identificare e marcare i limiti della massa tumorale, assolutamente non visibile, ci siamo avvalsi dell’ecografia intraoperatoria con sonda robotica, mentre un'altra tecnica ugualmente all'avanguardia, la fluorescenza con verde indocianina, è stata impiegata per isolare l'arteria renale che irrorava il tumore lasciando
integra la vascolarizzazione della porzione integra del rene».

In una nota diffusa dalla ASL viene evidenziato che : “l'intervento ha comportato una perdita ematica minima e il paziente è stato dimesso in terza giornata in buone condizioni e con una normale funzionalità renale. L'ospedale, dunque, si conferma centro di riferimento per il trattamento del tumore della prostata e del rene, alla luce dei 350 interventi eseguiti finora con il robot Da Vinci e l'integrazione con tecniche quali l'ecografia intraoperatoria e la fluorescenza”.


 Il prof.Schips ha inoltre sottolineato: “Pochi altri campi della chirurgia hanno potuto beneficiare negli ultimi anni dell’evoluzione tecnologica in modo così sostanziale come l’Urologia – aggiunge Luigi Schips – che offre trattamenti chirurgici sempre più precisi e meno dolorosi. La chirurgia robotica, caratterizzata da sistemi ottici 3D a elevata risoluzione, telecamere e monitor Hd, consente interventi di altissima precisione, degenza ridotta e ripresa dell'attività in tempi ristretti. Il dolore è significativamente minore e la trasfusione diventa un evento raro anche in caso di interventi oncologici maggiori. All'ospedale di Chieti la chirurgia robotica è di uso corrente e abbiamo acquisito esperienza e casistica tali da porci in una posizione di assoluto primato nell'offerta sanitaria di qualità in campo urologico, e in special modo nell'oncologia”.

GIUSEPPE CATANIA

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